ALG West di Termini Imerese: Testa di ponte aerea per caccia leggeri durante le Operazioni “Baytown” e “Avalanche”.
La preesistente striscia d’atterraggio d’emergenza di Termini Imerese sita in località Canne Masche, subito dopo l’occupazione americana della città (23 luglio 1943), venne rimaneggiata dall’United States of Corps Engineers.
Infatti, il campo di volo avanzato (airfield) fu riadattato mediante la sistemazione delle note grelle metalliche perforate (pierced steel planking – PSP), che resero molto più stabile la superficie dell’airport. Con il riattamento della striscia di superficie, la pista fu in grado di ospitare nella sua interezza i seguenti caccia monomotori: North American A-36 Apache (Invader); Curtiss P-40 F Warhawk dell’United States Army Air Corps (USAAC); Spitfire con le insegne americane (nelle versioni aggiornate al 1943), Mk VIII e IX; e North American P-51 Mustang nella variante da foto-ricognizione, ossia l’F6.
Nel periodo che va dal 1° ottobre al 31 dicembre dello stesso anno (1) adiacente alla pista, divenne operativo un ospedale di evacuazione:
il cosiddetto “Holding Hospital”, gestito dal “56th medical battalion” che si occupò della prima assistenza medica e dell’evacuazione dei feriti. Di fatti, nel caso che questi necessitavano di particolari cure, venivano trasportati in volo verso gli attrezzati ospedali in Nordafrica.
In realtà, per lo sgombero dei pazienti furono utilizzati verosimilmente i bimotori Douglas C-47 Skytrain, che per i loro trasferimenti verso i più grandi complessi ospedalieri, sfruttarono il “campo volo di fortuna” di Termini Imerese. Agli inizi dell’anno successivo, probabilmente, il posto medico da campo statunitense fu smantellato e abbandonato definitivamente.
La pista di volo (ALG West) di Termini Imerese, oramai non più esistente, è ampiamente riportata negli annali di storia militare del XX sec.
per avere accolto il SIAI-Marchetti SM 79 (adibito a trasporto personalità, nel caso specifico il Capo del Governo) con a bordo il Generale Castellano e il console Franco Montanari, durante le articolate fasi delle trattative armistiziali che videro i due emissari del Governo Badoglio fare la spola tra Roma e la Sicilia e viceversa, nei giorni del 31 agosto, 2 e 5 settembre 1943 (2).
Nell’ottantesimo anniversario delle Operazioni “Baytown” (3 settembre 1943) e “Avalanche” (9-18 settembre 1943), abbiamo chiesto al dott. Giovanni Pesce (3) di parlarci dell’ALG West di Termini Imerese e dei velivoli ivi stanziati, i quali necessariamente parteciparono alle operazioni condotte dagli Alleati nel prosieguo della campagna d’Italia, esattamente nelle due località della penisola, Reggio di Calabria e Salerno.
Spiega il dottor Giovanni Pesce
«Il Gen Mark Clark, dietro ordine del Gen. Eisenhower, pianificò il primo passo della conquista dell’Europa Continentale, concentrando le forze a sua disposizione sulla zona di Salerno (Operazione Avalanche). Sia Clark che Eisenhower non avevano grandi esperienze operative ma potevano contare sul supporto dell’imponente organizzazione logistica USA.
I problemi che i due hanno dovuto affrontare sono stati tanti sia dal punto di vista politico che militare e, a bocce ferme, il giudizio sui due generali è decisamente positivo. Eisenhower gestì la resa militare italiana con una fermezza assoluta, e questa esperienza fu fondamentale per il suo incarico di Presidente Usa 1952 – 1960.
I militari italiani, dietro pressioni governative, chiedevano uno sbarco Alleato a Nord di Roma e suggerivano Livorno o Civitavecchia, ma il problema principale per la scelta della zona di sbarco era relativo alla copertura aerea, ovvero le truppe alleate dovevano essere protette da attacchi aerei nemici e gli aerei da difesa aerea disponibili in quei giorni avevano dei raggi operativi alquanto ridotti.
L’unico velivolo che si prestava all’operazione era il P38 che decollando dal Nord della Sicilia, zona sotto il dominio degli Alleati, poteva restare un’ora in volo sulla zona dello sbarco ed aveva persino carburante per una decina di ulteriori minuti per un eventuale combattimento aereo.
Ma la gran parte degli altri caccia disponibili (A36, P39, P40, Spitfire V, Spitfire IX, e P51) poteva arrivare in zona ed affrontare un combattimento di pochi minuti e poi doveva rientrare in un aeroporto in territorio amico. Si tratta di raggio di azione di 400 – 600 Km.
