Ci scrive Daniele Scalera che lo scorso 15 luglio ha combattuto con il mare agitato di Cefalù. E’ riuscito a salvarsi ed ora vuole ringraziare i sanitari che lo hanno curato presso l’Ospedale Giglio. Pubblichiamo la sua lettera integrale.
Mi chiamo Daniele Scalera, sono un marito e padre di una bambina di cinque anni che si è trovato nella splendida Cefalù per poter trascorrere la villeggiatura senonché sono stato reduce di un brutto incidente.
Dal 15 luglio, giorno in cui il mare agitato mi stava trascinando nel fondo. Ho fatto tutto il possibile per non soccombere contro la forza del mare al punto da riuscire a salvarmi con tutte le mie forze. Da quel momento sono stato soccorso e portato in pronto soccorso di Cefalù. Una volta sedato e intubato le mie condizioni critiche hanno destato preoccupazione ai medici del reparto di terapia intensiva al punto tale da avvisare mia moglie di provvedere ad avvisare gli altri parenti. Miracolosamente le mie condizioni sono migliorate da poter essere estubato in quanto in grado di respirare da solo. Ad oggi sono passati nove giorni posso dire di stare bene ma tuttora ho ansia di riabbracciare i miei familiari. Il mio immenso ringraziamento va ai medici ed infermieri della terapia intensiva che mi hanno salvato e i medici ed infermieri del reparto di medicina che mi hanno curato. Inoltre il mio grazie va a tutta la comunità di Cefalù che si è stretta a mia moglie e mia figlia aiutandola in ogni momento. Il mare, fonte di ispirazione di artisti e scrittori, ha mostrato la sua natura violenta e spietata. Con orgoglio posso raccontare questa disavventura e ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato. (Daniele Scalera)