Covid verso la quarta ondata. Sintomi più gravi anche fra i giovani

I giovani, tra i quali si sta registrando un numero crescente di infezioni da SarsCoV2 nelle ultime settimane, mostrano sempre più spesso sintomi seri della malattia. Aumenta la preoccupazione per il diffondersi anche in Italia della variante Delta. Quanto invece alla mutazione Beta, che preoccupa in Francia, per ora non è segnalata nel nostro Paese.

«Anche i giovani, sin dall’inizio della pandemia – spiega Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma – sono stati sempre colpiti dal virus, sia pure con numeri più ridotti, ed hanno presentato casi anche gravi, tanto che sono stati registrati dei decessi pure in questa fascia d’età. Quindi è sbagliato pensare che ragazzi ed adolescenti sviluppino sempre delle forme lievi o paucisintomatiche, ovvero con pochi sintomi, della malattia Covid-19».

Tra i giovani si iniziano a vedere anche casi di polmoniti di media severità. Un quadro destinato probabilmente a peggiorare proprio per effetto delle varianti. Secondo l’ultima indagine rapida condotta dall’Istituto superiore di sanità, pubblicata lo scorso 2 luglio, la Delta (prima denominata “indiana” B.1.167.2) aveva una prevalenza pari al 22,7%, con un range tra lo 0 e il 70,6%. La prevalenza della variante Alfa (B.1.1.7, prima definita ‘inglesè) era invece del 57,8%. La variante Gamma (P.1, precedentemente “brasiliana”) aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%). Quanto alla Beta (prima denominata “sudafricana” B.1.351) – che sta registrando una crescita in Francia e che preoccupa perchè sembrerebbe essere più resistente ai vaccini – l’ultima indagine dell’Iss non l’ha rilevata in alcuna Regione. Secondo una successiva stima, però, la Delta è ormai presente nel 32,6% delle sequenze depositate dal nostro Paese nella banca internazionale Gisaid, che raccoglie le mappe genetiche del virus SarsCoV2 da tutto il mondo, mentre la variante Alfa è scesa al 37,9%.

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