Cefalù piange l’artista del silenzio e dei colori. Si sono svolti nella chiesa di san Francesco i funerali del pittore Giuseppe Cimino. Per anni ha insegnato l’arte dal vero ai tanti studenti che sono arrivati per frequentare l’Istituto d’Arte, prima, e il Liceo artistico in seguito. Cimino lascia un’eredità artistica importante fatta di attenzione al territorio, alle tradizioni cefaludesi e alla storia della città. Per quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato Cimino è stato un maestro nell’arte del silenzio. Lontano dal clamore e dai riflettori, infatti, ha dato vita ad un filone artistico fatto di silenzio e attenzione verso quanto gli accadeva attorno. In questo silenzio artistico ha fatto parlare una luce intensa di colori che solo le sue mani sapevano diffondere attraverso la magia dei pennelli.
Giuseppe Cimino ha iniziato la sua carriera di insegnante nell’entroterra siciliano. Pittore, scenografo ed esperto di grafica pubblicitaria, ha rivolto la sua prima attenzione proprio a quei luoghi rimasti per sempre nella sua mente carichi di emozioni, espressioni, domande, risposte, attenzioni, semplicità, fedeltà e sincerità. Luoghi che per il pittore cefaludese diventano veri e propri spazi dello spirito nei quali si sprigiona la libertà verso la natura, verso se stessi. Questi luoghi per Cimino prendono forma di case, alberi, fiori, compie s trade. “Sono un artigiano dell’arte” usava dire Cimino. Ma la sua arte è il disegno del tempo e dello spazio. Tempo e spazio così lontani all’oggi dell’uomo, al sentire quotidiano, al vivere di mesi e di anni. Tempo e spazio che Cimino ha avvicinato a quanti hanno incontrato la sua arte. E così nei suoi dipinti si scoprono un tempo ed uno spazio che interrogano l’uomo sul senso della sua vita, sui suoi valori, sulle scelte che oggi che minacciano l’umanità.