Il 25 aprile celebriamo la la liberazione dell’Italia dalla dittatura nazifascista. L’occasione è propria anche per commemorare i partigiani che hanno combattuto e dato la vita per la democrazia. Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) che aveva sede a Milano proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.
Pubblichiamo alcune delle frasi più belle tratte dai quotidiani di oggi per non dimenticare quanti hanno dato la vita per la libertà e la democrazia.
- Molti obbedirono per convinzione, molti per paura (e qualcuno di loro disertò), molti si nascosero, molti si unirono ai partigiani. (Corriere della Sera)
- Che 25 aprile strano… Non si può uscire, non si può celebrare. È la prima volta che succede. Di così difficili, non ne ricordo. Ci fossero la pioggia o la crisi, le stragi o il terrorismo, per 75 anni io sono sempre andato in piazza… (Gildo Bugni, partigiano)
- Anche chiusi in casa, non bisogna dimenticare una cosa: il fascismo oggi è stato battuto, non sconfitto. E il vaccino, non s’è mai trovato. (Gildo Bugni, partigiano)
- Gli anni sono passati, le armi in parte restituite e la rivoluzione è diventata tema di discussione e purtroppo di divisione. (La voce del Trentino)
- Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, significa ribadire i valori di libertà, giustizia, e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore. (Sergio Mattarella)
- La prima cosa bella di sabato 25 aprile 2020, giorno della Liberazione, è l’arcipelago delle Svalbard, l’unico territorio d’Europa libero dal coronavirus. (La Repubblica)
- L’unica lotta che ha senso è per la pace. (Manuela Dviri)
- Quando Gesù Cristo si è fatto uccidere in croce non l’ha fatto in cambio di uno stipendio… e quando i giovani partigiani andavano a combattere e a morire l’hanno fatto con gratuità…. io non li ho seguiti, non andai a combattere e mi spiace. (Don Luisito Bianchi, prete operaio)