Scuole ed università sono chiuse, ma l’attività formativa non si è fermata, anzi la cosiddetta didattica a distanza rappresenta una grande opportunità per la scuola italiana
Scuole ed università sono chiuse in tutto il Paese dal 5 marzo. Il Governo aveva previsto la riapertura per il 15 dello stesso mese, ma considerata la gravità della situazione sanitaria, ha deciso di prorogarla al 3 aprile. Ora si pensa al prolungamento fino alla fine del mese e nell’ipotesi più drastica fino a giugno. Ma l’attività delle scuole e delle università non si è fermata.
Il ‘mostro’ vorrebbe impedire ai nostri ragazzi di studiare, ma questa per il Coronavirus è una battaglia persa in partenza. I docenti e gli studenti della scuola italiana stanno continuando a svolgere l’attività di formazione ed apprendimento. Su indicazione del ministero della Pubblica Istruzione gli istituti e le facoltà si sono attrezzati con la cosiddetta didattica a distanza. Del resto sono diversi anni che nelle scuole si fa uso del registro elettronico, delle aule informatiche, delle Lim, dei gruppi di lavoro su WhatsApp e di tanti altri strumenti che consentono un approccio ‘tecnologico’ nell’attività didattica e nella condivisione delle informazioni tra scuola e famiglie.
Il proficuo utilizzo delle ‘piattaforme’ virtuali dipende dalle abilità e dalle conoscenze acquisite negli ultimi anni dai docenti e dai collaboratori della scuola. La didattica a distanza è una sfida, ma nello stesso tempo è un’occasione ed un’opportunità per accrescere le competenze digitali di docenti ed alunni. È una prova difficile, ma sarà superata con la professionalità degli insegnanti, dei collaboratori scolastici e con l’impegno dei ragazzi.
Certo, non tutto è semplice. Per tanti è una sfida difficile da affrontare. Anche in questa fase contano gli ‘strumenti’ e le disponibilità economiche. Nelle aree dove la Rete è adeguata, in particolare nelle città dove è disponibile la fibra ottica, l’uso delle video-lezione sarà più semplice. Come più facile sarà l’approccio delle famiglie che dispongono di ‘mezzi’ informatici adeguati. Non è raro il caso in cui esse non dispongano di computer o tablet oppure non hanno (più) la linea telefonica fissa, per cui dovranno utilizzare i cellulari ed i supporti di telefonia mobile. Insomma, anche nella didattica a distanza la differenza la faranno il reddito disponibile e la predisposizione a formarsi, ma questa non è una novità.
Il Governo ha stanziato le risorse per garantire a tutti i mezzi informatici necessari, ma, come sempre, la loro assegnazione non sarà semplice, né immediata come invece richiederebbe la situazione. A tale proposito, perché non consentire ai diciottenni che usufruiscono del bonus cultura di poter acquistare anche supporti informatici?