«Attenzione al ghiaccio nelle bibite: potrebbe essere contaminato». A lanciare l’allarme è il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che su Adnkronos Salute mette in guardia per l’estate dalle tossinfezioni alimentari. «I sintomi in genere includono nausea, vomito, violenti crampi addominali e diarrea, talvolta con febbre. Manifestazioni che possono essere confuse con quelle di alcune forme parainfluenzali, favorite in questo periodo dai continui sbalzi termici. Possiamo stimare – dice Pregliasco – circa 130 mila casi di malanni parainfluenzali, con sintomi a carico delle alte vie respiratorie o di stomaco e intestino. Gli alimenti ‘colpevoli’ talvolta all’assaggio appaiono buonissimi». Il suggerimento di Pregliasco è preciso: rinunciare a cibi elaborati e ricchi di salse, stare attenti all’origine dei frutti di mare, scegliere cibi semplici e ben cotti, non usare farmaci antidiarroici se si è alla guida e soprattutto: «Attenti anche al ghiaccio nelle bibite perché potrebbe essere contaminato».
Il ghiaccio finisce nelle granite o nei cocktail per renderli più freschi. Quello somministrato ai banconi dei bar, chioschi, discoteche è un rischio per la salute dei consumatori. Il 56% di quello impiegato nei locali commerciali sarebbe contaminato. Lo rivelano i dati dell’Istituto nazionale ghiaccio alimentare. Sotto accusa sono le macchine per la produzione del ghiaccio che non vengono sottoposte alle necessarie operazioni di pulizia, manutenzione e sostituzione dei filtri. Cosa si rischia? Disturbi gastrointestinali, diarrea e altre patologie provocate principalmente dai batteri “conservati” dal freddo: coliformi, enterobatteri, escherichia coli e via elencando.
La contaminazione del ghiaccio per uso alimentare è una preoccupazione sanitaria a livello mondiale. I rischi arrivano dall’acqua utilizzata alle superfici non idoneamente pulite e non igienizzate nella macchina del ghiaccio e nel contenitore, alla sua errata manipolazione, all’utilizzo di strumenti non igienizzati.
Cosa fare per allontanare il rischio?
Il ghiaccio deve essere autoprodotto nel rispetto delle corrette prassi igienico-sanitarie per la produzione di alimenti. In particolare. Deve essere dimostrata la conformità alla vigente legislazione di riferimento di tutti i materiali che vengono a contatto con il ghiaccio, compresi quelli di cui è costituito il macchinario di produzione il cui posizionamento deve e riportato nella planimetria del locale. Deve essere sensibilizzato e formato il personale addetto alla produzione e alla manipolazione del ghiaccio per garantire il rispetto delle corrette prassi igieniche al fine di evitare contaminazioni con possibili conseguenze per la salute dei consumatori.
L’acqua utilizzata per la produzione di ghiaccio deve essere conforme ai requisiti del Decreto Legislativo 31/2001 sulle acque destinate al consumo umano. Devono essere effettuate con continuità le operazioni di sanificazione delle macchine e delle attrezzature utilizzate per la produzione e lo stoccaggio del ghiaccio. Devono essere rispettate tutte le regole igienico-sanitarie per il personale addetto all’utilizzo ed alla manipolazione del ghiaccio.
1. Un bar che autoproduce il ghiaccio cosa deve rispettare? Anzitutto deve dimostrare che usa acqua potabile e macchinari che rispettano tutte le normative igienico-sanitarie previste. Il personale addetto, inoltre, deve essere stato formato nel prelevare i classici cubetti e deve evitare ogni contaminazione possibile.
2. E’ vero che i batteri nel ghiaccio vengono uccisi dall’alcol? Falso. Uno studio, spiega Inga, condotto dall’Università del Texas ha dimostrato che salmonella, e.coli e shigella sono sopravvissuti in bevande con cola, scotch, acqua e l’85% di tequila.
3. Il ghiaccio può contaminare i liquidi nei quali si scioglie? Non bisogna dimenticare che il ghiaccio va a contatto con altri alimenti e diventa parte di essi. In altre parole il ghiaccio è un veicolo per eventuali batteri.
4. Il processo di congelamento distrugge tutti gli agenti patogeni? Assolutamente no. Il freddo, invece, mantiene e favorisce il alcuni casi la moltiplicazione dei batteri.
5. Qual è la principale fonte di contaminazione dei cubetti? Vi sono tre cause. La prima è fisica. Nel ghiaccio vi possono essere, infatti, corpi estranei come frammenti di vetro o di metallo. La seconda causa è chimica. Nel ghiaccio alcuni residui di sostanze superano i limiti di legge. Infine c’è la causa biologica che è anche la più diffusa. E’ provocata da batteri, funghi e virus che possono causare malattie in chi consuma il ghiaccio. (Domande e risposte sono tratte dal “Il Salvagente“)