In queste ore la Sicilia sta vivendo una delle giornate più torride dell’estate. Le temperature in molte zone dell’isola hanno superato i 40 gradi, con picchi record registrati in diverse province. A Giuliana, nel Palermitano, il termometro ha toccato i 40,2 gradi, mentre nel Ragusano si sono sfiorati i 40,5° a Modica e i 40,1° a Lentini, in provincia di Siracusa. A Palermo si è arrivati a 31,7 gradi, ma la città è comunque da bollino rosso, con il centro storico preso d’assalto da turisti accaldati in cerca di fontanelle e riparo all’ombra.
Secondo il Servizio informativo agrometeorologico siciliano, la giornata di ieri ha registrato un picco di +41,8°C. Gli esperti invitano a non dare credito a dati falsi che circolano online – come quelli che parlano di 48°C sui Peloritani – in quanto provengono da stazioni non certificate e prive di affidabilità scientifica.
Incendi alimentati dalle temperature estreme
Il caldo, oltre a causare disagi alla popolazione, sta alimentando decine di incendi in tutta l’isola. Nella provincia di Palermo, i roghi hanno interessato vaste zone del Partinicese, devastando macchia mediterranea lungo la statale 113, e spostandosi poi verso Montelepre e Giardinello, nella zona di Sagana. Fiamme anche a Pezzingoli (Monreale) e in città, in via Accursio Miraglia.
Situazione critica anche nel Catanese, con incendi a Randazzo, Belpasso, Adrano, Caltagirone, Mascali, Mascalucia e Licodia Eubea. Altri focolai sono stati segnalati a Casteltermini, Burgio e Racalmuto (Agrigento), ad Aidone e Piazza Armerina (Enna), oltre a episodi sparsi in Ragusa, Siracusa, Messina e Caltanissetta.
Le autorità, con vigili del fuoco, forestali e protezione civile impegnati senza sosta, invitano la popolazione a prestare massima attenzione, evitare l’accensione di fuochi o barbecue all’aperto e a segnalare tempestivamente qualsiasi focolaio.
La Sicilia brucia, tra temperature estreme e mani criminali che approfittano del caldo. E mentre si cerca di spegnere le fiamme, il pensiero va a una stagione estiva che si annuncia ancora lunga, rovente e difficile.