Cefalù, la festa del Salvatorello un viaggio nella storia e nella tradizione

Ogni anno, il 2 luglio, la città di Cefalù si illumina con la celebrazione della Festa del Salvatorello, un evento intriso di storia, devozione e tradizione. Questo giorno speciale è dedicato alla chiesetta situata all’ingresso della città, un luogo che ha giocato un ruolo fondamentale nella vita spirituale e sociale della comunità locale.

La tradizione della Festa del Salvatorello risale alla prima metà dell’800, un periodo segnato dalla devastante epidemia di colera che colpì molte parti della Sicilia. Tuttavia, Cefalù fu miracolosamente risparmiata dall’epidemia del 1837. Una lettera del servizio telegrafico di Tusa, datata 19 luglio 1837, informava che mentre un lazzaretto era stato allestito a Tusa per i colerosi, Cefalù rimaneva immune dal morbo. In quegli anni, il canonico Santi Barranco, rettore della chiesetta, si impegnò per ampliarla. Il 2 luglio 1855, la nuova chiesa fu consacrata dal vescovo Ruggero Blundo.

All’interno della chiesa ampliata fu collocata una statua di Gesù Salvatore, scolpita da Salvatore Restivo nel 1837, originariamente situata nella piccola chiesetta adiacente. Nel luogo della vecchia statua fu posta una nuova, sempre opera del Restivo.

La festa del Salvatorello nei primi anni del ‘900 in una foto di Salvatore Di Francesca

Nel 1911, Cefalù fu nuovamente risparmiata dal colera. In segno di gratitudine, il canonico Giuseppe Restivo, rettore della chiesa, decise di rifare l’altare. Dopo diversi anni di progettazione e lavori, nel 1916 commissionò una nuova statua del Salvatore a una ditta romana. La statua, identica a quella del Salvatore nel palazzo vescovile, giunse a Cefalù nel 1922, ma fu danneggiata durante il trasporto. Dopo essere stata riparata, fu benedetta solennemente il 2 luglio 1923 dal vescovo Giovanni Pulvirenti.

Di fronte al tempietto dedicato al SS. Salvatore alla Torre, si erge una croce in ferro battuto che da ormai cento anni è simbolo di fede e resistenza. Collocata nel 1914, in occasione della conclusione delle giornate di evangelizzazione predicate dai Padri Passionisti, questa croce ha una storia travagliata. Il 4 marzo 1917, fu ricollocata nella sua ubicazione originaria dopo essere stata divelta e gettata nel fiume da alcuni estremisti. La comunità, guidata dal vescovo mons. Sansoni, organizzò una solenne processione per riparare l’oltraggio, testimoniando la fede in Cristo Salvatore del mondo.

Per celebrare il centenario di questo evento, il 4 marzo 2017, la croce recentemente restaurata verrà arricchita da un artistico lume e la sua base di cemento sarà rivestita con pregevole marmo di Carrara. Questo monumento muto e silenzioso continua a testimoniare la fede del popolo di Cefalù, un segno intramontabile che resiste alle mode e alle ideologie del mondo, ricordando che solo Cristo rimane ieri, oggi e sempre.

Una delle tradizioni più visibili e amate della Festa del Salvatorello è l’esposizione dello stendardo sulle mura della chiesetta. Inizialmente collocato tra i due campanili utilizzando come pennone la croce sopra la chiesa, negli anni ottanta, per ragioni di sicurezza, fu spostato vicino alla terrazzina.

Negli anni, lo stendardo originale si deteriorò e per molto tempo non fu esposto. Nel 2015, in occasione del 60° anniversario della presenza dei Padri Giuseppini a Cefalù, la pittrice Patrizia Milazzo realizzò un nuovo stendardo, alto due metri e quaranta centimetri e largo un metro e cinque centimetri. Benedetto il 23 giugno 2015, questo stendardo è ora esposto all’inizio della novena per la festa del 2 luglio.

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