300 anni fa veniva ultimato il Ponte sul Fiume di Termini (1723-2023).
Il Ponte San Leonardo così chiamato dall’omonimo fiume che lo attraversa, compie quest’anno 300 anni da quando nel XVIII sec. l’ardita opera in pietra arenaria fu costruita su progetto dell’architetto xibetano, Agatino Daidone (1662-1724), celebre matematico, architetto e cartografo.
La splendida struttura settecentesca fu innalzata in appena 70 giorni, all’epoca dell’Imperatore Carlo VI d’Asburgo, III di Sicilia (1685 – 1740), e del Vicerè fra Luis Manuel Fernández de Portocarrero, Conte di Palma (1635 – 1709). L’ingegnosa conformazione a tutto sesto ideata dal Daidone, risolse una volta per tutte il problema della solidità e resistenza del ponte alle eccezionali e improvvise piene torrentizie che discendevano e attraversavano la valle del San Leonardo. In realtà, nelle epoche precedenti, lungo il corso del fiume, erano esistiti almeno sei ponti a più archi, e tutti subirono la stessa sorte: crollarono rovinosamente poiché non ressero all’effetto delle piene straordinarie. I ponti, furono impiantati lungo il tratto fluviale che andava dall’attuale Diga Rosamarina (in prossimità dell’abitato medioevale di Caccamo) sino in prossimità della foce del fiume San Leonardo, anticamente chiamato Fiume di Termini. Di queste infrastrutture architettoniche non più esistenti ci rimangono solamente limitate tracce, ad eccezione del vistoso rudere quattrocentesco detto “Ponte Vecchio”, con rifacimenti seicenteschi, posto a monte del nostro, in sponda destra, e non lontano dal viadotto autostradale (A19) comunemente noto come “Ponte Sicilia”. Circa la denominazione “S. Leonardo”, deriva chiaramente dalla chiesetta di epoca medievale (purtroppo oramai scomparsa), intitolata al santo, che fu costruita a tergo del suddetto Ponte Vecchio.
La straordinaria genialità inventiva dall’architetto regio, ci viene pertanto rappresentata mediante la sua “speciale” realizzazione progettuale: il ponte a un’unica grande arcata, tale da essere scevro da ogni pericolo di crollo per cause torrentizie. Il monumentale ponte ideato dal Daidone da Calascibetta, ha un impianto a schiena d’asino, ed è provvisto di due rampe parallele al corso d’acqua che lo collegano al piano stradale. Oltre all’arcata maggiore se ne aggiunge una seconda più piccola, ossia un’arcatella laterale, a sinistra della riva del fiume.
La sommità dell’imponente arco è decorata da una scultura a rilievo oramai illeggibile nei dettagli, raffigurante un uomo dormiente. Questa figura allegorica riportava una breve iscrizione: “Secura quiete”, questo a significare la sicurezza e la tranquillità del ponte per chiunque l’avesse varcato.
Sul finire degli anni Ottanta del XX secolo, il Ponte San Leonardo fu oggetto di un intervento di restauro. Durante l’azione conservativa, furono riportati alla luce, all’interno della sua spalla sinistra, dei vani a volta che ebbero la funzione di alleggerire le reni del grande arco a sezione semicircolare.
Bibliografia e sitografia
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Domenica Sutera, Il breve ristretto delli cinque ordini dell’architettura… di Agatino Daidone (1714): Struttura, Fonti, Modelli, Obiettivi. Pag. 89 in “I libri e l’ingegno studi sulla biblioteca dell’architetto (XV-XX secolo)”.
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Giuseppe Longo, 2011, “Il ponte San Leonardo”, MadonieLive, 19 Giugno
Andrea Gaeta Biblioteca Comunale di Palermo – Manoscritto Qq E 34, f. 52, in “Gli Atomi – Collana in PDF di Tecnica e Cultura – 39. Daidone News 1 Quinta serie di idraulica romana”, Roma, 2013.
Giuseppe Longo 2018, Ciclo delle conferenze dedicate a Giuseppe Patiri 4º incontro: “L’agro termitano al tempo di Niccolò Palmeri a 240 anni dalla sua nascita“. Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria. Termini Imerese, Cefalunews, 9 agosto.
Antonio Contino, “Aqua Himerae idrografia antica ed attuale dell’area urbana e del territorio di Termini Imerese (Sicilia centro-settentrionale)” Giambra Editori, 300 pp. 2019.
Foto a corredo dell’articolo: Antico Ponte sul S. Leonardo, Cartolina anni ’60 – ’70, Collezione Arch. Cosimo Serio.
Giuseppe Longo