E’ il costo del carburante a certificare uno dei più grossi “fastidi a pelle” per la cittadinanza comune, che naturalmente è influenzata dalla necessità di dover fare ricorso ad un mezzo che ne fa ricorso come l’automobile o simili ma il costo del carburante ha un impatto molto importante e decisamente sentito anche in ambiti produttivi e logistici. Il prezzo della benzina ha visto nel corso degli ultimi anni importanti “picchi” ed in generale rappresenta qualcosa di estremamente difficile da individuare in una singola causa, anche se alcuni cambiamenti sono generalmente “programmati”. Il costo del carburante aumenterà di nuovo nel corso delle prossime settimane?
E’ una domanda lecita in modo evidente con l’approssimarsi dell’estate, che è naturalmente legata alle partenze estive.
Ma il costo del carburante viene come anticipato, influenzato da numerosissimi fattori, alcuni di questi risultano essere anche “anticipabili”.
Attenzione al prezzo della benzina: ecco cosa sta succedendo
Il problema dell’inquinamento è solo uno dei tanti, già messo in conto e contrastato in parte ed in maniera non completamente omogenea tra tutte le nazioni europee, data la disponibilità comunque relativamente limitata delle risorse che permettono l’approvvigionamento: è risultato evidente come anche gli scenari geopolitici, ad esempio la Guerra in Ucraina che ha portato anche la necessità di calmierare i prezzi per nazioni come l’Italia.
Ma anche in contesti successivi, difficoltà di approvvigionamento oltre alla necessità di tassare opportunamente i rifornimenti dei principali carburanti di origine fossile come benzina e diesel, in altri casi gli aumenti sono legati alla necessità ed alla richiesta maggiore, attualmente il contesto è relativamente tranquillo con una media del costo della benzina in città su 1.850 euro al litro e 1.735 per il diesel, non contando i costi in autostrada, in prossimità del mese di giugno questi potrebbero aumentare di circa il 10 % durante la fase critica.
Diverso il discorso legato ad una nuova imposta che però dovrebbe essere applicata a partire dal 2027 per tutti i carburanti di origine fossile, quindi diesel e benzina, ossia l’Ets, una tassa che nelle intenzioni andrà a modificare l’apparato effettivo dei rifornimenti per ridurre sensibilmente l’approvvigionamento inquinante di questi elementi, e favorire quindi l’utilizzo di veicoli elettrici o ibridi. Naturali le proteste anticipate anche se i vertici europei assicurano che l’Ets non dovrebbe entrare in vigore prima di qualche anno, e non dovrebbe modificare molto il costo che presenterà al dettaglio del carburante (si parla di una decina di centesimi ogni litro di carburante raffinato)