Cefalù, cento anni fa nasceva il vescovo Mazzola: un santo dei nostri giorni

Rosario Mazzola nasce il 19 settembre 1924 e compie i suoi studi presso il Seminario […]

Rosario Mazzola nasce il 19 settembre 1924 e compie i suoi studi presso il Seminario Arcivescovile di Palermo. Ordinato presbitero il 16 luglio 1950 dall’arcivescovo Ernesto Ruffini, inizia il suo ministero come vice parroco nella Parrocchia Maria SS. Regina degli Apostoli a Vergine Maria. Successivamente, diventa protagonista nella creazione di strutture sociali, come la “Casa Soggiorno Poggio Maria,” fondata nel 1965 per offrire accoglienza a giovani preadolescenti, inclusi i disabili. Dopo decenni di servizio pastorale a Palermo, il 23 luglio 1988, viene nominato Vescovo di Cefalù, diocesi che guiderà fino al 2000.

Gli anni alla guida della diocesi di Cefalù

Il vescovo Mazzola si insedia a Cefalù il 17 settembre 1988. Nei dodici anni in cui è alla guida della diocesi, Mazzola dimostra una grande dedizione al rinnovamento pastorale, in particolare attraverso la realizzazione di quattro piani pastorali. Durante il suo mandato, ordina 15 sacerdoti diocesani e fa della comunicazione un elemento centrale della sua visione pastorale. È noto per il suo rapporto diretto con la comunità e per l’approccio pragmatico alle sfide sociali e culturali del territorio.

Il primo piano pastorale: La famiglia

Il primo piano pastorale, consegnato nel 1991, è dedicato alla famiglia, vista come soggetto di evangelizzazione. Mazzola chiede la creazione di gruppi familiari in ogni parrocchia e organizza convegni annuali per rafforzare la pastorale familiare. Inoltre, avvia corsi di aggiornamento estivi a San Guglielmo, coinvolgendo relatori di prestigio per affrontare le nuove sfide della pastorale. La famiglia diventa così il fulcro della sua azione evangelica, puntando sull’unità e sulla formazione continua.

Il secondo piano pastorale: La comunicazione

Nel gennaio del 1993, Mazzola presenta il secondo piano pastorale, centrato sulla comunicazione. Questo piano, il primo di questo tipo in Italia, attira l’attenzione nazionale, e il vescovo viene invitato a far parte della Commissione ecclesiale della CEI per le comunicazioni sociali. La diocesi di Cefalù diventa pioniera nella formazione all’uso dei mass media e nella creazione di strutture comunicative, come responsabili parrocchiali della comunicazione e sale della comunità. Mazzola organizza anche corsi per i presbiteri, sottolineando l’importanza di una comunicazione chiara e trasparente.

I grandi direttori di giornali a Cefalù

Uno degli aspetti più innovativi del vescovo Mazzola è l’invito a Cefalù dei più importanti direttori di giornali e telegiornali italiani negli anni ’90. Personalità come Puccio Corona, Bruno Vespa, e Sandro Curzi partecipano a dibattiti organizzati dal vescovo, portando a Cefalù un confronto diretto con il mondo dei media. Questo legame con i grandi giornalisti rappresenta un’opportunità unica per la diocesi e per la comunità locale, che si trova al centro di discussioni su temi di rilevanza nazionale.

L’attenzione dei media nazionali per Mazzola

L’attività comunicativa di Mazzola non passa inosservata ai media nazionali. Diverse redazioni, da nord a sud, si interessano al vescovo e alle sue posizioni sulla libertà di informazione. Mazzola diventa una figura di riferimento per il giornalismo etico e spesso compare sui telegiornali nazionali per le sue prese di posizione a favore di un’informazione veritiera e libera da manipolazioni. Organizza persino un corso di giornalismo per i presbiteri della diocesi, coinvolgendo giornalisti siciliani attivi nel cambiamento sociale.