Oltretutto nel rientrare alla base dopo un combattimento ci potevano essere problemi qualora l’aereo avesse subito dei danni importanti. Tant’è che lo scalo di Termini Imerese è stato definito Advanced Landing Field, ovvero campo di atterraggio avanzato pronto a ricevere aerei colpiti e/o aerei con problemi all’estrazione del carrello di atterraggio.
Oltretutto accanto all’aeroporto di Termini Imerese venne costituito un ospedale militare adatto ad accogliere personale ferito in azioni di guerra.
In pratica occorreva scegliere una zona di sbarco caratterizzata da una spiaggia e da un porto per navi di un certo tonnellaggio, che fosse nel raggio di 350 km. dalle basi alleate in Sicilia, ed il porto di Salerno dista 300 km. da quello di Termini Imerese.
Con questa metodica fu scelto il porto di Salerno e la piana di Paestum.
Naturalmente agli italiani non fu svelato il nome della località, ma con un po’ di intelligenza il luogo poteva essere intuito.
Oltretutto, nei giorni precedenti, la preparazione della concentrazione delle forze da sbarco in Sicilia e in Nord Africa era tenuta sotto controllo da parte degli aerei ricognitori dell’Asse, e non poteva veramente essere nascosta in quanto coinvolgeva 700 navi e 160mila soldati.
Tutta da discutere la non partecipazione delle FF NN BB della Regia Marina, le responsabilità della quale è solo attenuata dal sacrificio di marinai di unità minori o unità sommergibili.
In un combattimento aereo il pilota ed aereo difensore ha il vantaggio di giocare in casa, ha bisogno di meno carburante e quindi ha meno peso con conseguente maggior agilità, in caso di abbattimento può essere recuperato e può tornare in volo, cosa impossibile per l’attaccante. Per questi motivi i famosissimi Spitfire, ottimi caccia difensivi, nelle azioni offensive non risultavano particolarmente efficaci.
Da notare è che uno degli obiettivi primari da raggiungere era costituito dall’aeroporto di Montecorvino che nel momento nel quale sarebbe passato in mano alleata avrebbe cambiato le carte in tavola.
Lo sbarco a Salerno avvenne di notte e solo la mattina del 9 comparve la Luftwaffe con i suoi Me 109, ed in quel momento iniziarono i duelli aerei; in quel tempo le battaglie aeree erano solo diurne.
Possiamo quindi classificare gli aerei presenti nella zona tra la Sicilia e Salerno in questi seguenti gruppi:
1 . Aerei da bombardamento strategico B17 e B24 che decollando dalla Tunisia non avevano alcun problema di autonomia con raggio d’azione operativa di 3000 km.
2. Aerei da bombardamento tattico Boeing B25 ed A20 che anch’essi presentavano caratteristiche di autonomia di migliaia di km. senza problemi per quel tipo di azione.
3. Aerei da caccia leggera, spendibili senza problemi ovvero A36, P40 Spitfire VIII e Spitfire IX che soffrivano problemi di autonomia, tali aerei erano dispiegati a Termini Imerese ed avevano un raggio di azione di 400 – 600 km.
4. Aerei da ricognizione P51 Mustang (versione fotografica F6) molto efficaci con discreta autonomia dislocati in una base USA a Milazzo (oltre 1000 km. di raggio di azione).
Infine, Aerei da superiorità aerea i P38, purtroppo presenti non in numero altissimo come gli altri velivoli di produzione USA. Gli aerei di questo tipo erano dislocati in basi alleate più arretrate nel centro-Sud della Sicilia».
Note:
(1) Giuseppe Longo 2013, L’Advanced Landing Ground (ALG) East e West di Termini Imerese nel luglio 1943. Intervista allo storico militare Rosario Finocchiaro, Cefalunews, 4 dicembre.
(2) Giuseppe Longo 2023, Armistizio 1943. I preamboli delle trattative di Cassibile. Volo aereo da Guidonia a Palermo Boccadifalco, Cefalunews, 29 settembre.
(3) Giuseppe Longo 2023, I prodromi dell’Armistizio del ’43 – Lo scalo a Termini Imerese dell’aereo pilotato da Publio Magini con a bordo Castellano e Montanari, Cefalunews, 31 agosto.
Bibliografia e sitografia
Tom Ivie, Paul Ludwig, Spitfires and Yellow Tail Mustangs: The 52nd Fighter Group in World War Two, Hikoki Publications, 2005
Giuseppe Longo, Pagine sul secondo conflitto mondiale in Sicilia e nel Distretto di Termini Imerese, I.S.P.E. Palermo 2022, seconda edizione.
Salvo Fagone, Operazione Husky. Cronaca dei bombardamenti alleati sulla Sicilia 1943, IBN Editore, 2023.
www.aviation-history.com/index.html
Foto a corredo dell’articolo: Supermarine Spitfire e P38 Lightning dell’USAAC – 1943 scacchiere mediterraneo.
Giuseppe Longo