Un uomo, Dave Bennett, di Memphis negli Stati Uniti, è morto dopo essere stato infettato da un batterio carnivoro. A raccontare il fatto è la Cnn citando notizie diffuse dalla figlia a causa del Vibrio vulnificus, un batterio carnivoro che lo ha infettato mentre si trovava in vacanza nella contea di Okaloosa, in Florida. A riportarlo è la Cnn, citando notizie diffuse dalla figlia della vittima che ha raccontato il dramma con un post su Facebook: «Dopo la giornata trascorsa a mare si è svegliato a casa con febbre alta, brividi e crampi. È morto 24 ore dopo per un’infezione da Vibrio vulnificus».
Qualche giorno prima una donna, Lynn Fleming, è morta dopo essere stata infettata da un batterio carnivoro. E’ stata infettata sulla spiaggia di Coquina Beach, in Florida. Lynn, hanno raccontato i parenti, è caduta e si è procurata un piccolo taglio sulla gamba. Nulla di importante, almeno così sembrava. Il fenomeno risulta esser relativamente nuovo e, probabilmente, i medici chiamati a curare Lynn non avevano mai avuto a che fare con il pericoloso batterio.
Il batterio carnivoro. Le spiagge potrebbero essere presto invase da dei batteri carnivori. A lanciare l’allarme è l’Università di Philadelphia che sta conducendo uno studio sui mari e ha scoperto che l’innalzamento delle temperature potrebbe far proliferare i cosidetti batteri mangia carne. Questi batteri devono avere temperature superficiali superiori a 13 C per prosperare. Questi batteri entrano in contatto con la carne e avviano un’infezione che mangia letteralmente la carne. Il processo di diffusione è molto veloce e si rischia di sviluppare numerose complicazioni. Come fanno questi a batteri a diventare così pericolosi e letali? In base a una ricerca dello Houston Methodist Research Institute (Texas) pubblicato sulla rivista PNAS, essi sarebbero soggetti a una serie di mutazioni che li ‘trasforma’ rendendoli capaci di innescare la fascite necrotizzante.
Il Vibrio vulnificus.E’ uno dei batteri carnivori fra i più diffusi. E’ carnivoro ed è responsabile della maggior parte delle infezioni da spiaggia di quest’anno negli Stati Uniti. Basta una nuotata nell’acqua, anche la sabbia non è comunque sicura, ma anche mangiare crostacei crudi o poco cotti. Le infezioni meno gravi si possono curare con dei semplici antibiotici, ma nel momento che peggiorano il discorso è assai diverso soprattutto se si ha un sistema immunitario compromesso, per un motivo o per un altro.
E’ un batterio che infetta ferite esposte all’acqua di mare contaminata o causa setticemia a seguito di ingestione di molluschi crudi contaminati. Le ferite infette sono caratterizzate da gonfiore, arrossamento per arrivare infine alla necrosi del tessuto. Questo batterio si distingue per una mortalità del 50% e proprio per questo è necessaria, nella maggior parte dei casi, una terapia antibiotica. Questo batterio fa registrare circa 80.000 casi di infezione e 100 decessi l’anno negli Stati Uniti, secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’agenzia per la Salute pubblica del governo federale. In genere il contagio avviene con il consumo frutti di mare crudi o poco cotti, oppure esponendo una ferita all’acqua di mare.
In Italia nel 1994 il Ministero della Sanità ha istituito un numero verde riservato agli operatori sanitari, una scheda per diagnosticare la “fascite necrotizzante”, la malattia devastante causata dal «batterio mangiacarne» e distinguerla da altre forme di cancrena. La segnalazione dei casi all’ Istituto Superiore di Sanità. Con questa strategia il Ministero della Sanità ha fatto fronte all’allarme scatenato dai quotidiani inglesi che hanno pubblicato le storie, conclusesi tragicamente, di alcune vittime.