Dialogo tra tela e tessuto: già nel titolo si annida la cifra poetica e concettuale del progetto artistico che la stilista e pittrice bulgara Lilyana Petrova – Lulu propone al raffinato pubblico di Cefalù, perla normanna sul litorale siciliano, culla di un’estetica millenaria che ancora oggi accoglie e nutre l’arte contemporanea. Dal 12 al 27 luglio 2025, presso l’ottocentesca Galleria Octagono Santa Caterina, affacciata sull’iconica Piazza Duomo, prende vita una mostra che è, più che un’esposizione, un attraversamento estetico e sensoriale.
Ottagono Santa Caterina, orari apertura 10:00 – 13:00; 18:00 – 22:00.
Ingresso libero
Con una visione profondamente sincretica, Lulu presenta ventuno tele dipinte di proprio pugno, ciascuna delle quali genera – per corrispondenza simbolica e visiva – un abito d’artista, parte integrante della collezione esclusiva del suo marchio BYLLU. Ne scaturisce un doppio registro espressivo: alla fissità silente del quadro corrisponde la dinamica vibrante dell’abito, che ne è eco e trasfigurazione. Pittura da indossare, moda da contemplare. È una danza continua tra superficie e volume, tra sogno e incarnazione, tra intuizione e materia.
Il cuore dell’opera di Lulu pulsa intorno a grandi archetipi dell’umano – il tempo e lo spazio, l’amore e la perdita, l’aspirazione e la caduta – che si traducono in cromatismi intensi, forme fluide, silhouette che più che vestire, narrano. Il risultato non è semplice décor, bensì un atto poetico che abita il confine sottile tra arte e esistenza, e che – come afferma il motto stesso della mostra – invita a “uscire dagli schemi, per entrare nell’anima”.
Il celebre culturologo bulgaro Prof. Dr. Lyubomir Stoykov, presidente dell’Accademia della Moda, tratteggia così il talento della designer: «Lulu è un’artista sottile e sensuale, che trasfonde con sorprendente naturalezza i temi pittorici nei suoi abiti. Le sue creazioni parlano con audacia, ma anche con malinconia, tenerezza e una profonda determinazione.»
Non a caso, gli abiti BYLLU non si limitano a “rivestire” ma a “rivelare”: sono, nella loro essenza, confessioni da indossare, epifanie visive che sfidano ogni gerarchia tra le arti. Sono “abiti per l’anima”, per usare un’espressione cara all’autrice.
La mostra è promossa dal Comune di Cefalù con la partecipazione di partner culturali locali e vede l’intervento speciale dell’artista Mario Taviano, che arricchisce il percorso espositivo con un’interpretazione site-specific, tessendo un ulteriore filo tra linguaggi e sensibilità.
In un tempo in cui l’arte rischia spesso di essere relegata al solo intrattenimento visivo, Dialogo tra tela e tessuto reclama con forza la dignità dell’arte come spazio di interrogazione e libertà, come via verso la trasformazione interiore. Non è solo una mostra: è un invito all’ascolto del bello che trasfigura, all’incontro con il linguaggio silenzioso ma potentissimo del simbolo.
Chi attraversa questa esposizione, lascia il regno del visibile per entrare – finalmente – dentro l’anima.
