Cosa succede quando la pasta cuoce 2 minuti più del previsto? Ecco l’incredibile risposta

Cosa succede quando la pasta cuoce 2 minuti più del previsto? La pasta non resta cruda. Una volta la qualità della pasta veniva valutata attraverso la tenuta in cottura e la prova non lasciava spazio a dubbi. Oggi le cose sono cambiate. Alcune paste resistono bene anche se restano 2-3 minuti in più sul fuoco. Questo perché è cambiato il sistema di essiccazione della pasta che oggi viene fatto ad alte temperature. Questa nuova procedura, infatti, forma nella pasta uno strato esterno protettivo che resiste meglio e mantiene bene la cottura. Un altro vantaggio, invece, riguarda i tempi di lavorazione che incrementano la produzione. Oggi, infine, si utilizza materia prima con maggiore quantità di proteine, che favorisce la tenuta alla cottura.

Come calcolare il tempo di cottura della pasta? Oggi le indicazioni sui minuti di cottura non sono precise. Alcune aziende hanno deciso di fornire due valori: il primo riguarda i minuti per ottenere la pasta al dente mentre il secondo si riferisce a una cottura standard. Per verificare la cottura della pasta esiste un metodo semplice ma sconosciuto ai più. Basta prelevare un filo di pasta dalla pentola, inserirlo tra due vetrini trasparenti e schiacciare. Se nella parte centrale si vede una riga bianca, l’animella appunto, la pasta non è ancora cotta. Il punto ideale per portare la pasta in tavola si raggiunge quando la linea centrale tende a scomparire.

Perché la pasta va mangiata cotta al dente? La pasta al dente ha un basso indice glicemico. Con questo grado di cottura, infatti, si idratano i granuli di amido ma non si disperdono nell’acqua. In questo modo l’amido può essere assimilato in maniera graduale e si evita l’innalzamento della glicemia. E’ bene sapere che una pasta cruda non è digeribile perché non è attaccabile dagli enzimi digestivi. La pasta scotta, invece, nel tubo digerente tende a formare un impasto colloso che non consente la digestione. Ecco perché la pasta non va mangiata cruda e nemmeno scotta. la pasta buona alla salute, quindi, è quella al dente.

Quali sono i benefici della pasta al dente? La pasta al dente, è bene sapere, evita l’innalzamento dell’indice glicemico dopo i pasti e nello stesso tempo ci fa sentire più sazi più a lungo. Mangiando pasta al dente si apportano tanti benefici alla propria salute. Tra i benefici vi è un netto miglioramento delle problematiche a livello intestinale. Tutte le persone che tendono a soffrire di colite, intestino irritabile o celiachia, hanno la possibilità di trattare con efficacia le infiammazioni intestinali, perché se la pasta viene cotta al dente, consente il prolungamento della digestione, riducendo, allo stesso tempo, il contenuto di amido.

Perché la pasta scotta fa male? La pasta scotta quando arriva nel tubo digerente tende a formare un impasto colloso che non consente la digestione. Il motivo sta nel fatto che la cottura prolungata provoca il rilascio dell’amido. Se poi la cottura è troppo prolungata può anche succede che l’acqua venga assorbita dalla pasta. In questo caso si mangerà una pasta non gradevole al gusto, poco digeribile e con un indice glicemico molto superiore a quella della pasta al dente. Tradotta in cifre significa che la pasta scotta non è adatta alle persone diabetiche e a chi intende seguire una dieta dimagrante.

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