Tanino Caliò: l’ultimo sarto di Cefalù e il custode di una tradizione

Nel cuore di Cefalù, dove il tempo sembra scorrere a un ritmo più lento, Tanino Caliò è l’ultimo testimone di un mestiere che ha segnato la storia della città: il sarto. Nato a S. Agata di Militello nel 1939, Tanino è un uomo che ha legato la sua vita a un’arte antica, una passione che ha imparato fin da giovane e che lo ha portato a diventare una figura emblematica per la comunità cefaludese. Il suo nome è sinonimo di qualità, precisione e amore per il mestiere, e la sua sartoria è uno degli ultimi baluardi di una tradizione che, purtroppo, sta scomparendo.

La storia di Tanino non è solo quella di un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro, ma anche quella di un uomo che ha saputo portare avanti i valori della famiglia, della generosità e del servizio alla comunità. Con la sua bottega, Tanino ha servito tanti cefaludesi e turisti, e oggi, a 86 anni, è orgoglioso del lavoro che ha svolto, pur consapevole che la sua attività è destinata a chiudere un giorno, lasciando un vuoto difficile da colmare.

Le origini di Tanino: un viaggio iniziato da giovane

Tanino Caliò nasce il 21 febbraio 1939 a S. Agata di Militello, in provincia di Messina. La sua storia inizia come quella di tanti altri ragazzi cresciuti in una famiglia semplice, ma ricca di valori. A soli 11 anni, Tanino prende la decisione che cambierà il corso della sua vita: diventa apprendista sarto. All’epoca, il mestiere di sarto era una vera e propria arte, e Tanino, con la passione che lo contraddistingueva, si dedica anima e corpo alla sua formazione.

Nel 1950, il giovane Tanino inizia a imparare il mestiere sotto la guida di esperti, e ben presto si distingue per la sua abilità. Ma la sua voglia di perfezionarsi lo porta a Firenze, dove si trasferisce a soli 17 anni per migliorare le sue competenze nel campo della sartoria. Trascorre un anno nella capitale toscana, dove apprende le tecniche più raffinate del mestiere. Il suo cammino formativo lo porta successivamente a Roma, dove si diploma nella scuola di taglio, una delle più rinomate d’Italia, che gli apre le porte a un futuro promettente nel mondo della sartoria.

L’arrivo a Cefalù: un nuovo inizio

Nel 1963, a 24 anni, Tanino lascia Roma e torna in Sicilia, spinto da una proposta del padre, Giuseppe, che lo invita ad aprire una sartoria a Cefalù. Il trasferimento a Cefalù è un passo fondamentale nella sua carriera: il giovane sarto decide di aprire una bottega insieme al fratello Franco. Ma prima di avviare l’attività, Tanino lavora con il sarto Formica, che gestiva una sartoria a Cefalù e che si occupava principalmente di lavorare per i turisti francesi al Village Magique. È in questo periodo che Tanino conosce Rosa Minutella, una giovane ragazza dal carattere solare e vivace. Tra i due nasce una simpatia che si trasforma rapidamente in un amore profondo, che li porterà a sposarsi nel 1974.

Nel frattempo, Tanino trova un locale in Viale Principe Umberto, oggi via Roma, e nel 1963 inaugura la sua sartoria. La bottega si fa subito notare per la qualità dei suoi lavori e per l’attenzione ai dettagli, e in breve tempo diventa un punto di riferimento per i cefaludesi. A quei tempi, a Cefalù c’erano ancora molti sarti, e la sartoria era un mestiere rispettato, che permetteva di lavorare sodo, soprattutto durante le festività natalizie.

Il mestiere del sarto: un lavoro di passione e sacrificio

Tanino ricorda con nostalgia gli anni in cui lavorava come sarto a Cefalù. In quegli anni, il lavoro non mancava mai, soprattutto in vista delle festività e delle cerimonie. La sua bottega accoglieva clienti di ogni tipo: dai residenti locali ai turisti che affollavano la cittadina. Con il passare degli anni, Tanino si specializza nella realizzazione di abiti su misura, che diventeranno il suo marchio di fabbrica.

