Cosa succede a chi mangia il burro salato? Nessun problema per chi lo utilizza raramente. I problemi potrebbero arrivare se si dovesse utilizzare tutti i giorni. Mangiare troppo sale, infatti, è pericoloso per cuore, reni e cervello. L’eccesso di sodio fa male a cuore, vasi sanguigni, reni e cervello. Anche chi ha la fortuna di mangiare cibi molto salati senza subire sbalzi di pressione, farebbe bene a limitarne il consumo per proteggere la propria salute. Il burro salato è una prelibatezza che si usa in cucina. E’ un derivato del latte, tipico della tradizione del nord Europa e in particolare della Bretagna e della bassa Normandia. È un alimento che viene apprezzato anche in Italia da chi predilige il suo gusto sapido.
Che cos’è il burro salato? Il burro salato è un prodotto a prima vista molto simile al classico burro italiano, tranne ovviamente per il sapore. Si prepara esattamente come il classico burro, ossia attraverso il metodo per affioramento o centrifugazione. Dopo si va avanti con la pastorizzazione della crema di latte e infine si sbatte e si impasta la massa per conferire al burro il suo aspetto tipicamente compatto e senza parti acquose. Una volta che il Burro è pronto, avviene il processo di salatura, in percentuale del 2%. All’inizio veniva salato per consentirgli di conservarsi più a lungo. Oggi viene prodotto in questa maniera per una preferenza di gusto.
Come vedere se il burro è fresco? Il burro non salato ha una durata di conservazione di circa 3 mesi. Quello salato può essere conservato fino a circa 5 mesi. Il burro può deteriorarsi in anticipo, conferendo un sapore rancido ai tuoi alimenti e ai tuoi prodotti da forno. Ecco come si può verificare la freschezza. Taglia una piccola fetta di burro dal panetto. Osservane il colore. Se la parte interna è uguale a quella esterna il burro è ancora fresco. Nel caso la parte interna sia più chiara di quella esterna significa che è avvenuto un processo di ossidazione. Il burro non è più fresco.
Il burro aumenta il colesterolo? La maggior parte degli studi ha mostrato che mangiando burro si ha un effettivo aumento del colesterolo LDL. Spesso l’aumento dell’LDL è accompagnato da un analogo o superiore aumento del colesterolo HDL, fatto che spesso porta ad un miglioramento complessivo del rapporto tra i due tipi di colesterolo con una possibile riduzione del rischio. Nel burro vi sono anche acidi grassi saturi a catena corta, dal butirrico al laurico, che hanno mostrato diversi possibili effetti positivi. Sono grassi che vengono metabolizzati molto rapidamente per la produzione di energia. Sono ottimi, quindi, per l’alimentazione di soggetti molto attivi.
Come va usato il burro per non fare male? Anzitutto va usato crudo perché in questo modo è molto digeribile grazie all’elevato contenuto di acidi grassi a catena medio-corta. Non va utilizzato per la frittura, vista la suscettibilità ad alterarsi a temperature relativamente ridotte, intorno ai 150°C. Va utilizzato in rotazione con altri grassi, preferendo l’olio di oliva. Ne vanno utilizzate quantità modeste:. Una porzione adeguata è di una decina di grammi, in un piano alimentare che tenga conto delle reali esigenze, nutrizionali ed energetiche, della persona. Attenzione perché il burro si può trovare come importante ingrediente in tanti cibi.