I monopattini elettrici sono ormai una presenza fissa nelle nostre città, simbolo di una mobilità urbana moderna, veloce e sostenibile. Tuttavia, con la loro diffusione, sono emerse anche nuove esigenze di regolamentazione. In questo articolo, analizziamo le norme aggiornate per la circolazione dei monopattini elettrici, i nuovi obblighi introdotti dalla legge, i contrassegni identificativi e le questioni aperte riguardanti l’assicurazione.
Cosa sono i monopattini elettrici secondo la legge
La definizione ufficiale di monopattino elettrico è stata introdotta dal Decreto Dirigenziale del 18 agosto 2022, che stabilisce quanto segue:
“Per monopattino a propulsione prevalentemente elettrica si intende un veicolo con manubrio, privo di posto a sedere, le cui caratteristiche costruttive corrispondono a quelle indicate nell’allegato 1 del D.M. 4 giugno 2019.”
Questi mezzi, leggeri e agili, sono stati inizialmente incentivati nel 2020, in piena pandemia, per ridurre il traffico urbano e incentivare l’uso di mezzi a basso impatto ambientale. Una scelta coerente anche con la Direttiva Europea 2021/2118, recepita in Italia nel 2024, che spinge i Paesi membri a promuovere la mobilità elettrica leggera.
Le nuove regole introdotte dalla legge 177/2024
Oltre al divieto di utilizzare i monopattini prima di aver compiuto il 14° anno di età, con la legge n.177 del 14 dicembre 2024, l’Italia ha introdotto una serie di obblighi per la circolazione dei monopattini elettrici, pensati per migliorarne la sicurezza e la tracciabilità. Tra le principali novità:
- Obbligo di casco omologato per tutti i conducenti, senza eccezioni;
- Divieto di posto a sedere, obbligo di frecce direzionali e segnalatori di frenata;
- Circolazione consentita solo su strade urbane con limite massimo di 50 km/h;
- Obbligo di targa (contrassegno identificativo) per ogni monopattino;
- Assicurazione obbligatoria;
- Divieto di parcheggio sui marciapiedi, salvo aree apposite predisposte dai Comuni. È consentita la sosta negli spazi destinati a biciclette, ciclomotori e motoveicoli.
Il decreto sui contrassegni: cosa cambia dal 3 luglio 2025
Nonostante la legge fosse stata approvata nel dicembre 2024, i decreti attuativi sono arrivati solo sette mesi dopo. Il Decreto n. 210 del 27 giugno 2025, pubblicato il 3 luglio, ha introdotto il cosiddetto contrassegno identificativo (o “targhino”) da applicare ai monopattini.
Il decreto definisce le caratteristiche tecniche del contrassegno, ma non chiarisce ancora le modalità per richiederlo, i costi, né i tempi di rilascio, lasciando cittadini e operatori in una situazione di incertezza normativa.
Obbligo di assicurazione: normativa italiana contro l’Europa?
Un punto critico riguarda l’obbligo assicurativo. Il nuovo Codice delle Assicurazioni, aggiornato in linea con la direttiva UE, stabilisce che solo i veicoli a motore con velocità superiore a 25 km/h e peso consistente debbano essere obbligatoriamente assicurati.
I monopattini elettrici, che per legge non possono superare i 20 km/h e sono costruiti per essere leggeri, non sembrerebbero rientrare nei parametri previsti dall’obbligo assicurativo. Inoltre, secondo le normative europee, non è consentito assicurare veicoli con velocità inferiore ai 25 km/h.
Questo genera una contraddizione evidente: la legge italiana impone l’assicurazione, ma le direttive europee potrebbero renderla inapplicabile, aprendo il campo a ricorsi, contenziosi e possibili interventi della Corte di Giustizia dell’UE.
Disparità con le e-bike e altri mezzi di micromobilità
Le perplessità aumentano se si considera che le biciclette elettriche a pedalata assistita (e-bike), pur potendo raggiungere velocità simili o superiori a quelle dei monopattini, non hanno obbligo di casco, assicurazione o targa, e possono circolare liberamente anche sulle piste ciclabili.
Una simile disparità di trattamento alimenta confusione tra gli utenti, e potrebbe essere considerata discriminatoria se non corretta in tempi brevi. Un intervento normativo chiaro e armonico è auspicabile per evitare un caos normativo simile a quello già esistente su altri articoli del Codice della Strada, come l’art. 187 (guida sotto effetto di sostanze stupefacenti).
Il problema della classificazione: velocipedi o ciclomotori?
Un ulteriore nodo da sciogliere riguarda la classificazione giuridica dei monopattini. Inizialmente equiparati ai velocipedi, oggi sembrano sempre più assimilati ai ciclomotori, con conseguenze non secondarie:
- Divieto di circolazione sulle piste ciclabili;
- Obbligo di casco anche a basse velocità;
- Obbligo di targa e assicurazione, nonostante le prestazioni limitate.
Tutto ciò, secondo molti esperti, rischia di snaturare l’utilizzo stesso del monopattino elettrico, che dovrebbe restare un mezzo di trasporto leggero, pratico ed economico.
Verso una mobilità sostenibile: serve chiarezza normativa
In conclusione, il monopattino elettrico rappresenta una risorsa importante per abbattere il traffico urbano, ridurre le emissioni e favorire uno stile di vita più sostenibile. Tuttavia, l’attuale quadro normativo appare confuso, contraddittorio e frammentario.
Per valorizzare davvero la micromobilità elettrica, serve:
- Una revisione normativa completa e coerente con le direttive europee;
- La definizione chiara dei requisiti assicurativi e delle modalità di rilascio dei contrassegni;
- La costruzione di infrastrutture sicure come piste dedicate per monopattini e e-bike;
- Maggiori controlli sul territorio e presenza delle forze dell’ordine per garantire il rispetto delle regole.
Solo così sarà possibile garantire sicurezza stradale, ordine urbano e uno sviluppo sostenibile della mobilità elettrica, senza gravare inutilmente su cittadini e lavoratori del settore.