Inizia questa sera il Sacro Triduo Pasquale. Nella Cattedrale di Cefalù Oggi, Giovedì Santo, alle ore 19.00: Celebrazione Eucaristica “In Coena Domini”, presieduta da S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante.
La Messa “In Coena Domini” del Giovedì Santo è una delle celebrazioni più ricche e intense dell’anno liturgico, e segna l’inizio del Sacro Triduo Pasquale, il cuore pulsante della fede cristiana. Essa fa memoria dell’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli, durante la quale il Signore istituisce due grandi misteri: l’Eucaristia e il Sacerdozio ministeriale, e ci consegna il comandamento dell’amore fraterno, con il gesto umile e sconvolgente della lavanda dei piedi.
Nei Vangeli
Il Vangelo di Giovanni (Gv 13,1-15) è il testo proclamato in questa liturgia. A differenza dei Sinottici, Giovanni non riporta l’istituzione dell’Eucaristia, ma narra il gesto della lavanda dei piedi:
«Gesù, sapendo che era venuta la sua ora… si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugatoio e si cinse. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli…».
Questo gesto anticipa la croce, è simbolo di servizio, di dono, di abbassamento fino all’umiliazione per amore. In Luca 22,19-20 e in 1Corinzi 11,23-26 troviamo invece le parole dell’istituzione dell’Eucaristia:
«Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me… Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue…».
Nella Tradizione dei Padri della Chiesa
I Padri della Chiesa hanno visto nell’Ultima Cena un punto centrale della rivelazione.
Sant’Agostino sottolinea che “Cristo ci ha lasciato se stesso come cibo”, e afferma che nella Cena il Signore ha compiuto un atto di amore estremo, dandosi interamente in pasto all’uomo.
Sant’Ambrogio, parlando dell’Eucaristia, dice: “Non ciò che la natura ha formato, ma ciò che la benedizione ha consacrato si chiama Corpo di Cristo”.
Origene considera la lavanda dei piedi come segno della purificazione quotidiana di chi si accosta al Mistero.
I Riti della Messa “In Coena Domini” secondo il Messale Romano
Questa celebrazione ha alcune caratteristiche liturgiche uniche:
Inizio solenne – Non si suona l’organo, se non per accompagnare il canto. I campanelli suonano solo durante il Gloria, poi tacciono fino alla Veglia Pasquale.
Lavanda dei piedi – Rito inserito dopo l’omelia: il celebrante, seguendo l’esempio di Gesù, lava i piedi ad alcuni fedeli. È il gesto simbolico dell’amore che serve.
Trasferimento del Santissimo Sacramento – Dopo la comunione, il Corpo di Cristo è portato in processione all’Altare della Reposizione, in un clima di adorazione e silenzio.
Spogliazione dell’altare – Tutto ciò che riveste l’altare viene tolto. È un segno di lutto e desolazione, che prelude alla Passione del Venerdì Santo.
Spiritualità del Giovedì Santo
Questa Messa ci invita ad entrare nel mistero dell’amore che si dona, nella comunione che salva e nel servizio che santifica. È un invito a lasciarci lavare i piedi da Cristo per poter poi, a nostra volta, “lavarli” ai fratelli, in umiltà e carità.