Castelbuono, la festa di fine anno con gli ospiti dall’Ucraina: il sindaco Mario Cicero racconta un Capodanno senza lustrini

Nell’ultima notte del 2024, Castelbuono si è trovata a vivere un momento diverso dal solito clima di festa e spensieratezza che caratterizza la fine dell’anno. Il sindaco Mario Cicero, come racconta in un post sul proprio profilo Facebook, ha deciso di condividere quei minuti di passaggio tra vecchio e nuovo anno insieme a un gruppo di ospiti ucraini fuggiti dalla drammatica guerra nel loro Paese. Lontano dai grandi assembramenti e dai “lustrini” che spesso animano le serate di San Silvestro, il primo cittadino, in compagnia dei familiari, ha portato calore e benvenuto alle famiglie ucraine che attualmente trovano riparo nella cittadina madonita.

Un Capodanno senza apparenza, ma ricco di significato

Secondo quanto riportato dal sindaco nel suo post, l’atmosfera che si è respirata in questa insolita festa di fine anno era segnata da un’emozione intensa: le famiglie ucraine, sfuggite a un conflitto che continua a lasciare tracce di dolore e incertezza, hanno mostrato una comprensibile fragilità quando i primi botti di Capodanno hanno iniziato a illuminare il cielo. I bambini, impauriti dal rumore che ricorda il fragore della guerra, si sono coperti il capo con i cappucci, cercando riparo lontano dalle finestre. Un gesto toccante che, nelle parole del sindaco, evidenzia la necessità di garantire non solo un tetto ma anche un ambiente di serenità a chi ha conosciuto la brutalità di un conflitto.

È in questa cornice che Mario Cicero, insieme alla figlia Concetta, alla madre Adele e ad altri componenti della comunità, ha voluto creare un momento di condivisione. Il contesto, spoglio dagli sfarzi e dai brindisi rumorosi, ha messo in luce la forza della solidarietà, ribadendo che accogliere chi soffre è un valore al centro dell’identità siciliana.

Una festa che diventa simbolo di accoglienza e pace

Diversi punti di vista convergono nel definire questa celebrazione di Capodanno come emblematica di un approccio diverso all’integrazione e all’ospitalità. Se da un lato alcuni abitanti di Castelbuono hanno colto l’occasione per offrire un segnale di speranza ai profughi ucraini, dall’altro, le stesse famiglie accolte hanno potuto vivere la fine dell’anno in un clima di calorosa condivisione, lontano – almeno per qualche ora – dai ricordi dolorosi.

In particolare, il sindaco ha ringraziato il dipendente Barreca e l’assessore Genghi, evidenziando quanto l’organizzazione e la predisposizione di spazi adeguati siano stati fondamentali per creare un contesto sicuro. La scelta di vivere il 31 dicembre in compagnia di questi ospiti è stata letta da molti come un atto simbolico, capace di richiamare l’attenzione sulla necessità di una “rete di pace” che coinvolga le comunità locali e i rifugiati.

Anche diversi osservatori esterni hanno sottolineato l’importanza di rendere pubbliche iniziative come questa: la testimonianza del sindaco Cicero, attraverso il suo profilo Facebook, mostra come la Sicilia possa offrire un modello di solidarietà in un momento storico in cui i flussi migratori e le situazioni di crisi umanitaria non smettono di interrogare le coscienze.

La notte di Capodanno a Castelbuono, secondo il racconto del sindaco Mario Cicero, è stata segnata da un momento toccante: l’incontro fra la quotidianità del festeggiamento e la dura realtà di chi cerca rifugio lontano dal fragore dei cannoni. Da questi gesti e dall’incontro umano può scaturire una speranza di serenità, non soltanto per il nuovo anno, ma per il futuro di una collettività più giusta e solidale. Nell’avvio del 2025, dunque, Castelbuono si conferma ancora una volta crocevia di storie e braccia aperte, ricordando quanto il senso di umanità sia capace di plasmare le scelte di una comunità intera.

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