Cefalù e il suo Campione Olimpionico: la storia di Francesco Glorioso

Mentre il mondo guarda con ammirazione gli atleti che si sfidano alle Olimpiadi di Parigi […]

Mentre il mondo guarda con ammirazione gli atleti che si sfidano alle Olimpiadi di Parigi 2024, Cefalù si volge indietro nel tempo per ricordare il suo grande campione olimpionico: Francesco Glorioso. Un nome che, per questa cittadina siciliana, rappresenta un simbolo di eccellenza sportiva e dedizione, il primo e unico vero campione olimpico che Cefalù abbia mai conosciuto.

Francesco Glorioso si fa conoscere dal mondo nel 1964, quando, a soli 23 anni, prende parte alla XVIII Olimpiade a Tokyo. Membro della Marina Militare Italiana, fa parte dell’equipaggio dell’otto con timoniere nel canottaggio, una disciplina che richiede non solo forza fisica, ma anche una sinergia perfetta tra i membri dell’equipaggio. Per l’Italia, quella è la terza volta che un otto militare si presenta alle Olimpiadi, e Francesco contribuisce a portare l’equipaggio al sesto posto, con un tempo di 6’42”78.

In quel lontano 1964, l’Italia pone una grande attenzione nella preparazione del suo otto olimpico. L’equipaggio è un mix di giovani talenti provenienti dalle diverse forze armate: due Carabinieri, quattro Marinai – tra cui Francesco Glorioso – e due vogatori civili, con un timoniere della Moto Guzzi. È una squadra che unisce disciplina militare e passione sportiva, allenata da Mario Bovo, anche se quest’ultimo non può accompagnarli in Giappone a causa di limitazioni imposte dalla Federazione.

La gara olimpica di Tokyo è una prova di resistenza e concentrazione. Una cronaca dell’epoca racconta come l’equipaggio italiano, già in difficoltà a causa di un inizio poco favorevole, si trovi a gareggiare quasi al buio, illuminato solo dai razzi lanciati dagli organizzatori giapponesi. Gli Stati Uniti, la Germania e l’URSS scattano avanti, lasciando l’Italia a rincorrere. Nonostante lo sforzo, l’equipaggio italiano conclude la gara al sesto posto, con il treno che non riesce a recuperare il terreno perso.

Ma per Glorioso, la strada verso Tokyo inizia molto prima. Nel 1962, mentre svolge il servizio di leva obbligatorio, scopre la passione per il canottaggio. Dopo aver servito a Taranto e Messina, viene trasferito a Sabaudia, dove si allena intensamente e vince un campionato italiano. La sua determinazione lo porta a essere selezionato per le Olimpiadi del ’64. Una volta tornato in patria, continua la sua carriera sportiva, partecipando agli Europei del ’66 e vincendo un altro campionato italiano nel ’68.

Nonostante il successo, la vita di Francesco Glorioso rimane quella di una persona umile, dedita al servizio e attenta ai bisogni degli altri. Negli anni successivi, tenta di contribuire allo sviluppo sportivo della sua amata Cefalù, proponendo iniziative per coinvolgere i giovani nelle discipline sportive, ma senza ricevere il sostegno necessario. Alla fine dei suoi giorni, trascorre il tempo immerso nella lettura della Bibbia, mantenendo la stessa serenità che lo ha sempre contraddistinto.

Glorioso si spegne nel 2022. Oggi, mentre il mondo celebra gli atleti delle Olimpiadi di Parigi, Cefalù ricorda Francesco Glorioso, un uomo che ha vissuto con passione e che ha portato il nome della sua città sulle acque di Tokyo. La sua storia è un monito di quanto lontano possa portare la determinazione, anche quando il treno della vita sembra rallentare.

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