Salvatore Di Paola, noto anche come il Cavaliere Salvatore, nasce il 4 ottobre 1908 a Cefalù che diventa il centro nevralgico della sua vita e delle sue opere. La sua figura è una delle più rilevanti nella storia della città, non solo per l’impegno che profuse nella promozione della cultura e del turismo, ma anche per il profondo legame che nutre per la sua terra natale. Tuttavia, la sua eredità rimane per lungo tempo nell’ombra, dimenticata dalla sua amata Cefalù, che egli cerca sempre di valorizzare. Egli non cerca mai fama o riconoscimenti per il suo operato, ma il suo lavoro instancabile continua a vivere attraverso le sue opere, le sue iniziative e il ricordo di chi lo conosce. La sua morte prematura, che avviene il 20 marzo 1976 a soli 67 anni, segna la fine di un’epoca di grande fermento per Cefalù, ma la sua figura resiste al passare del tempo, e oggi viene riscoperta e apprezzata. Le sue azioni e il suo impegno sono una testimonianza di dedizione, amore e passione per la sua città, che lo rendono un punto di riferimento per le generazioni successive.
Il contesto storico e sociale in cui Salvatore cresce e vive è segnato da eventi drammatici e trasformazioni significative. La Sicilia e, più in generale, l’Italia, si trovano ad affrontare le devastazioni della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, momenti che lasciano un’impronta indelebile nelle vite degli italiani. La società siciliana di inizio secolo è fortemente tradizionalista, con una forte divisione tra le classi sociali, ma anche segnata dalla povertà e dai profondi cambiamenti economici che la modernità porta con sé. Negli anni ‘30 e ‘40, la Sicilia è ancora una terra agricola, con la nobiltà e le famiglie borghesi che dominano le città, ma la crescita del movimento sindacale, l’avvento del fascismo e le tensioni sociali pongono le basi per una trasformazione. La Seconda Guerra Mondiale, che raggiunge la Sicilia nel 1943 con la Campagna d’Italia, cambia radicalmente il panorama politico, sociale ed economico. Cefalù, come il resto dell’isola, vive una realtà difficile, segnata da privazioni e bombardamenti, e la città si trova a dover affrontare nuove sfide legate al dopoguerra, alla ricostruzione e alla crescente attenzione al turismo.
Cefalù, durante la giovinezza di Salvatore, è una città che vive tra la tradizione e il tentativo di modernizzarsi, soprattutto grazie alla sua posizione privilegiata come destinazione turistica. L’economia della città è prevalentemente agricola, ma già a partire dagli anni ‘30 emerge l’importanza del turismo, che diventa un pilastro fondamentale per l’economia locale. In questo contesto, l’impegno di Salvatore Di Paola assume un significato particolare: egli si fa promotore di una Cefalù più moderna e proiettata verso il futuro, pur senza dimenticare le proprie radici culturali e storiche. La sua attività nel settore del turismo, la promozione della città come meta di visita per italiani e stranieri, rappresenta un passo fondamentale per il cambiamento che vivrà la città negli anni successivi. Salvatore diventa così una figura che, pur nell’incertezza e nelle difficoltà di un periodo di trasformazione, riesce a cogliere le opportunità per valorizzare la propria terra.
La famiglia di Salvatore Di Paola è il pilastro fondamentale su cui costruisce la sua vita e la sua visione del mondo. Nato in una famiglia borghese e benestante, cresce in un ambiente che gli permette di sviluppare una grande curiosità intellettuale e una forte consapevolezza culturale. Suo padre, Vincenzo, è un artigiano esperto nella lavorazione del ferro, un mestiere che gli consente di essere molto conosciuto a Cefalù. Vincenzo è anche un artista, capace di realizzare opere di grande valore come la grande croce sulla Rocca di Cefalù, simbolo che lega indissolubilmente il nome della sua famiglia alla città. Salvatore, da giovane, è molto influenzato dalla passione e dall’artigianato del padre, imparando fin da subito l’importanza di un lavoro ben fatto e di un impegno serio e determinato. Ma è soprattutto la madre, Rosina Miceli, a esercitare una grande influenza sul giovane Salvatore. Proveniente da un ambiente più cosmopolita, avendo vissuto per molti anni in America, Rosina incarna una figura di modernità e di forza. Durante la Prima Guerra Mondiale, quando suo marito è fatto prigioniero in Albania, è lei a prendersi cura della famiglia, mostrando una resilienza e un coraggio straordinari, che servono da esempio a Salvatore. La sua figura materna è per lui un riferimento di indipendenza, creatività e dedizione, che gli trasmette un forte senso di responsabilità e un’incredibile determinazione a perseguire i suoi ideali.
