Nelle giornate del 25 e 26 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’ONU nel 1999, l’istituto “Jacopo Del Duca – Diego Bianca Amato” ha puntato alla sensibilizzazione con due momenti di grande intensità. Il primo, il 25 novembre, si è tenuto in piazza Duomo, con un flash mob degli studenti e la diffusione di adesivi di grande effetto comunicativo, che rappresentano le muse delle più note opere d’arte sfigurate dai lividi e ferite al volto.
Il secondo momento si è tenuto presso la scuola il giorno dopo, con un incontro col Capitano dei Carabinieri Marco Dal Bello sui temi relativi alla tutela delle vittime di maltrattamento e alla prevenzione di tutti gli atteggiamenti anomali o morbosi che possono celare un potenziale pericolo. Dalla condivisione forzata della password dei propri social fino al controllo su come ci si veste o su come si spendono i propri soldi, arrivando addirittura al revenge porn come arma di vendetta, il Capitano ha mostrato come ci troviamo a volte a essere colpevolmente indulgenti verso modelli malati. Alla fine dell’incontro è stato proiettata una video testimonianza di Lana Brancato, madre della giovanissima Roberta, la ragazza di Caccamo che lo scorso anno ha perso la vita, uccisa dalla persona che diceva di amarla.
Nel mondo una donna su tre, nel corso della vita, subisce violenza fisica e/o sessuale. Il maltrattamento ha varie forme: femminicidi con stime che parlano di 137 donne uccise ogni giorno dal partner o da un familiare; tradizioni culturali che sfociano nelle mutilazioni genitali femminili e in matrimoni precoci e forzati, che solo nel 2019 hanno riguardato il 16% delle ragazze fra i 15 e i 19 anni. «Il messaggio importantissimo che emerge da queste due giornate – commenta il Dirigente scolastico Antonella Cancilla – è che il femminicidio non è una malattia ereditaria ma una violenza strutturale, cultura di possesso che si può sovvertire».