La Festa di San Biagio a Cefalù sarà celebrata il 3 Febbraio nella Chiesetta dell’omonima contrada
La Festa di San Biagio a Cefalù sarà celebrata il 3 Febbraio nella Chiesetta dell’omonima contrada. La prima Messa con la Benedizione della Gola sarà alle ore 11.00. Nel pomeriggio, alle ore 18.
Questo il Programma
Festa di S. Biagio, Vescovo e Martire
Sabato 1 febbraio 2025
Ore 18.00
S. Messa con benedizione della Luce nei Primi Vespri della Presentazione del Signore (Candelora).
A seguire momento conviviale a cura della Cappellania di S. Biagio.
Domenica 2 febbraio 2025
Le celebrazioni saranno regolarmente in parrocchia.
Lunedì 3 febbraio 2025
Ore 11.00
S. Messa e benedizione della gola.
Ore 18.00
S. Messa e benedizione della gola.
La Chiesa di San Biagio appartiene al territorio della Parrocchia dello Spirito Santo. E’ facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni per Campella. Al Bivio, svoltare a sinistra seguendo le indicazioni San Biagio. LOCALIZZAZIONE GPS Latitudine 38° 0’14.71”, Longitudine 13°59’56.28”.
A Cefalù è forte la devozione a San Biagio e tanti i volontari che curano al Chiesa. Particolarmente legato a questo luogo sacro è la Comunità Scouts Masci e Agesci.
“La piccola chiesa e le abitazioni annesse sorgono nei pressi della vallata solcata dal torrente San Biagio, ai piedi dell’omonimo cozzo, aperto a nord verso il mar Tirreno e adiacente al bosco di Gibilmanna.
La chiesa, a unica navata con abside semicircolare rivolta a oriente, è coperta da un tetto in ligneo con capriate che poggiano su mensole intagliate ed è illuminata
da monofore laterali, molto svasate verso l’interno e delimitate superiormente da un grande elemento in cotto (G. Samonà, 1935, pp. 5-6).
Di particolare pregio sono gli affreschi che decorano l’abside, seguendo gli schemi iconografici delle decorazioni musive di età normanna: nella conca sono raffigurati gli
Apostoli, divisi in due gruppi attorno a una croce centrale, mentre nel catino è posto il Cristo Pantocratore nell’atto di benedire, secondo un modello mutuato dalla vicina
cattedrale di Cefalù; l’arco absidale è circondato da sette tondi con cartigli che contengono i busti di Profeti e Sibille e la pittura si estende anche ai tratti murari contigui, dove in alto è dipinta l’Annunciazione e in basso le figure di Santi vescovi e diaconi, tra cui è possibile riconoscere a sinistra San Nicola di Bari e a destra San Gregorio Magno e Santo Stefano.
Nella parete settentrionale della chiesa rimangono due pannelli con Sant’Onofrio e la Vergine del Soccorso, in origine inseriti in un programma decorativo più vasto che si estendeva all’intera navata, mentre nella parete di fronte è posto San Biagio, attorniato dai riquadri con gli episodi della vita del Santo.
Il ciclo pittorico, che va collegato alla diffusione della cultura figurativa valenziane e catalane in Sicilia, può farsi risalire alla seconda metà del XV secolo ed è stato accostato al maestro detto di San Martino, forse di provenienza spagnola e attivo nel siracusano (E. De Castro, 1988-89, pp. 42-49).
A valle della chiesa sono ubicate altre fabbriche disposte in due isolati paralleli, che racchiudono uno spazio interno, delimitato su uno dei lati corti da un’arcata. Questo insediamento è attestato per la prima volta nel 1521 quando vi si giunsero, i Domenicani, ma la sua origine va fatta risalire almeno al secolo precedente. Dopo la loro momentanea espulsione, alla metà Cefalù
LA CHIESA DI SAN BIAGIO
Cinquecento i monaci vi tornarono per opera di Girolamo Vitale e si stabilirono in un piccolo nucleo dipendente dal convento di Cefalù (B. Passafiume, 1645, pp. 30-32; R. Pirri, 1733, II, pp. 826; V. M. Amico, 1757-1760, p. 311). Nei secoli successivi il complesso è ricordato come beneficio semplice nella disponibilità dell’Arcidiaconato cefaludese, mentre attualmente è in parte abbandonato, eccetto la chiesa che è stata restaurata (G. A. De Ciocchis, 1836, p. 529).
(Fonte: N. Marino, Cefalù: la chiesa agreste di S. Biagio, in «Le Madonie», 4, 1-15 aprile 1999. riportato in I TESORI ARCHITETTONICI NEL PARCO DELLE MADONIE, a cura di Giuseppe Antista).