Il giudice Livatino sarà beato, il Papa riconosce il martirio «in odium fidei»

Sarà beato il giudice Rosario Livatino, assassinato ad Agrigento il 21 settembre 1990, all’età di 37 anni, dai mafiosi della ‘Stidda’. Livatino era nato a Canicattì il 3 ottobre 1952. La Santa Sede ha infatti riconosciuto il martirio “in odium fidei” (in odio alla fede). E’ questo il contenuto di un decreto di cui papa Francesco ha autorizzato la promulgazione, nel corso di un’udienza col cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi. «La notizia della beatificazione di Rosario Livatino è straordinaria e dà un enorme conforto da credente e da giudice – commenta il presidente del tribunale di Agrigento, Pietro Maria Falcone – Per chi è credente è un grande conforto in un momento difficile per tutti qual è quello attuale, a causa della pandemia. Lo è anche per i magistrati perchè lo hanno come esempio avendo dedicato la sua intera esistenza ad uno scopo. Questa terra è ancora una terra di giudici ragazzini, costretti a svolgere dei compiti più grandi di loro. La mafia non è affatto estirpata. I problemi sociali di una piazza giudiziaria, come quella di Agrigento, hanno una rilevanza mondiale. L’esempio di Rosario, dopo questo traguardo, sarà ancora più vivo in tutti noi. Sono arrivato in magistratura poco dopo Livatino, eravamo entrambi due giudici giovani, pronti a catapultarci In questa grande realtà. Per molti magistrati, che allora non erano neppure nati oppure erano dei bambini, seguire le orme e gli insegnamenti di Rosario sarà una grande opportunità». Profonda gratitudine arriva dal Centro Studi Rosario Livatino.

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