L’amore per il suo mestiere non si limita alla semplice produzione di abiti, ma si estende alla cura e alla dedizione che Tanino mette in ogni singolo lavoro. La sua sartoria diventa famosa non solo per la qualità dei suoi prodotti, ma anche per l’attenzione al cliente e la disponibilità a soddisfare ogni esigenza. Ogni cliente che entrava nella sua bottega era accolto con un sorriso e trattato con rispetto. Tanino credeva che il lavoro del sarto fosse più di una semplice professione: era un servizio alla comunità, un modo per contribuire al benessere degli altri.

La famiglia e l’amore per Rosa: una vita insieme

Il 1974 segna anche un altro grande momento nella vita di Tanino: il matrimonio con Rosa Minutella, la sua compagna di vita. La loro unione, segnata da gioie ma anche da sacrifici, è l’emblema di un amore che è riuscito a superare anche le difficoltà più grandi. Dalla loro unione nascono due figli, Giuseppe e Gabriella, che diventano il centro del loro mondo.

Purtroppo, nel 2003, la tragedia colpisce la famiglia Caliò. Rosa, la moglie di Tanino, scompare prematuramente a soli 58 anni, lasciando un vuoto incolmabile. Nonostante il dolore, Tanino trova la forza di andare avanti grazie all’amore per i suoi figli e al ricordo della generosità della sua amata Rosa, che aveva donato i suoi organi, dando la possibilità a molte altre persone di vivere.

Un lungo percorso di successi e soddisfazioni

Negli anni successivi alla morte di Rosa, Tanino non ha mai smesso di lavorare con la stessa passione di sempre. La sua sartoria è diventata parte integrante della vita di Cefalù, un luogo dove i cefaludesi e i turisti potevano sempre contare su un servizio impeccabile. Tra le tante soddisfazioni professionali, Tanino ricorda con affetto un episodio particolare: la realizzazione di abiti per il gruppo musicale cefaludese “Gli Apaches 91”, un gruppo che aveva fatto parlare di sé per la sua musica e per la sua originalità. Questo lavoro rimane uno dei ricordi più belli della sua carriera.

Oggi, Tanino Caliò ha 86 anni ed è ormai in pensione, ma la sua eredità non è solo quella di un mestiere che sta per scomparire. Tanino è stato e continua ad essere un esempio di passione, dedizione e rispetto per il proprio lavoro. La sua sartoria è stata un punto di riferimento per la comunità cefaludese, un luogo dove le persone non solo trovavano abiti su misura, ma anche un servizio di qualità, che andava al di là della semplice transazione commerciale. Anche se non lavora più, il suo esempio di vita, segnato dalla generosità, dall’umiltà e dalla voglia di fare del bene agli altri, rimarrà per sempre impresso nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto. La sua storia è una testimonianza di come la passione per un mestiere, unita alla capacità di mettersi al servizio degli altri, possa trasformare una vita e lasciare un’impronta indelebile nella propria comunità.

Le piccole soddisfazioni di Tanino: la bellezza del lavoro

Tanino racconta con emozione uno degli episodi che più lo ha segnato nel corso della sua carriera. Un giorno, una famiglia di turisti entra nella sua bottega. Il lavoro che Tanino esegue per loro è di poco conto, ma quando i turisti gli chiedono quanto dovranno pagare, Tanino risponde come fa spesso: “Non mi dovete niente”. Il giorno dopo, la famiglia si ripresenta, e le due bambine gli regalano una rosa ciascuna, un gesto di gratitudine che Tanino non ha mai dimenticato.

“Le soddisfazioni più belle”, commenta Tanino, “sono quando faccio dei piccoli lavori ai turisti. Sono momenti che ripagano più di qualsiasi pagamento monetario”. Questi piccoli atti di generosità e gratitudine sono ciò che ha sempre alimentato la passione di Tanino per il suo lavoro, e sono le cose che gli danno la forza di andare avanti, nonostante le difficoltà.

Il suo esempio di vita, segnato dalla generosità, dall’umiltà e dalla voglia di fare del bene agli altri, rimarrà per sempre impresso nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto. La sua storia è una testimonianza di come la passione per un mestiere, unita alla capacità di mettersi al servizio degli altri, possa trasformare una vita e lasciare un’impronta indelebile nella propria comunità.


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