Perché la carne rossa fa male? Il consumo eccessivo di carne rossa, specie se lavorata come quella dei salumi, aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori in modo proporzionale alla quantità e alla frequenza del consumo. Nel 2015 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, un’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità che valuta e classifica le prove di cancerogenicità delle sostanze, ha classificato la carne rossa come probabilmente cancerogena e la carne rossa lavorata come sicuramente cancerogena. La carne rossa è così chiamata per la sua colorazione che varia dal rossastro al rosso intenso. La colorazione dipende dalla presenza in questo tipo di carne di dosi massicce di emoglobina e di mioglobina, presenti in dosi minori nelle carni bianche o rosa.
Come si classifica la carne? Dal punto di vista nutrizionale e commerciale la carne si distingue in rossa, bianca e nera. La classificazione nutrizionale analizza la carne da un punto di vista biochimico. La classificazione commerciale, invece, si basa sul colore e sulle consuetudini del commercio alimentare. Abbiamo tre tipi di carne. La carne bianca (pollame e conigli), la carne rossa (bovini, equini, ovicaprini, suini) e la carne nera (selvaggina).
La carne rossa provoca le malattie cardiovascolari
Tutti i prodotti animali, compresa la carne rossa, contengono lipidi saturi ed apportano quantità più o meno importanti di colesterolo esogeno. Il primo vero pericolo, quindi, per chi abusa di carne rossa è l’alterazione della lipidemia. E’ bene sapere, infatti, che un introito eccessivo di colesterolo alimentare, ma anche di acidi grassi saturi, può provocare un innalzamento diretto ed indiretto del colesterolo totale e soprattutto delle lipoproteine LDL. Tutto questo avviene in modo particolare nelle persone dalla vita sedentaria e in quelle predisposte. Ecco perché un consumo eccessivo di carne rossa aumenta il rischio cardio-vascolare imputabile in quanto provoca la formazione di placche aterosclerotiche che occludono i vasi sanguigni.
La carne rossa provoca gastrite e reflusso
Digerire la carne rossa non è facile. Lo stomaco è costretto a secernere grosse quantità di acido cloridrico. Inoltre mangiando carne rossa si introduce un grosso contenuto proteico che provoca il rallentamento dei tempi di percorrenza del chimo. Ecco perché nelle persone che mangiano troppa carne rossa l’acidosi gastrica e duodenale aumenta il rischio di gastriti, ulcere e anche cancro dello stomaco. Nelle persone affette da incontinenza dello sfintere gastro-esofageo inferiore, invece, si ha un aumento del reflusso gastrico che porta a esofagite, esofago di Barrett e, non è da escludere, cancro esofageo.
La carne rossa provoca problemi ai reni
Mangiando carne rossa si ha un aumento dell’apporto amminoacidico. Questo provoca l’aumento dei livelli di azotemia perché gli amminoacidi che non vengono impiegati nei processi anabolici diventano un substrato di trasformazione neoglucogenetica e liposintetica. Questo si verifica nelle cellule del fegato, ovvero negli epatociti. Si formano i catabolismi che essendo costituiti in particolare da ammonio per essere espulsi con le urine hanno bisogno di essere convertiti in urea. Per questo motivo, quando si apportano troppe proteine al proprio corpo, si favorisce l’accumulo di urea e bene viene fuori un affaticamento renale continuo e persistente. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che proprio questa condizione potrebbe provocare alcuni disturbi gravi come la nefrite cronica.
«La carne rossa fa male!»: attenzione alle conseguenze
Sì la carne rossa fa male e bisogna stare molto attenti alle conseguenze. Occorre aggiungere che tutto dipende dal consumo che se fa ma anche dal modo come viene cucinata. I nutrizionisti consigliano sempre di consumare la carne rossa insieme a verdure crude o grigliate perchè in questo modo si favorisce la digestione e si evita ai reni un eccessivo lavoro.