Il pompelmo fa bene o male al colesterolo? Risponde la scienza

Il pompelmo fa bene o male al colesterolo? Mangiarlo fa bene ma occorre fare molta attenzione se si assumono alcuni farmaci. Il pompelmo fa bene al colesterolo perché contiene una sostanza che corregge i livelli del colesterolo cattivo. L’hanno scoperta alcuni ricercatori del UWO’s Robarts Research Institute che hanno pubblicizzato i risultati su “Diabetes”. La sostanza è la naringenina. Si tratta di un flavonoide presente in grandi quantità nel frutto a cui dona il caratteristico aroma e sapore. Questa molecola impedisce lo sviluppo di un insulino-resistenza e normalizza, in questo modo, il metabolismo del glucosio. Il magnesio contenuto nel pompelmo, inoltre, aiuta ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue. In questo modo si prevengono le malattie cardiovascolari e regolarizza la pressione sanguigna. Il pompelmo rosa, in particolare, sarebbe più efficace di quello giallo nel ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. A rivelarlo è stato un altro studio condotto, questa volta, dai ricercatori di Gerusalemme. I risultati hanno indicato che entrambi i tipi di pompelmo erano in grado di ridurre i livelli di colesterolo in soli 30 giorni. Quello rosa, però, era più efficace.

Come mangiare il pompelmo? Il consiglio è di preparare un buon risotto al pompelmo. Occorrono 240 grammi di riso, 50 grammi di robiola, 1 pompelmo rosa, 1 carota, 1 costa di sedano, 1 cipolla e quanto basta di brodo vegetale, olio extravergine, sale e pepe. Pelare il pompelmo e tostare in forno la buccia per 20 minuti. Lasciare freddare e sminuzzate il tutto con il coltello. Tritare la cipolla, la carota e la costa di sedano. Fare imbiondire il tutto in un tegame con tre cucchiai di olio extravergine. Versare il riso e unire mezzo bicchiere di succo di pompelmo. Amalgamare ed aggiungete il brodo vegetale, poco alla volta, cuocendo a fiamma moderata. A cottura ultimata togliere il tegame dal fuoco, unire la robiola la buccia di pompelmo tostata e tritata. Aggiustare di sale e pepe e servire.

Si può consumare il pompelmo insieme ai farmaci? Bisogna stare attenti al pompelmo se si assumono certi farmaci. Il sospetto è che possa interferire con molti medicinali, aumentando la biodisponibilità del principio attivo presente nel farmaco. In altre parole crea un effetto di sovradosaggio. Questa azione è dovuta alle furanocumarine. Sono delle sostanze organiche che alcune piante producono contro i predatori. Su questo problema hanno effettuato uno studio alcuni ricercatori canadesi. Gli anziani, che sono in genere in trattamento con farmaci, e che consumano volentieri il pompelmo, devono prestare particolare attenzione. I farmaci ai quali fare attenzione devono avere la caratteristica di possedere una biodisponibilità intrinseca per via orale e di essere metabolizzati da un enzima (il P4503A4) che viene inattivato dalle furanocumarine.  L’effetto è individuale. E’ legato ad alcune abitudini. Quella di bere più volte al giorno il succo di pompelmo è fra quelle a cui prestare maggiore attenzione. Il succo di un pompelmo intero, che equivale a circa 200-250 ml, ha un potenziale sufficiente per produrre un’interazione. I ricercatori in questi casi offrono due consigli. Cambiare il trattamento farmacologico oppure rinunziare al pompelmo. Da quando nel 1989 è stata scoperta questa rischiosa interazione sono state elencate sempre nuove famiglie di farmaci che interagiscono con il pompelmo. Vi si trovano antiaritimici, antibiotici, antistaminici, ansiolitici, calcioantagonisti, corticosteroidi, statine, antivirali anti-HIV, immunosoppressori. Ed ancora farmaci neurologici, chemioterapici, anoressizzanti e tanti altri ancora come farmaci anticoagulanti, farmaci anti-impotenza e metadone. Per un elenco completo e dettaglio dei farmaci che interagiscono con il pompelmo si può consultare questo sito.

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