Nel contesto di questa famiglia, Salvatore cresce in un ambiente che, seppur legato alla tradizione, è pronto ad affrontare i cambiamenti del nuovo secolo. Crescendo, si avvicina molto alla figura paterna, e è lui a insegnargli la bellezza dell’artigianato, l’arte della creazione e il valore del lavoro. Ma è anche la madre a influenzarlo profondamente, trasmettendogli la capacità di vedere oltre i confini stretti del quotidiano, di guardare al futuro con ottimismo e di abbracciare le opportunità che la vita gli riserva. La sua educazione avviene quindi in un contesto familiare che, pur affondando le radici nella tradizione, è fortemente aperto al mondo esterno, e Salvatore ha la fortuna di crescere in un ambiente che gli dà gli strumenti per diventare un uomo di grande spessore culturale e umano. La sua famiglia, unita da forti valori di impegno, onestà e amore per Cefalù, è la base solida su cui egli poggia le fondamenta del suo lavoro e delle sue future realizzazioni.
Durante gli anni della sua giovinezza, Salvatore si dedica con passione agli studi, frequentando il liceo ginnasio Mandralisca di Cefalù, dove ha modo di coltivare la sua passione per la letteratura, la storia e la poesia. Tuttavia, non prosegue gli studi universitari, preferendo intraprendere una carriera che lo porta prima a lavorare presso la pretura di Trapani, e successivamente nell’azienda Florio di Marsala come ragioniere. Questo è il periodo in cui inizia a sviluppare una passione per la storia e la cultura della sua terra, un amore che non lo abbandonerà mai. Ma è durante la Seconda Guerra Mondiale che la sua vita subisce una svolta decisiva. Con il grado di ufficiale, partecipa alla campagna africana, attraversando luoghi come Tripoli, Asmara e Addis Abeba. La sua esperienza militare lo segna profondamente, ma è il bombardamento di Trapani nel 1943, che lo lascia sotto le macerie per due giorni, a cambiare il corso della sua vita. Miracolosamente sopravvissuto, decide di tornare a Cefalù, dove inizia un nuovo capitolo della sua esistenza.
Nel dopoguerra si dedica alla creazione di una profumeria a Cefalù, su corso Ruggero, che diventa ben presto nel pomeriggio anche un punto di incontro culturale per la città. In seguito il Comune lo assume e lo distacca presso la scuola di Avviamento Professionale come segretario, per poi trasferirlo alla scuola media Porpora. A metà degli anni ’60, in seguito al riordino del personale amministrativo delle scuole da parte dello Stato, il Comune gli offre la possibilità di passare al personale statale o rimanere alle sue dipendenze. Lui opta per restare al Comune, dove rimarrà fino al pensionamento, avvenuto il 1° gennaio 1976. Sognava questo periodo pensando di poter dedicare il suo tempo alle cose che più amava: prima di tutto ai nipotini Ketti, Miriam e Vittorio, agli studi storici a cui era dedito per vocazione, alla poesia, alla musica lirica, alla filatelia e alla numismatica. Avrebbe voluto fare anche qualche viaggio ma la morte lo prende il 20 marzo a pochi giorni dal suo pensionamento. Aveva appena 67 anni.
Salvatore non è solo un imprenditore e un lavoratore, ma anche un instancabile organizzatore di eventi e iniziative culturali, inizia a contribuire attivamente alla vita sociale e culturale della città, fondando e coordinando, a partire dagli ’30, numerose associazioni locali. Tra queste, la SACS (Società arte cultura sport) che pubblicava mensilmente il bollettino culturale “Kefa”. Coordina anche la Società Amici della Musica e la Società Arte e Sport. E’ commissario straordinario dell’Associazione Turistica Pro Cefalù – Gibilmanna. E’ nominato Direttore incaricato dell’Azienda di Soggiorno e Turismo. Ogni iniziativa che intraprende ha un obiettivo chiaro: valorizzare Cefalù, renderla una meta turistica e culturale di respiro internazionale. Il suo impegno, però, non si limita a questi aspetti; egli è anche uno storico e scrittore di grande valore. Nel 1973 pubblica Guida Turistica di Cefalù, una delle prime opere a raccogliere e sistematizzare la storia della città e le sue tradizioni, destinata a diventare un punto di riferimento fondamentale per studiosi e turisti. È anche autore di numerosi scritti storici, tra questi Cefalù Urbis Studiorum, che rappresenta una sintesi delle sue ricerche sulla città e delle sue radici storiche.
