Obbligo di vaccinazione tra Costituzione e morale

Due avvenimenti di ieri mi hanno convinto a scrivere questo pezzo. Il preannuncio in conferenza stampa del Presidente Draghi di un imminente Decreto Legge che obbligherà il personale sanitario tutto a vaccinarsi e la repentina sospensione della seduta del Parlamento Siciliano, causata dall’accertata positività al COVID 19 di un collaboratore del Ragioniere Generale della regione che da oltre un mese frequenta palazzo dei Normanni per via dei lavori in commissione ed in Aula relativi alla legge di Bilancio e di stabilità 2021. Il Presidente Miccichè ha dovuto immediatamente sospendere la seduta e , dopo aver frettolosamente fatto approvare al Parlamento Siciliano la proroga dell’esercizio provvisorio al 30 Aprile.

Da qui la furiosa e colorita reazione di Miccichè che sta spopolando sui social, che però trova una sua giustificazione. Infatti, se l’ARS non riusciste ad approvare le leggi di Bilancio entro il 31 Marzo, cìè il rischio concreto, in forza del mancato rispetto dell’accordo stipulato tra Stato e Regione ci un commissariamento della Sicilia , con tutte le conseguenze del caso. Adesso tutti i parlamentari regionali ed il personale dell’ARS, circa 300 persone si sono dovuti sottoporre al Tampone e mettersi in isolamento fiduciario. Si spera che nessuno risulti positivo e che Marted’ prossimo si possano riprendere i lavori d’aula per rispettare i termini di approvazione delle due leggi in discussione.

Quella Italiana è una strana terra, si passa dai “ furbetti delle vacciazione” che rubano la possibilità di essere vaccinati alle categorie prioritarie, rispetto a loro, ai “ NO VAX “ che invece in forza, a loro dire, delle libertà Costituzionali, rifiutano di vaccinarsi, mettendo a rischio la salute e l’incolumità di chi viene a contatto con loro ( familiari, colleghi di lavoro, utenti dei luoghi frequentati dagli stessi etc. ). Occorre cercare di districarsi su quale dei diritti garanti dalla Nostra Costituzione debba prevalere, in casi come questo della PANDEMIA da COVID 10: il Diritto alla Salute o la Libertà di s non sottoporsi a vaccinazione. Il problema non è semplice da dirimere, tuttavia cercherò di trattarlo, secondo i più attuali orientamenti Costituzionali, dei quali si è tanto discusso in quest’ultimo anno.

Partiamo con due autorevoli visioni : La prima quella L’ex Presidente della Consulta Cesare Mirabelli, che ha sostenuto che «se si vuole procedere con rapidità si può adottare un decreto legge» per l’obbligo vaccinale, che poi -ovviamente- deve essere convertito in Parlamento. «I trattamenti sanitari obbligatori sono possibili, sono ammessi dalla nostra Costituzione» afferma, ma, «tuttavia, occorre una legge che li disponga e devono essere adeguatamente giustificati». La seconda quella dell’attuale Presidente Giancarlo Coraggio che, in merito al dibattito sull’obbligatorietà del vaccino anti Covid-19così si esprime «La possibilità di trattamenti sanitari obbligatori è prevista dalla Costituzione, ma richiede una legge (…) Nelle nostre sentenze abbiamo scritto che, in primo luogo, serve la certezza dei dati scientifici, attestata dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali competenti. In secondo luogo, è necessaria l’accertata responsabilità, per la tutela della salute e della vita dei cittadini, di un così pervasivo intervento».

Come è facile constatare dalle suddette dichiarazioni e dalle posizioni prevalenti nella maggior parte dei giuristi e dei Costituzionalisti propende per la prevalenzo del diritto alla salute di tutti, rispetto alla libertà di non sottoporsi a vaccinazione. dichiarazioni Risulta di sorprendente attualità la sentenza della Corte costituzionale n.5/2018 sull’obbligo vaccinale. La Consulta ha stabilito i principi in base ai quali, in alcuni casi – e la pandemia Covid-19 certamente lo è – può prevalere l’interesse della salute pubblica rispetto al diritto sull’autodeterminazione dei singoli Infine, la Corte ha ricordato come l’obbligo delle vaccinazioni non contrasta con l’articolo 32 Costituzione, ricordando che «la giurisprudenza di questa Corte in materia di vaccinazioni è salda nell’affermare che l’articolo 32 Costituzione postula il necessario contemperamento del diritto alla salute del singolo (anche nel suo contenuto di libertà di cura) con il coesistente e reciproco diritto degli altri e con l’interesse della collettività».

Si può senza dubbio affermare che, se appena quattro anni fa preoccupava il dilagare del morbillo con “soli” 4.885 casi e 4 decessi, tanto da giustificare posizioni impositive sui vaccini, nessun dubbio può sorgere nella situazione pandemica attuale, dal momento in cui è disponibile un vaccino approvato dalle autorità mediche e scientifiche competenti in materia. Adesso occorre una una chiara e precisa scelta politica, che non lasci spazio al continuo dilemma obbligo/persuasione. Per fortuna Draghi sembra ne sia convinto e si appresta a farla, ma non può limitarsi solo al personale sanitario

Una cosa è certa, se entro l’Estate non dovesse essere raggiunta la copertura vaccinale per raggiungere l’Immunità di Gregge attesa o se, all’interno di alcune categorie particolarmente “sensibili” si dovessero registrare una significativo percentuale di rifiuti a sottoporsi a vaccinazione, non ci dovrebbe essere remora alcun sulla strada da percorrere. Andrebbero obbligati tutti i lavoratori a sottoporsi alla campagna vaccinale quale anche il pubblico impiego nel suo insieme, i lavoratori delle aziende Private, delle industri, delle Fabbriche e di tutti i luoghi frequentati dal pubblico. Inoltre occorrerebbe i datori di lavoro pubblici e privati a sospendere dal lavoro, senza assegni, chi non osserva tali disposizioni.

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