Giuseppe Cespa secondogenito di quattro figli, nasce a Trappeto, in provincia di Palermo, il 5 marzo 1927 da Giovanni, fotografo Termitano ed Angela Imbraguglio di Cefalù. Frequenta la scuola superiore a Termini Imerese ed in seguito l’istituto industriale a Palermo ma lascia la scuola per intraprendere la sua vera passione trasmessagli dal papà: la fotografia. Inizia a fare il fotografo per Radio Squadra, che si occupava delle scuole siciliane. La fotografia lo porta a girare per la Sicilia: Caronia, Mistretta, S. Stefano di Camastra. Lo studio fotografico era a Termini Imerese ed è qui che si sposa ed ha 3 figli. All’inizio degli anni ’60, ammaliato dalle bellezze naturali di Cefalù, apre uno studio fotografico con annesso laboratorio di stampa in Viale Principe Umberto accanto la farmacia del dott. Battaglia. Con quest’ultimo instaura un fraterno rapporto d’amicizia che dura ancora oggi, entrambi condividevano fra l’altro la passione per la pesca. In quegli anni non esistevano ancora gli apparecchi di sviluppo e stampa automatici, e per correggere le dominanti, bisognava dosare manualmente le componenti ciano, magenta e giallo della luce emessa, per poi procedere alla provinatura e scegliere il colore più naturale per le copie da stampare. In Sicilia è stato il primo fotografo degli anni ’60 a realizzare stampe a colori. Molti degli attrezzi nello studio fotografico li costruiva lui stesso: realizzava le lampade per i fari dello studio con i barattoli del concentrato di pomodoro ” i lanniri da salsina”. Giuseppe toglieva il coperchio, nel fondo creava un foro nel quale applicava il supporto dove applicare la lampada.
Lo studio Cespa di Viale Principe Umberto andava bene e Giuseppe assume due impiegate: le sorelle Re di Lascari e Giuseppe s’innamora di una delle due, Enza. Subito dopo l’approvazione della nuova legge sul divorzio, formalizza la separazione dalla prima moglie. Giuseppe Cespa ed Enza lavorano insieme, fotografano panorami e scorci della loro bella Cefalù, sono presenti alle manifestazioni che si svolgono nella cittadina normanna: la moda mare, il Cantagiro e tante altre. “Pippo”, come lo chiamano gli amici, si alzava al mattino presto per cogliere la luce migliore che metteva in evidenza i particolari della splendida Cefalù: altro che photoshop odierna! Ritornava in laboratorio, si chiudeva nella camera oscura e faceva vari “provini” (prove di stampa con diverse impostazioni, annotando queste ultime sul retro) fino a quando raggiungeva il suo obiettivo.
Lo studio Cespa si trasferisce in Via G. Matteotti e nel 1971 in Piazza Garibaldi. Nello stesso anno nasce Katia, la primogenita di Giuseppe Cespa ed Enza Re. Nel 1976 nasce il secondogenito Dario. Tutti ricordano a Cefalù la finestra dello studio Cespa che sporgeva in Discesa Paramuro in cui Giuseppe proiettava le diapositive dei suoi soggetti: le foto della vita della vecchia marina, gli scorci ed i panorami di Cefalù. Durante il carnevale, le mamme portavano i bambini vestiti in maschera nello studio addobbato a tema per farli immortalare, alcuni in pose buffe, altri poco entusiasti (un po’ per i flash e un po’ per i vestiti scomodi ed il make-up) in lacrime. Negli anni ’80 lo studio si trasferisce in Via Porto Salvo. Era un locale di proprietà del barone di Bordonaro, che dalla suddetta Via arrivava alla Via Mandralisca di fronte il Museo omonimo. In questo Cortile i Cespa esponevano tutto l’anno i loro quadri. In estate, in Via Mandralisca iniziava una Mostra Collettiva con vari artisti cefaludesi e la strada diventava una vera e propria Galleria d’arte a cielo aperto ed anche i Cespa esponevano le loro opere. Giuseppe confezionava lui stesso i suoi quadri, foto, cornici, vetri li montava da solo. Dalla stampa delle foto al taglio e assemblaggio delle cornici, Giuseppe si occupava di tutto con una cura quasi maniacale. Lo studio Cespa era conosciuto non solo a Cefalù ma anche nei paesi limitrofi. Per i clienti appassionati di fotografia, Giuseppe aveva sempre un consiglio pronto: “Al sole una velocità di otturazione di 1/125 di secondo con un’apertura del diaframma di f11 o f16”. Queste piccole perle di saggezza permettevano a chi si iniziava alla fotografia, soprattutto con le più complicate macchine reflex, di ottenere da subito risultati incoraggianti. La sua spiccata abilità creativa e manuale non si limita alla fotografia: L’arredamento del negozio, le voliere dove teneva suoi amati canarini (una passione che lo ha accompagnato a lungo) gli acquari durante il periodo in cui si appassiona all’acquariofilia e qualsiasi altra cosa che possa essere creata ad-hoc.
