Tonno in scatola: controlla l’etichetta e non comprarlo se proviene da queste 2 zone FAO

Il tonno in scatola è uno degli alimenti più pratici e versatili nelle nostre cucine. Che si tratti di un pranzo veloce o di una cena improvvisata, questo prodotto è spesso il protagonista di ricette gustose e facili da preparare. Tuttavia, pochi sanno che la provenienza del tonno può avere un impatto significativo sulla qualità del prodotto e, soprattutto, sulla nostra salute.

La crescente popolarità del tonno in scatola. Negli ultimi anni, la domanda di tonno in scatola è aumentata notevolmente. La comodità di avere un pasto pronto in pochi minuti è irresistibile, specialmente in una società sempre più frenetica. Nonostante ciò, è fondamentale non sottovalutare l’importanza di leggere attentamente l’etichetta del prodotto che stiamo acquistando.

Sostenibilità e trasparenza: due fattori cruciali. Prima di mettere una scatoletta di tonno nel carrello, è importante accertarsi che il prodotto sia stato pescato in modo sostenibile e che provenga da acque non inquinate. Organizzazioni come Friend of the Sea, Marine Stewardship Council (MSC) e Dolphin Safe certificano i prodotti che rispettano l’ambiente marino e garantiscono metodi di pesca che non danneggiano l’ecosistema.

Uno degli aspetti chiave da verificare è la zona FAO (Food and Agriculture Organization) indicata sull’etichetta. Questa sigla identifica l’area geografica da cui proviene il tonno e può fornire informazioni preziose sulla qualità e sulla sicurezza del pesce che stiamo per consumare.

Zone FAO: le migliori e le peggiori per la pesca del tonno. Secondo i recenti rapporti dell’ISSF (International Seafood Sustainability Foundation), le migliori zone FAO per la pesca del tonno, in particolare del tonno a pinna gialla, includono:

  • Pacifico Orientale (eccetto il Messico)
  • Pacifico Occidentale e Centrale
  • Oceano Atlantico

Le specifiche zone FAO considerate sicure e sostenibili sono la 71, 77, 21, 27, 31, 34, 41 e 47. Queste aree sono caratterizzate da un basso livello di inquinamento e da una gestione attenta delle risorse marine, che consente una pesca responsabile e sostenibile.

D’altra parte, ci sono alcune zone FAO che dovrebbero essere evitate a causa dell’alto tasso di inquinamento e del sovrasfruttamento delle risorse ittiche. Tra queste, spiccano:

  • Pacifico Settentrionale (Zone FAO 61 e 67)
  • Oceano Indiano (Zone FAO 51 e 57)

Queste aree sono note per essere altamente sfruttate, con conseguenti impatti negativi sulla qualità del tonno e, di conseguenza, sulla nostra salute.

Tonno in scatola: evita queste zone FAO – cefalunews.org

Il Mediterraneo: una zona FAO di eccellenza. Un’ulteriore opzione sicura e di qualità è rappresentata dal Mar Mediterraneo, indicato con la zona FAO 37. Da qui provengono specie come il pesce azzurro, il tonnetto alletterato e il pregiato tonno rosso del Mediterraneo, tutti caratterizzati da elevati standard di qualità.

Conclusione: scegliere in modo consapevole per la propria salute. In conclusione, la scelta del tonno in scatola non dovrebbe essere guidata solo dal prezzo o dalla marca, ma anche dalla consapevolezza della provenienza del prodotto. Evitare le zone FAO più problematiche e preferire quelle certificate e sostenibili è un passo importante per tutelare la nostra salute e contribuire alla protezione degli ecosistemi marini. La prossima volta che acquisterete una scatoletta di tonno, ricordatevi di controllare attentamente l’etichetta: la vostra salute e quella del pianeta ne trarranno beneficio.

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