Se vuoi vedere la città siciliana con il dialetto gallo-italico ecco dove devi andare. Puoi vedere la Venere di Morgantina

C’è un piccolo paesino nel cuore della Sicilia dove storia, cultura e folklore si mostrano nella loro interezza. Si tratta di Aidone, comune dell’ennese, che sorge sui monti Erei.

Un pò di storia

Il paesino, di probabile origine normanna, si estende su un’ampia superficie, lungo la quale è possibile visitare il sito archeologico di Morgantina, la Pompei sicula, che mostra tracce di un passato lontanissimo, risalente all’epoca del neolitico. L’area presenta due nuclei: l’acropoli della Cittadella, dove si trova il centro di Morgantina, e la contrada di Serra Orlando, dove troviamo le tracce della sede dell’insediamento urbano della città ricostruita, dopo la distruzione per mano di Ducezio, condottiero siculo.

La Venere di Morgantina

Tantissimi sono i reperti portati alla luce dagli scavi; spicca il ritrovamento della Venere di Morgantina, probabilmente rinvenuta dopo uno scavo illecito.  In merito a questa statua si è molto discusso, perché il tribunale di Enna aveva avviato una procedura penale per esportazione clandestina di un reperto archeologico e, secondo una prima ricostruzione dei fatti, una persona è stata ritenuta colpevole (poi condannata), perché aveva venduto la statua a una società inglese, che a sua volta si è trovata in trattativa con il Paul Getty Museum di Los Angeles nel 1998.

Solo dopo un esame più approfondito sulla pietra della statua, la cui natura rimandava senza alcun dubbio al calcare proveniente da una cava della riva del fiume Irminio, la statua della dea è tornata in Italia e dal 2011 si trova esposta presso il Museo archeologico di Aidone.

Il Castello di Aidone

Sempre nel territorio di Aidone, troviamo anche il Castello di Pietratagliata, che sorge su un’enorme rupe con la quale crea un tutt’uno. La sua posizione fa pensare che il castello abbia avuto scopo prettamente difensivo; si consideri pure che la torre, priva di ambienti interni e accessibile solo attraverso una scala a chiocciola, si trova in perfetta corrispondenza con la collina di Morgantina e con il castello di Aidone, con le quali comunicava per mezzo di segnali luminosi. Oggi il castello versa in uno stato di totale abbandono.

Posto sulla sommità di Aidone, sono ben visibili i resti del Castellaccio, una struttura di origine saracena, ma che fu dimora dei nobili nel medioevo; nei secoli mutò la sua destinazione d’uso, da castello a carcere, per crollare in seguito al terremoto del 1693.

Un dialetto gallo-italico

Una curiosità su Aidone è di natura prettamente linguistica: si tratta, infatti, del suo dialetto definito dai linguisti gallo-italico, influenzato dai coloni provenienti dalla Gallia Cisalpina, ovvero Lombardia e Piemonte, giunti in Sicilia per ripopolare paesi e città decimate dalle guerre. Aidone, trovandosi in una posizione più isolata, ha conservato la forma vernacolare,  oggi però parlata per lo più in ambito familiare, mentre si è diffuso, per ovvie ragioni legate a una più facile comunicazione con l’esterno, un siciliano contaminato. Un elemento che continua nonostante tutto a essere percepito immediatamente è, in termini tecnici, la mutola, cioè la presenza di una vocale a fine parola, che di fatto risulta muta, un elemento riconducibile alla  lingua francese.

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