Nonostante i figli non abbiano rilevato l’attività familiare, non sono stati immuni al contagio della sua creatività: Katia frequenta l’istituto d’arte esprimendo la propria creatività su metalli, stoffe ed altri supporti. Dario combina la sua prima professione di istruttore subacqueo con la fotografia e video, pubblicando su riviste del settore. Anche Enza esprime la propria creatività al di là della fotografia con composizioni di fiori essiccati, conosciute in Giappone come “Ikebana”. Nelle realtà di paese, chi in paese non è nato e cresciuto è spesso visto come un “outsider”, ma possiamo dire con certezza che l’amore di Giuseppe Cespa per questa città va oltre, e si trova incorniciato e appeso in bella vista nelle case di molti cefaludesi: Una foto del matrimonio sul comodino, una panoramica scattata dal lungomare in salotto o una del Cristo Pantocratore con una elaborata cornice dorata in camera da letto. In occasione della mostra fotografica del 1977, fatta all’hotel S. Lucia ed inaugurata dal vescovo Cassisa, il prof. Domenico Portera a quei tempi assessore al turismo al Comune di Cefalù scrive di Pippo Cespa: Per Giuseppe Cespa la fotografia non è piatta comunicazione , una visualizzazione di un momento paesaggistico, ambientale senza vitalità, plasticità; per lui la fotografia è espressione di un mondo vivo in grado di vincere qualsiasi senso statico alla quale sembrerebbe per sua natura condannata. E’ nella realizzazione e concretizzazione del suo impegno creativo Cespa ha trovato tra l’altro, la materia a lui favorevole: l’ambiente, il paesaggio, i monumenti, la Città di Cefalù, insomma. Ho motivo di ritenere, anche tenendo conto alcuni ritratti rimasti classici nella storia della fotografia che riguarda Cefalù, che Giuseppe Cespa sia uscito da tale sfida nettamente vincitore, perchè ci ha offerto un modello nuovo pur in un contenuto vecchio. Dopo la quinta edizione della “personale” del 1980 in Via Mandralisca, Gaetano Ribaudo scrive di Giuseppe Cespa: Ho colto una perfetta simbiosi tra la macchina fotografica e Pippo Cespa che conosco da bambino. Acuto osservatore, scrupoloso tecnico, regista del colore e della luce crea e sviluppa le sue foto su uno sfondo pittorico dove l’elemento estetico si plasma con l’elemento ottico-descrittivo. Coglie con una sorta di originalità espressionistica e di sottile romanticismo i momenti più lirici del paesaggio naturale soprattutto di quello cefaludese e rende vive le figure umane senza cadere nello stereotipia. Pippo Cespa il 5 marzo u.s ha compiuto 94 anni . In occasione del piano bar emigrati Katia Cespa ha espresso il desiderio di regalare un quadro con cornice con la foto panoramica di Cefalù ad un partecipante alle borse di studio del Kefablog. La foto con relativa cornice sono state realizzate dal papà Pippo Cespa.