Si è Celebrata, ieri sera a conclusione della Solenne Processione, la Liturgia Eucaristica presieduta da Monsignor Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù. In apertura della Celebrazione, il Vescovo ha ricevuto con profonda gratitudine gli auguri giunti dalle autorità civili e militari, nonché dall’intera diocesi, dai sacerdoti, dai diaconi e dai fedeli. Auguri che rappresentano un segno di comunione profonda, un gesto che esprime sintonia e vicinanza con chi li riceve. Tra i tanti messaggi ricevuti, un augurio speciale è stato rivolto dal parroco della Cattedrale, e in questa occasione il Vescovo ha voluto salutare tutte le confraternite presenti, con un pensiero particolare alla Confraternita di San Giuseppe, custode della devozione al santo.
San Giuseppe evoca il calore della casa e della famiglia.
E nella Sua Omelia, Monsignor Marciante ha fatto riferimento al profumo di pane caldo (che poi sarebbe stato distribuito, Benedetto, ai Fedeli) , simbolo della familiarità e dell’armonia domestica. Questo semplice odore richiama la bellezza dei rapporti autentici, quei legami che, come il pane fatto in casa, hanno un sapore e un valore inestimabile. Maria, nella quotidianità di Nazaret, preparava quel pane, incarnando la figura della madre e custode della famiglia, mentre Giuseppe, con il suo lavoro, provvedeva al sostentamento, guadagnando il necessario per portare il pane in casa.
Il Vangelo di Matteo offre un identikit speciale di San Giuseppe, sottolineandone tre aspetti fondamentali. Egli è innanzitutto lo sposo di Maria, titolo che la Chiesa celebra solennemente. Inoltre, viene descritto come uomo giusto, discendente della stirpe di Davide, e infine come padre terreno di Gesù, investito della responsabilità di dare il nome al Figlio di Dio, come annunciato dall’angelo.
Significativo il ricordo del 19 marzo 2013, giorno in cui Papa Francesco celebrò la Messa inaugurale del suo pontificato, affidandosi alla protezione di San Giuseppe. In quell’omelia, il Santo Padre delineò la figura di Giuseppe come modello di educatore, colui che custodisce e accompagna umilmente Gesù nel suo cammino di crescita. “Giuseppe è custode perché sa ascoltare, si lascia guidare dalla volontà divina e, proprio per questo, è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate. Egli sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda e prende decisioni sagge, animate dall’ascolto della Parola di Dio”. Custodire Cristo nella propria vita significa custodire gli altri e l’intero creato, rispondendo con disponibilità e fiducia alla vocazione cristiana.
Un’altra data di grande rilevanza è il 19 marzo 2016, quando Papa Francesco firmò l’esortazione apostolica sulla famiglia, a conclusione del cammino sinodale. Anche Papa Benedetto XVI, in un’omelia, tracciò un ritratto di San Giuseppe, evidenziandone la giustizia e la concretezza: “Era un uomo pratico, di poche parole, ma dotato di una straordinaria capacità organizzativa. Solo un uomo con tali doti poteva affrontare la fuga in Egitto e organizzare il viaggio a Betlemme per il censimento, assicurando la protezione e il sostentamento alla Sacra Famiglia”.
San Giuseppe è anche un modello di speranza per i migranti e i lavoratori. Profugo per sfuggire alla persecuzione di Erode, rappresenta l’esempio di chi è costretto a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore. Falegname, o secondo studi recenti costruttore, era un uomo capace di molteplici mestieri, simile ai padri di famiglia di oggi che si adoperano con ogni mezzo per il bene dei propri cari.
Gesù, nei suoi insegnamenti, parla spesso di costruzione, forse un chiaro riferimento al lavoro del padre terreno (nella tradizione San Giuseppe è un Falegname, ma potrebbe essere, secondo studi recenti, un costruttore, uno che sa fare tutto). Giuseppe era un uomo giusto, rispettoso della legge e profondamente osservante della fede ebraica. Era anche un uomo di cultura, capace di affrontare con saggezza le sfide della vita. Non dobbiamo temere, come fece lui, di accogliere Gesù nelle nostre vite e farlo crescere nelle nostre famiglie, affidandogli la guida delle nostre case e dei nostri cuori.