Trajkovski allo scadere punisce l’Italia, gli Azzurri sono fuori dal Mondiale

La maledizione dei play off colpisce ancora. Un gol dell’ex palermitano Trajkovski al novantaduesimo manda in paradiso la Macedonia del Nord e ci priva del secondo Mondiale consecutivo. Dopo la Svezia quattro anni e mezzo fa arriva un’altra doccia fredda, anzi freddissima, una punizione sicuramente troppo severa per una squadra che ha chiuso imbattuta il suo girone di qualificazione e che paga il pareggio casalingo con la Bulgaria e i due rigori sbagliati con la Svizzera. Non sono bastati novanta minuti tutti all’attacco all’Italia, incapace di aggirare il muro macedone e andata sotto allo scadere, quando ormai non c’era più tempo per recuperare. Otto mesi dopo il trionfo di Wembley restiamo fuori dal Mondiale e le lacrime stavolta non sono di gioia.
LA PARTITA. Non è la stessa Italia dell’Europeo quella che scende in campo al ‘Barbera’ e non potrebbe essere altrimenti visti gli infortuni di Spinazzola, Chiesa e il forfait di Di Lorenzo. Ma per sette undicesimi è la formazione della finale con l’Inghilterra: in difesa restano fuori Bonucci e Chiellini, Gianluca Mancini affianca Bastoni e sugli esterni agiscono Florenzi ed Emerson. A centrocampo confermati Barella, Jorginho e Verratti e tridente offensivo con Immobile, Berardi e Insigne. Orfana del suo giocatore più talentuoso, lo squalificato Elmas, la Macedonia del Nord è abbottonata in un 4-4-2 dove il peso dell’attacco è sulle spalle di Milan Ristovski e dell’ex palermitano Trajkovski.
Le regole di ingaggio sono chiare: è l’Italia a dover fare la partita, nel tentativo di penetrare il blocco medio basso che rappresenta l’identikit di una Macedonia tutta schierata a difesa della propria porta. Al 3’ il primo tentativo è di Emerson, ma il suo destro sorvola la traversa. Gli Azzurri stazionano stabilmente nei pressi dell’area di rigore avversaria, senza però trovare il pertugio giusto. Il pallone passa spesso dai piedi educati di un ispirato Marco Verratti, che sulla sinistra dialoga con Insigne come ai tempi del Pescara di Zeman. Alla mezzora l’Italia va ad un passo dal vantaggio: Dimitrievski pressato rinvia sui piedi di Berardi, la porta è spalancata ma la conclusione è debole e il portiere macedone può bloccare senza difficoltà. C’è solo una squadra in campo, manca solo il gol. Ci prova Immobile, poi Insigne dalla distanza impegna Dimitrievski. Al 39’ da una ripartenza senza troppe pretese della Macedonia il pallone arriva a Churlinov, che si invola verso la porta ma viene fermato da Florenzi. Il difensore del Milan esulta come se avesse segnato. E nel finale di primo tempo arriva anche il primo tiro in porta della squadra di Milevski, con Donnarumma che blocca la conclusione di Trajkovski dopo un bello spunto di Bardi. Pensiero lapalissiano: serve un gol, altrimenti la partita si complica.
E l’Italia torna dagli spogliatoi intenzionata a prendersi ciò che le spetta. Tra i più vivaci c’è Berardi, che prima sfiora il palo con un bel mancino a giro e poi, servito da Verratti, è abile a liberarsi della marcatura di Musliu, ma dal limite dell’area calcia alto. La Macedonia alza il baricentro, ma senza scoprirsi, provando un pressing poco convinto che non ostacola la costruzione della manovra azzurra. Ancora sull’asse Verratti-Berardi l’Italia va vicina al gol, decisivo il salvataggio in extremis di Alioski. Entra Raspadori al posto di Insigne e alla mezzora Mancini manda in campo anche Pellegrini e Tonali per Immobile e Barella, con Raspadori che si sposta al centro e il romanista che si posiziona sulla sinistra. Raspadori dal limite dell’area non inquadra lo specchio della porta e poco dopo è Pellegrini ad avere una buona occasione, ma anche il tiro cross del capitano della Roma non porta frutti. Al novantesimo, pensando probabilmente già ai supplementari, il Ct fa altri due cambi: l’esordiente Joao Pedro per Berardi e Chiellini per Mancini. Al 92’ arriva però la doccia fredda. E’ un gran gol dalla distanza di Trajkoski a mandare avanti la Macedonia, che si giocherà martedì in Portogallo il pass per il Mondiale. Le speranze dei 33mila del ‘Barbera’ e di milioni di italiani si spengono sull’ultimo tentativo di Joao Pedro, ma il pallone non ne vuole proprio sapere di entrare. E il cammino verso il Qatar si interrompe qui.

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