Il territorio termitano arabo-normanno e la produzione della pasta nel mahall di ‘at tarbî’ah, l’attuale Trabia

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Su internet viene ripetutamente e pedissequamente affermato che gli antenati degli attuali “vermicelli” sarebbero stati inventati in Sicilia, e precisamente a Trabia attorno al XII secolo, in base alla testimonianza del geografo e viaggiatore arabo-berbero Al Idrisi, contenuta nel suo Kitāb nuzhat al-mushtāq fī ikhtirāq al-āfāq, in italiano Il sollazzo per chi si diletta di girare il mondo, altrimenti detto Il libro di Ruggero (Kitāb Rujār o Kitāb Rujārī). Idrisi, partito da Palermo verso Est, menziona il primo centro abitato fortificato, cinto da mura ed a presidio di un vasto territorio: Termini Imerese. Dopo aver descritto la cittadina imerese, Idrisi cita un mahall cioè un «luogo abitato», aperto, non cinto da mura, che aveva il nome arabo ‘at tarbî’ah («la quadrata»), ubicato ad occidente della città di Termini Imerese.

 

Mappamondo del geografo arabo Idrisi anno 1154

La pianura, a cui allude Idrisi, è senza ombra di dubbio da identificare con l’attuale contrada “Piani Giardini”, oggi divenuta una selva di villini che hanno parzialmente obliterato la vocazione agricola a nespoleto.

La testimonianza di Idrisi attesta in maniera incontrovertibile il primato siciliano della produzione della pasta nel territorio termitano evidenziando l’importanza del mahall di Trabia come sito elettivo per questo importantissimo alimento, talmente rinomato da essere addirittura esportato anche al di fuori del Regno di Sicilia. La presenza del cospicuo gruppo sorgentizio trabiese successivamente denominato come Acqualoro, essendo rinomato dai venditori d’acqua, che fu storpiato in “Acqua dell’Oro”.

La dominazione araba in Sicilia apportò sicuramente grossi benefici all’economia, grazie ai frequentissimi contatti con l’Estremo Oriente, da cui avevano già appreso la lavorazione della pasta. Infatti, la prima documentazione inerente a una forma di impasto a fili con tecniche e materie differenti al frumento, risale a circa 3800 anni fa, nella lontana Cina dove una equipe di archeologi ha rinvenuto in condizioni veramente eccezionali di conservazione la “pasta” prodotta in loco già nel Neolitico (cfr. Houyuan Lu, Xiaoyan Yang, Maolin Ye, Kam-Biu Liu, Zhengkai Xia, Xiaoyan Ren, Linhai Cai, Naiqin Wu, Tung-Sheng Liu, Millet noodles in Late Neolithic China. A remarkable find allows the reconstruction of the earliest recorded preparation of noodles, “Nature”, Vol. 437, 13 October 2005, pp. 967-968, doi:10.1038/437968a).

Late Neolithic noodles from China

Gli arabi dovettero apprendere dai Cinesi la tecnica di lavorazione filiforme applicandola alla loro produzione di pasta alimentare di grano, con ingegnosi ed opportuni sistemi di essiccazione del prodotto pastaio, poiché durante i loro viaggi non avevano sufficiente acqua per produrre giornalmente la pasta fresca. Ricordiamo che i nostri maccheroncini erano già conosciuti presso le tribù beduine e berbere sono anche patrimonio comune della cucina Siro-libanese.

Il più antico documento che attesta la lavorazione di tale impasto (che poi sarebbero i nostri attuali tipi di pasta cava: maccheroncini, oppure i bucatini e derivati) è un libro di cucina del IX sec. a cura di Ibran’al Mibrad.

In ogni modo, uno dei più antichi procedimenti d’impasto, la “itrya” (dalla voce araba “itryah” ossia “impasto fresco”), fu citato nel Talmud babilonese (III e il V secolo d.C.). Quindi, un’affine pietanza la troveremo poi in Sicilia, intorno all’anno Mille, come precedentemente detto, sotto la dominazione normanna, e precisamente a Termini Imerese, nel mahall di Trabia, a menzionarcela fu lo studioso e viaggiatore arabo al-Idrisi nel suo “Libro di Ruggero” nel 1152. Esso ci parla della “itrya”, “un cibo di farina in forma di fili”, prodotto per il consumo locale e per l’esportazione.

Quanto detto sopra è, in sintesi, la storia degli albori della “nostra” pasta, il resto è un coacervo di illazioni prive di fondamento legate ad atteggiamenti campanilistici retrogradi e faziosi, notizie senza fondamento; soprattutto quando a mancare sono le basilari nozioni storiche.

Di conseguenza, valorizzare i temi storico-folcloristici e storico-sociali, non deve significare distorcere la verità storica (nel senso più alto del termine) per fini utilitaristici e/o propagandistici, anche attraverso slogan inconsistenti ed inondando Internet di fake news.

Analogamente, a nostro avviso, stesso destino ha avuto sinora la storia del “Carnevale di Termini Imerese”, reputato “il più antico di Sicilia”, senza però fornire alcun riscontro documentario probante. In tal modo, negli scorsi anni, i due carnevali, Termitano e Trabiese (designato come “il più giovane di Sicilia”) sono stati accomunati e gemellati.

 

Foto di copertina:

Particolare della Tabula Rogeriana raffigurante la Sicilia di Idrisi che riporta solo le città come Tirma, Termini Imerese (toponomastica araba traslitterata), con il nord indicata in basso. La Sicilia nella Tabula Rogeriana di Muhammad al-Idrisi.

Ph.

Una copia della fine del medioevo della Tabula Rogeriana, con il nord in basso.

Late Neolithic noodles from China. a, Noodles dating to 4,000 years ago, shown here on top of an in-filled sediment cone and revealed after the inverted earthenware bowl containing them was removed. Scale bar, 1 cm. b, Dendriform-1 husk phytoliths (left) from the noodle sample compare with husks from the modern millet Panicum miliaceum(right). c, Dendriform-2 husk phytoliths from the noodles (left) compared with husks from the modern millet Setaria italica (right); the dendriform-2 type mostly occurred at the lemma end of S. italica. d, Polarized-light (left) and light micrographs (right) of starch grains from the prehistoric noodles. Although the lamellae characteristics of noodle starch were mostly lost as a result of gelatinization during cooking, their size and cross-shaped birefringence under polarized light are similar to those of starch from the millets S. italica and P. miliaceum. Scale bar, 20 μm for b, c, and d.

Mappamondo del geografo arabo Idrisi anno 1154.

 

Bibliografia e sitografia

Atti della Reale Accademia dei Lincei Anno CCLXXIV 1876-77 Serie Seconda – Volume VIII, ROMA COI TIPI DEL SALVIUCCI 1883. L’Italia descritta nel «Libro del Re Ruggero» compilato da Edrisi. Testo arabo pubblicato con versione e note da M. Amari e C. Schiaparelli. Memoria letta nella seduta del 17 dicembre 1876.

Houyuan Lu, Xiaoyan Yang, Maolin YeKam-Biu Liu, Zhengkai Xia, Xiaoyan Ren, Linhai Cai, Naiqin Wu, Tung-Sheng Liu, Millet noodles in Late Neolithic China. A remarkable find allows the reconstruction of the earliest recorded preparation of noodles, “Nature”, Vol. 437, 13 October 2005, pp. 967-968, doi:10.1038/437968a.

Giuseppe Longo 2020, “Diciamo basta allo slogan della pasta inventata a Trabia”, Cefalunews.org – 14 luglio.

 

Giuseppe Longo
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