«Cefalù è diventata invivibile ed è un ristorante a cielo aperto». Lo afferma il vescovo Giuseppe Marciante in una intervista rilasciata a Franco Mogavero che si può leggere integralmente sul sito della diocesi di Cefalù. «Cefalù è diventato un ristorante a cielo aperto. Il soggiorno, soprattutto tra le vie del centro storico, può risultare invivibile anche per i turisti. Spesso si ritrovano a respirare i fumi dei ristoranti, a non poter facilmente riposare per i rumori e gli schiamazzi che si protraggono fino a tarda notte». Marciante guarda all’accoglienza e aggiunge: «Il turista non cerca solo divertimento, ma un ambiente che sia anche di ristoro e di pace. Il turista non è solo un consumatore di divertimento. Cefalù è diventata invivibile: difficoltà nel parcheggiare, fumi dei ristoranti, i cattivi odori, i rumori. Si rischia che la nostra cittadina perda la sua identità. I suoi abitanti preferiscono andare fuori, chi ha la fortuna di avere una seconda casa va via, qualcuno emigra verso qualche paese limitrofo della costa. Così Cefalù viene abbandonata dai suoi storici abitanti. La casa di proprietà viene trasformata subito in un B&B. Il cittadino cefaludese lascia la sua casa. Da qui inizia il processo di desertificazione della città, a partire dal suo cuore: il centro storico». Per il Vescovo bisogna cambiare rotta: «A far la parte da leone nella pianificazione di una proposta turistica di qualità non ci può essere solo la logica del mero tornaconto economico immediato. Servono proposte che consentano al turista e al cittadino cefaludese di sperimentare la bellezza della cultura dell’incontro i cui tesori non staranno solo nei musei, ma anche nei cuori di entrambi».