Il rapporto con l’Osservatore Romano

Il Vescovo Mazzola stabilisce un rapporto privilegiato con L’Osservatore Romano, che dedica circa cinquanta articoli alla sua attività pastorale e alle sue prese di posizione, specialmente in materia di comunicazione. L’attenzione che riceve dalle testate giornalistiche nazionali e vaticane riflette la centralità che il vescovo attribuisce al ruolo della Chiesa nell’interpretare e guidare il dialogo pubblico.

Il piano pastorale per i giovani

Il terzo piano pastorale, rivolto ai giovani, viene accolto con grande entusiasmo dalla diocesi. Mazzola avvia il “Convegno-festa” dei giovani, che ogni anno attira migliaia di ragazzi e ragazze a Cefalù. Questo evento culmina con un concerto serale in Piazza Duomo, e diventa un appuntamento fisso per i giovani della diocesi. Per coloro che studiano a Cefalù, il vescovo crea un Centro diurno che offre anche pasti caldi, dimostrando una cura particolare per le esigenze dei più giovani.

Il quarto piano pastorale: La politica e la comunicazione

L’ultimo piano pastorale di Mazzola, consegnato dopo il Convegno ecclesiale di Palermo, si concentra sul rapporto tra Chiesa e politica. Il vescovo invita i fedeli a riflettere criticamente sulla dimensione sociale e politica della loro fede, promuovendo un discernimento basato sul progetto culturale dei vescovi italiani. Mazzola sottolinea la necessità di una comunicazione trasparente, fondando il sito diocesano, uno dei primi in Italia, e incoraggiando ogni parrocchia a dotarsi di un proprio sito per favorire la connessione con la comunità.

Il legame con l’Università di Palermo

Durante il suo episcopato, Mazzola collabora attivamente con l’Università di Palermo, specialmente attraverso l’Osservatorio della Comunicazione. Questo osservatorio conduce ricerche sul ruolo dei media nel sud Italia, denunciando le ingiustizie comunicative che penalizzano il meridione. I risultati delle indagini vengono pubblicati regolarmente e attirano l’attenzione dei grandi media nazionali, portando alla ribalta la visione critica di Mazzola sulla questione meridionale.

La condanna della mafia

Il Vescovo Mazzola si schiera apertamente contro la mafia, che riteneva una minaccia per la spiritualità e la moralità della comunità. Organizza campagne di sensibilizzazione nelle parrocchie e chiede ai presbiteri di affrontare questo fenomeno nelle omelie. La sua posizione decisa su questo argomento rafforza il suo ruolo come pastore attento alle esigenze spirituali del suo gregge.

Le trasformazioni nella diocesi di Cefalù

Sotto la guida di Mazzola, la diocesi di Cefalù conosce una fase di grande cambiamento. Il vescovo introduce numerose riforme pastorali e strutturali, rinnovando l’approccio alla catechesi, alla liturgia e alla carità. Le sue iniziative per la formazione dei laici e dei sacerdoti, insieme alla promozione di eventi culturali e sociali, contribuiscono a rendere Cefalù una diocesi dinamica e moderna. Durante i dodici anni a Cefalù il vescovo apre le porte della Diocesi al laicato. A dei laici affida compiti importanti quali la cancelleria vescovile, la direzione della Rivista diocesana, l’Ufficio scolastico diocesano, l’ufficio comunicazioni sociali, l’ufficio di pastorale sociale, quello della famiglia.

Il rapporto con la città di Cefalù

Il legame tra Mazzola e la città di Cefalù è profondo. Il vescovo si impegna a coinvolgere attivamente la comunità locale nelle sue iniziative pastorali, instaurando un dialogo continuo con le istituzioni civili e promuovendo una cooperazione costante tra Chiesa e società. Questo rapporto si traduce in una serie di progetti che rafforzano il tessuto sociale della città e danno nuova vitalità alla vita parrocchiale.

Rosario Mazzola ha lasciato un segno indelebile nella diocesi di Cefalù. Il suo impegno per la famiglia, i giovani, la comunicazione e la politica ha trasformato profondamente la comunità locale. La sua eredità, fatta di piani pastorali innovativi e di un rapporto attento con il mondo dell’informazione, continua a ispirare la diocesi e la Chiesa italiana.

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