Il borgo di Brucato sul Monte Castellaccio

Il borgo di Brucato, il cui nome deriva dall’arabo “Burqad”, è situato sul Monte Castellaccio, rappresentando un sito archeologico di notevole importanza storica. Le tracce di frequentazione risalgono alla preistoria, con reperti che includono frammenti di terracotta, selci, ossidiana, ornamenti d’ambra e ceramica. A partire dal VII secolo a.C., il sito fu ellenizzato, presumibilmente fungendo da presidio degli Imeresi per il controllo del territorio.

Le prime indagini di scavo, condotte negli anni ’30 dall’archeologa Jole Marconi Bovio, rivelarono ritrovamenti interessanti, inclusi quelli nell’area del villaggio medievale di Brucato. Negli anni ’70, si svolsero ulteriori scavi connessi al periodo medievale, esaminando villaggi abbandonati in quel periodo. Gli archeologi applicarono tecniche di scavo tipiche dell’archeologia preistorica ai villaggi medievali, dimostrando la persistenza delle tecniche costruttive nel corso dei secoli.

La missione francese, promossa dagli archeologi delle Università di Francia e Gran Bretagna, giocò un ruolo chiave negli scavi di Brucato. Durante il periodo 1972-1976, guidato dal prof. Jean-Marie Pésez, la prospezione confermò la collocazione dell’abitato in età Aragonese e rivelò la disposizione delle abitazioni prima della distruzione avvenuta nel 1338.

Gli scavi mostrarono che l’abitato aveva luoghi di culto, come una chiesetta a pianta basilicale e un’altra di età aragonese a pianta trilobata. Le quattro campagne di scavo furono finanziate principalmente dall’Ecole Française de Rome e dall’Istituto di Storia Medievale dell’Università di Palermo. La Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale, sotto la direzione di Vincenzo Tusa, supervisionò le ricerche.

 

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