Più che i contagi, 7.803 in calo rispetto ai 12.949 del giorno precedente, in Sicilia preoccupa il tasso di ospedalizzazione dei positivi al Covid. Secondo l’Agenas l’isola è a quota 30%, sei punti in più rispetto alla media nazionale, con un ritmo d’incremento che farebbe ipotizzare, senza una inversione di tendenza, l’arrivo della zona arancione. I ricoverati sono 1.303 ricoverati, 42 in più rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 138, 5 casi in più, e un tasso di occupazione del 16%, un punto in meno della media nazionale.
«Faccio appello ancora una volta a tutti. La situazione ospedaliera – afferma il governatore Nello Musumeci – dimostra sempre di più come lo status vaccinale faccia la differenza, essendo tantissime le complicanze su tutti i pazienti non vaccinati. Mi aspetto, alla pari di questi ultimi giorni, un’adesione convinta». E’ molto probabile che si vada, inoltre, verso una ulteriore proroga della vacanze di due giorni, in modo da mantenere chiuse le scuole fino a domenica prossima, decisione preannunciata dall’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla, che potrebbe essere ufficializzata già oggi dopo le verifiche della curva epidemiologica e un nuovo confronto con i sindaci che spingono per la Dad almeno sino a fine gennaio. “Se si fa riferimento a quanto richiesto dai presidi e dalle amministrazioni locali unanimemente, cioè di avere il tempo sufficiente per applicare le nuove e diverse modalità di gestione delle quarantene e dei servizi anticovid all’interno delle scuole, valutando anche il personale disponibile – ha detto l’assessore Lagalla – ecco credo che tre giorni e forse anche 5 siano tecnicamente importanti». Una soluzione complicata, a meno che la Sicilia non entri in zona arancione, a quel punto saranno i comuni a potere decidere in autonomia; in ambienti istituzionali circola la voce che addirittura la Sicilia potrebbe spingere per chiedere a Roma la zona ‘rossa’ per alleggerire gli ospedali in sofferenza, una ipotesi smentita dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza.