Nell’ambito dello sforzo globale per rilevare asteroidi e comete potenzialmente pericolosi, l’ESA sta sviluppando una serie di telescopi automatizzati, ispirati all’occhio composto degli insetti, per scrutare il cielo ogni notte.
Una rete di quattro telescopi ‘Flyeye’ distribuiti in tutto il mondo lavoreranno insieme per effettuare rilevamenti notturni del cielo e identificare automaticamente nuovi possibili oggetti vicini alla Terra (NEO) che potrebbero avere un impatto sul nostro pianeta.
Queste osservazioni saranno confermate dagli astronomi umani la mattina successiva, prima di essere inviate al Minor Planet Center, dove avvieranno le osservazioni di follow-up necessarie per comprendere meglio l’orbita dell’oggetto e la probabilità che colpisca la Terra.
“Stiamo lavorando per garantire che l’Europa abbia la capacità di rilevare asteroidi pericolosi più grandi di circa 40 milioni di metri poche settimane prima di un potenziale impatto”, afferma Holger Krag, responsabile del programma di sicurezza spaziale dell’ESA .
Ispirazione degli insetti
Sappiamo tutti quanto siano brave le mosche a rilevare il movimento: non importa da quale direzione colpiamo, evitano facilmente i nostri inutili tentativi di schiacciarle. Ciò è dovuto principalmente ai loro grandi occhi composti, che si sono evoluti nel corso di milioni di anni per aiutarle a rilevare il movimento ovunque in un campo visivo molto ampio e a sfuggire al pericolo.
I telescopi Flyeye dell’ESA prendono ispirazione, e il loro nome, da questi occhi insettoidi. Come l’occhio di una mosca, il telescopio divide la luce in arrivo in diversi canali. Ogni canale viene quindi focalizzato da una lente secondaria su un rilevatore separato. Questo design fornisce ai telescopi un campo visivo molto ampio rispetto a un telescopio tradizionale in grado di rilevare oggetti altrettanto deboli.
Un telescopio Flyeye scatterà un’immagine di una vasta regione del cielo notturno ogni pochi minuti, prima di passare a un’altra regione per ripetere il processo. Il software specializzato di elaborazione dati del telescopio rileverà automaticamente le differenze tra immagini consecutive della stessa regione e le segnalerà agli astronomi umani come prova di piccoli, deboli oggetti in rapido movimento che attraversano il fotogramma e che potrebbero essere nuovi asteroidi.
La mattina successiva, gli astronomi del Near-Earth Object Coordination Centre (NEOCC) dell’ESA verificheranno che le rilevazioni siano legittime e invieranno i dati al Minor Planet Center (USA). Gli astronomi useranno questi dati per effettuare osservazioni di follow-up con potenti telescopi con un campo visivo più piccolo. Ciò consentirà loro di misurare la traiettoria dell’oggetto con maggiore precisione e valutare il pericolo che rappresenta per il nostro pianeta.
“Il campo visivo estremamente ampio dei telescopi Flyeye ci consentirà di scandagliare il cielo notturno alla ricerca di oggetti interessanti o pericolosi molto più rapidamente di quanto potessimo fare prima”, afferma Richard Moissl, responsabile della difesa planetaria presso l’ESA.
opio di prima generazione ‘Flyeye-1’ è iniziato nel 2016, quando l’ESA ha firmato un contratto con un consorzio europeo guidato da OHB Italia.
All’interno del telescopio, un singolo specchio raccoglie la luce dall’intero campo visivo e la immette in un divisore di fascio a forma di piramide con 16 sfaccettature, che la divide in 16 tubi separati. Le lenti secondarie all’interno di questi tubi focalizzano la luce su singole telecamere, suddividendo una regione del cielo in 16 immagini più piccole per espandere il campo visivo del telescopio.
Il telescopio Flyeye-1 ha un diametro di 1 m e un campo visivo di 45 gradi quadrati, dove 1 grado quadrato copre un’area nel cielo circa quattro volte più grande della Luna vista dalla Terra. I telescopi di queste dimensioni hanno in genere un campo visivo molto più piccolo.
Il telescopio verrà sottoposto a test finali e validazione presso il Centro di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nella città di Matera, in Italia, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.
L’osservatorio
Una volta completato, il telescopio Flyeye-1 verrà trasportato in Sicilia, in Italia, per essere installato in un osservatorio dedicato vicino alla cima del Monte Mufara.
Il Monte Mufara è una montagna alta 1865 metri situata all’interno del Parco Naturale delle Madonie, a pochi chilometri dall’osservatorio dove l’astronomo italiano Giuseppe Piazzi scoprì il primo asteroide, il pianeta nano Cerere, nel 1801.
Nel 2019, l’ESA ha incaricato EIE Group di progettare e costruire un osservatorio per ospitare Flyeye-1 che soddisfacesse le esigenze tecniche del progetto, come la stabilità rispetto all’attività sismica, riducendo al minimo l’impatto ambientale e soddisfacendo i requisiti delle autorità del Parco delle Madonie, dei rappresentanti dei comuni locali e del vicino osservatorio GAL Hassin .
Il sito e la strada di accesso necessari per la costruzione dell’osservatorio sono stati messi a disposizione dall’ASI. La costruzione è iniziata a giugno 2024 e si prevede che sarà completata entro la fine del 2025, in tempo per l’arrivo del telescopio.
Occhio di mosca-2
L’ESA ha già avviato lo sviluppo del telescopio di seconda generazione ‘Flyeye-2’, che offrirà capacità di rilevamento degli asteroidi ancora maggiori, mantenendo un ampio campo visivo. Si prevede che ‘Flyeye-2’ sarà dispiegato nell’emisfero australe entro il 2028.