Bere caffè bruciato fa bene o male? A leggere alcuni siti internet il caffè bruciato sarebbe sotto accusa perché la tostatura dei suoi chicchi darebbe vita all’acrilammide. Questa sostanza, che si trova in parecchi altri alimenti che vengono mangiati, sarebbe cancerogena. A rischio, però, sarebbe il caffè americano che prevede un lungo e continuo passaggio di acqua sulla sua polvere e tutto questo consente di estrarre maggiormente acrilammide. In altre parole sembra che un caffè più è lungo e più farebbe bere acrilammide. Conferme scientifiche su tutto questo però non ne esistono. Di certo, comunque, si sa che l’acrilammide si produce sempre durante la normale cottura dei cibi ad alta temperatura e in genere viene fuori proprio a partire dai 120° gradi.
Quando il caffè con la moka ha sapore di bruciato? Il caffè viene bruciato non tanto perché si sceglie la miscela sbagliata, e può anche accadere, quanto perché molto probabilmente la miscela non è stata conservata nel modo corretto dopo l’apertura. Succede spesso. Per evitare che l’aroma del caffè si alteri, quindi, è necessario seguire le giuste indicazioni per quanto riguarda la conservazione del macinato dopo l’apertura. Ad evitare la bruciatura del caffè, inoltre, occorre prestare anche attenzione alla fretta con la quale si prepara questa buona bevanda. Se per velocizzare i tempi si utilizza la fiamma alta è normale che il caffè alla fine potrebbe anche venire fuori bruciato.
E’ vero che per un giudice Californiano il caffè è a rischio di cancro? Sì. Un giudice della corte suprema di Los Angeles, Elihu Berle, ha stabilito che le principali catene di caffè dovranno informare con un warning, simile a quelli presenti sui pacchetti di sigarette, che il caffè può causare il cancro. A provocare tutto questo è l’acrilamide, che non è un additivo del caffè, ma una sostanza che si forma nel processo di tostatura dei chicchi, presente anche nei toast bruciacchiati o nelle patatine fritte. Il rischio stimato per chi beve caffè, quindi, è di un caso di cancro in eccesso ogni 100.000 persone.
Quando l’espresso al bar non è buono? Quando l’attrezzatura è sporca. Secondo alcune indagini i bar italiani non puliscono le attrezzature in maniera corretta e questo porta a dei sentori di rancido e amaro ben presenti nell’espresso, con sentori molto spesso anche di cenere. Molto spesso si sente parlare di pulizie fatte soltanto con acqua o utilizzando i prodotti soltanto una volta alla settimana o al mese. Il caffè contiene una percentuale di parte grassa che si deposita sulle superfici e tende ad ossidarsi e irrancidirsi, questi oli richiedono l’utilizzo di detergenti. Ecco perché macchine sporche sono sinonimo di espressi non buoni.
Qual è l’ora migliore per bere il caffè? Dalle 9:30 alle 11:30 del mattino ogni istante è quello giusto, secondo le neuroscienze e la crono-farmacologia, un ramo della medicina che mette in relazione l’assunzione di farmaci o sostanze psicoattive con l’andamento del nostro naturale orologio biologico. Lo ha scoperto Steven Miller, neuroscienziato e ricercatore dell’University of the Health Sciences di Bethesda, Maryland (USA). Miller spiega che un’attenta scelta del momento del giorno in cui bere caffè ci tutela dallo sviluppare assuefazione dalla caffeina. Tra le 8:00 e le 9:00 del mattino assumere caffè rischia di creare assuefazione.