Dedica un lavoro importante alla Toponomastica storica della città di Cefalù, una pubblicazione che nasce dal suo profondo amore per la città e dall’intenzione di preservarne la memoria storica. La sua riflessione si concentra sulla necessità di aggiornare le intitolazioni delle strade di Cefalù, molte delle quali, secondo lui, non riflettono più l’attuale progresso turistico della città. Strade politicizzate, dedicate a personaggi sconosciuti, o intitolazioni di cattivo gusto, sono le critiche che Salvatore rivolge alla vecchia toponomastica, proponendo un rinnovamento che rispettasse meglio l’identità storica e culturale della città. Egli suggerisce anche che le targhe delle strade potessero essere corredate di didascalie esplicative per contestualizzare meglio ogni nome e per valorizzare ulteriormente il patrimonio storico-culturale della città. Il suo lavoro, dunque, è anche un atto di cittadinanza attiva, volto a promuovere la consapevolezza storica tra i cittadini e a rendere più vivibile la città anche dal punto di vista della memoria storica. E’ stato custode del Libro Rosso di Cefalù ed ha fatto il corrispondente per diverse testate giornalistiche regionali e locali.
La sua eredità, tuttavia, non si ferma al turismo e alla storiografia. Salvatore di Paola è anche un poeta, e la sua produzione letteraria, pur essendo rimasta in gran parte inedita, è una testimonianza della sua passione per la sua terra e per la cultura. Molte delle sue poesie sono scritte in dialetto, con un linguaggio semplice e genuino che riflette il suo amore per Cefalù e per la sua gente. La sua raccolta Ciuri di Campu, che diventa simbolo della sua indole sensibile e del suo attaccamento alla tradizione, lo porta a essere nominato accademico del Convivio Letterario di Milano. La sua poesia, pur non avendo ricevuto un ampio riconoscimento durante la sua vita, oggi è apprezzata per la sua capacità di catturare l’essenza della Sicilia e dei suoi abitanti. Inoltre, nel 1964 scrive la canzone Benvenuti a Cefalù, un brano musicale che viene eseguito in occasione della Trinacria d’oro, una competizione tra i comuni siciliani organizzata dalla Rai. La musica, composta dal maestro Vincenzo Curreri, e le parole di Salvatore diventano un inno alla bellezza della sua città natale.
Salvatore è anche un uomo profondamente legato ai valori della famiglia e della religione. Nel 1943 sposa Maria Bianca, una donna di grande talento artistico e virtù, che oltre a dedicarsi ai lavori prettamente femminili amava disegnare e lavorare anche l’argilla. Per 33 anni vivono insieme uniti dagli stessi ideali e dagli stessi valori. Insieme hanno due figlie, Valeria e Leda, che diventano testimoni del suo amore per la famiglia e della sua dedizione ai valori cristiani. E’ un uomo di fede, devoto alla Madonna di Gibilmanna, che gli ispira numerose poesie. La sua casa è sempre accogliente, e il suo negozio diventa un luogo dove, tra una chiacchiera e l’altra, si parla di poesia, musica, eventi locali e della bellezza senza tempo di Cefalù.
Salvatore Di Paola è una figura poliedrica e straordinaria che segna profondamente la storia di Cefalù. La sua opera, tanto letteraria quanto civica, ha un impatto duraturo sulla città e sulla sua comunità. Sebbene non abbia cercato fama o onori, il suo lavoro contribuisce a trasformare Cefalù in un centro culturale e turistico di grande importanza, e il suo amore per la sua terra è una fonte di ispirazione. Oggi, a distanza di anni, è sempre più riconosciuto come uno degli uomini che, con umiltà e passione, dà forma e respiro a una Cefalù migliore, più conosciuta e apprezzata nel mondo. La sua eredità continua a vivere nelle sue opere, nei luoghi che ama e nel ricordo di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo.
La biografia di Salvatore Di Paola, presentata in questo articolo, farà parte di una pubblicazione che Cefalunews sta curando per la sua uscita prevista nel mese di aprile 2025. Il libro raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.
Se conosci una persona che ritieni meritevole di essere inclusa in questa raccolta, puoi segnalarla inviando un messaggio WhatsApp al numero 3472975402 con la scritta “SI PERSONAGGIO”, seguita dal nome e cognome del candidato. Ricevuta la tua segnalazione, la redazione si attiverà per elaborare la biografia del personaggio proposto.
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