Tutte le mattine, d’estate e d’inverno, con il caldo o con il brutto tempo, don Totò era solito recarsi in campagna. Ormai libero dagli impegni di lavoro, senza più vincoli di orari e presenze, si dilettava a coltivare un orticello: raccogliere l’insalata e la frutta, portare da mangiare ad una diecina di galline che allevava giusto per avere le uova fresche per i nipotini. La campagna di don Totò distava non più di quattro chilometri dal centro abitato del paese, perciò un percorso non tanto lungo né troppo faticoso; l’uomo aveva pensato comunque di comprare un asinello anche per la gioia dei suoi nipotini, attratti dalla novità.
Un giorno uno di loro, il piccoletto di sette anni, gli chiese di andare con lui in campagna per poter vedere gli animali, raccogliere i fiori e stare una giornata all’aria aperta.
Don Totò felice per la richiesta del ragazzino, approfittando di un giorno di vacanza dalla scuola, organizzò quella passeggiata. Partenza al mattino presto, strada di trazziera a piedi, bottiglia con l’acqua e colazione a sacco. Il ragazzino fu entusiasta e ancora di più il nonno che vedeva con piacere che non tutti i giovani moderni sono pigri e disinteressati alle cose più faticose…in realtà non erano tantissimi i chilometri da percorrere a piedi.
Iniziò il cammino e mentre nonno e nipotino si allontanavano dal paese già cominciava ad alzarsi il sole e strada facendo si incontravano altre persone, contadini, operai, anch’essi in marcia per recarsi al lavoro. Ad un certo punto del percorso don Totó pensò bene di mettere in sella all’asino il nipotino che arrancava, non certo abituato a quella strada dissestata e polverosa. Così per un pó andarono avanti fin quando non incontrarono un gruppo di conoscenti, “buongiorno don Totò”, “buongiorno a voi”, “si va in campagna?!…” giusto un saluto e passa avanti, ma l’uomo sentì i commenti:”cuosi di pazzi!!! U picciriddu chinu di vita supra u scieccu e ddu poviru viecchiu a pieri!!! Mah!!! (cose da pazzi! Il bambino pieno di vita in groppa all’asino e quel povero vecchio a piedi! Mah!)
Don Totò allora per non farsi criticare fece scendere il nipotino e salì lui sull’asino; per un breve tratto andarono avanti ma dopo un pó altri conoscenti: “don Totò…bella giornata…é il vostro nipotino?” “picchí u faciti caminari ‘nta sta brutta strata, nun vi scantati ca si struppìa o si stanca, é ancuora nicu, vui ‘nvieci siti robbustu e puoi sta strata a canusciti” (perché lo fate camminare in questa brutta strada, non vi spaventate che si faccia male o si stanchi, é ancora piccolo , voi invece siete robusto e poi questa strada già la conoscete) arrivederci.
Appena passati oltre, il povero uomo, abbastanza confuso allungò il braccio, porse la mano al piccolo e lo tirò in sella con sè, ma chi mali avissi fattu!!! (non lo avesse mai fatto) anche questa non fu una buona idea…, infatti un paio di operai che a bordo strada riparavano un cavo interrotto, vedendo quella bestia con due persone in groppa ebbero anche loro da ridire… “taliati chi cuosi!!! du cristiani ‘ncapu ddu poviru sciccarieddu, l’hannu a fari squatracchiari dda povira bestia!!! (guardate che cose due persone sopra quel povero asinello, la devono fare schiattare quella povera bestia!!!)
Forse mai come quel giorno il povero uomo si pentì di avere intrapreso quel percorso, di solito tanto piacevole e distensivo e mai a don Totò quei pochi chilometri erano sembrati tanto lunghi. Così per non sentire altri commenti e suggerimenti, da eventuali prossimi incontri, di amici e conoscenti decise di scendere e di fare scendere anche il nipotino dalla groppa del somarello che continuò il cammino senza nessun peso addosso.
I tre, nonno, nipotino e somarello avevano percorso appena poche decine di metri quando arrivò ancora un ulteriore “amichevole” rimprovero: “don Totò v’accattastivu u scieccu pi faricci purtari i pisi e ‘nvieci u faciti caminari vacanti e vui e ddu picciriddu iti a pieri…? ma chi ‘mpazzistiru ?!” (don Totò, avete comprato l’asino per fargli trosportare i pesi e invece l’animale cammina leggero mentre voi e il vostro nipotino andate a piedi? ma che siete impazzito?)
Così …, facendo sali e scendi dal ciuco il povero don Totò, non ne poteva più, perciò l’ultimo tratto di strada lo percorsero a modo suo: per un pó salì lui in groppa all’asino, per un pò il ragazzo e ancora entrambi e poi nessuno, così si arrivò finalmente al piccolo podere, verde, rigoglioso e soprattutto senza vicini attorno; senza nessuno che suggerisse o consigliasse, che commentasse o proponesse opinioni e soluzioni, perché, si sa, “ca ogni tiesta é un tribunali e ognunu arraggiuna ca sià” (che ogni testa decide da sola e ognuno decide con la sua). Da quel giorno don Totò non diede più troppi peso a ciò che gli altri, a bassa o ad alta voce commentarono. Cercò di andare sempre dritto per la sua strada senza creare disagi a nessuno o nuocere a chicchessia, uomini o bestie che fossero!
Mimma Di Francesca