Una storia incredibile arriva dalla provincia di Catania. Due genitori avrebbero usato come “merce di scambio” la propria figlia 14enne con un amico di famiglia con il quale la ragazzina era costretta a convivere e ad avere rapporti in cambio di cibo e soldi. Arrestati i due genitori e l’uomo, che era il “padrino” di cresima della minorenne. Gravi le accuse nei loro confronti. Concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
I due genitori hanno 49 e 41 anni. Il padrino di anni ne ha 43. L’inchiesta, spiega la Direzione distrettuale antimafia, ha fatto emergere «un contesto familiare assai degradato nell’ambito del quale il padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di grave indigenza economica e dimostrando un’assoluta incapacità genitoriale, avrebbero esercitato nei confronti della figlia poteri corrispondenti al diritto di proprietà, inducendola con violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale con il suo padrino di cresima, per ottenere cibo e denaro». La giovanissima ragazza era utilizzata come vera e propria “merce di scambio”. Sarebbe stata ripetutamente costretta ad accompagnarsi al “compare”, con cui aveva dovuto instaurare una relazione di convivenza, nonché ad intrattenersi nella sua abitazione anche nelle ore notturne e a provvedere, tra l’altro, alla preparazione dei pasti e alle faccende domestiche. La coppia avrebbe anche rimproverato e picchiato la figlia affinché si «comportasse bene» con l’uomo. Il padre avrebbe minacciato di “fare danni” con un’assistente sociale che era intervenuta per problemi di dispersione scolastica di un’altra figlia più piccola.