Stalli e permessi rosa: cosa sono e come funzionano?

Stalli e permessi rosa: cosa sono e come funzionano? di: Roberto Brocato Negli ultimi anni, […]

Stalli e permessi rosa: cosa sono e come funzionano?
di: Roberto Brocato
Negli ultimi anni, c’è stata molta confusione e dibattito riguardo agli “stalli e permessi rosa”. Questi stalli, riservati alle donne in gravidanza e ai genitori con bambini di età inferiore ai due anni, sono stati oggetto di diverse interpretazioni e modalità di realizzazione, con alcune amministrazioni che li hanno colorati interamente di rosa, altre di giallo, e altre ancora di una combinazione di entrambi i colori. Nel 2021, un decreto legge ha ufficialmente introdotto questi stalli, prevedendo contributi per le amministrazioni locali che li avessero realizzati. Tuttavia, nonostante l’introduzione legislativa, molte amministrazioni hanno iniziato a implementare questi stalli prima che le norme attuative fossero formalmente stabilite dal legislatore.

Alcune amministrazioni e comandanti più scrupolosi hanno richiesto chiarimenti ai ministeri competenti. Sia il Ministero delle Infrastrutture prima che il Ministero dell’Interno dopo hanno risposto, che per l’attuazione di quanto stabilito dal Codice della Strada (C.d.S.), era necessario attendere le modifiche al regolamento del C.d.S. stesso, cui fa riferimento il nuovo articolo 188-bis del C.d.S. che stabilisce che gli enti proprietari delle strade possono allestire spazi di sosta riservati a donne in gravidanza e genitori con bambini sotto i due anni, secondo le modalità definite nel regolamento. Per usufruire di questi stalli, le donne in gravidanza o i genitori devono ottenere un “permesso rosa” rilasciato dal comune di residenza, sempre seguendo le modalità stabilite dal regolamento.

La confusione normativa e le interpretazioni errate

Come si può evincere dalla normativa, il “regolamento” citato si riferisce al Regolamento di esecuzione e di attuazione del C.d.S., non a un regolamento comunale. Infatti, il Codice della Strada non attribuisce ai comuni la facoltà di regolamentare autonomamente questa materia. Nonostante ciò, alcune amministrazioni comunali, interpretando erroneamente i commi dell’articolo 188-bis, hanno agito senza attendere le modifiche al regolamento del C.d.S., decidendo di emettere ordinanze locali che disciplinano la richiesta e il rilascio del “permesso rosa”.

Il Ministero delle Infrastrutture ha chiarito, rispondendo a un apposito quesito, che l’emissione di ordinanze per istituire spazi riservati alla sosta delle donne in gravidanza sarà possibile solo dopo le modifiche al regolamento del C.d.S., che, al momento, non sono ancora state emanate. Questa situazione ha portato a una grande varietà di interpretazioni locali su come e quando rilasciare questi permessi, creando confusione tra i cittadini e le amministrazioni.

L’incertezza normativa e le conseguenze per le Amministrazioni Locali

Ogni ente, in assenza di norme nazionali chiare, ha adottato criteri differenti per il rilascio del permesso rosa: alcune amministrazioni richiedono un’autodichiarazione all’inizio della gravidanza, altre un certificato medico, altre ancora specificano che il permesso deve essere rilasciato solo dopo un certo mese di gravidanza. Anche il colore, la durata, la tempistica per il rilascio e la validità del permesso variano da comune a comune. Questo approccio frammentato ha creato incertezza e difficoltà per coloro che hanno diritto a questi permessi, come le donne in gravidanza e i genitori di bambini piccoli.

Criticità della Legge e suggerimenti di modifica

Una critica personale nei confronti della legge attuale riguarda il fatto che il beneficio del permesso rosa è riservato esclusivamente ai genitori, senza includere altre figure che potrebbero accompagnare i bambini, come nonni, zii, affidatari, tutori o altre persone incaricate dai genitori. Sarebbe stato utile aggiungere una clausola che estendesse questo diritto a qualunque persona autorizzata a occuparsi del bambino in assenza del genitore. La legge, tuttavia, è chiara nel suo riferimento esclusivo ai genitori, come confermato anche dal Ministero dell’Interno che ha ribadito che il permesso rosa non può essere utilizzato da persone diverse dai genitori.

Aggiornamenti normativi e prospettive future

Recentemente, il Ministro Salvini ha dichiarato che, le modifiche al Codice della Strada, entreranno in vigore a settembre. Ha inoltre garantito che il nuovo codice conterrà soluzioni ai problemi attualmente esistenti, inclusa la regolamentazione degli stalli rosa.

Conclusioni e raccomandazioni finali

Fermo restando la necessità che le amministrazioni locali attendano le norme attuative, per garantire una corretta applicazione della normativa sugli stalli rosa, è essenziale che:

  1. Il legislatore adotti le norme attuative per dare esecuzione a quanto prescritto dall’articolo 188-bis del C.d.S.;
  2. A seguito di tali modifiche, le Giunte comunali emanino delibere di indirizzo appropriate;
  3. Vengano emesse ordinanze, firmate dai responsabili di settore, che definiscano le modalità per ottenere il “permesso rosa” o che facciano riferimento alle disposizioni del regolamento di esecuzione del C.d.S.

Auspichiamo, pertanto, che il legislatore apporti rapidamente le necessarie modifiche al regolamento di esecuzione del C.d.S. per evitare contenziosi inutili tra cittadini e autorità, che potrebbero portare a inutili perdite di tempo e ad eventuali costi legali a carico degli enti locali.

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