Peppe Serio: la storia di uno dei pionieri del commercio ittico a Cefalù

Giuseppe Serio, conosciuto dai suoi concittadini come “u zu Peppi u fanu”, è una delle personalità più rilevanti nella storia di Cefalù nel Novecento. La sua vita, segnata da eventi straordinari, unisce tradizione, religiosità e intraprendenza, costituendo un esempio di resilienza, impegno e passione per la propria famiglia e la propria comunità. La sua notorietà non deriva solo dall’attività di commerciante, ma anche dalla sua profonda influenza sulla vita spirituale di Cefalù, dove il suo amore per la religione e per la cultura locale lo ha reso un punto di riferimento per le generazioni a venire. La sua storia si intreccia con quella della sua città, che nel corso degli anni ha visto crescere e trasformarsi sotto molteplici aspetti, grazie anche al contributo di uomini come Giuseppe.

Dal suo contributo al commercio ittico, che lo ha visto protagonista nel corso di decenni, alla sua influenza come figura di padre e patriarca di una famiglia numerosa, la sua vita si è snodata lungo un percorso che ha saputo abbracciare il cambiamento senza mai perdere il contatto con le sue radici. Le sue scelte, i suoi sacrifici e la sua visione imprenditoriale hanno lasciato un’impronta indelebile nella comunità cefalutana, un segno che ancora oggi viene ricordato con affetto e rispetto.

Le origini e la giovinezza

Giuseppe Serio nasce il 9 novembre 1899 a Cefalù, un centro marinaro che ha sempre vissuto grazie alla pesca e all’agricoltura. Figlio di Salvatore e Marsiglia Concetta, Giuseppe è il primogenito di una famiglia numerosa, con cinque fratelli che, nel corso degli anni, lo affiancheranno nella costruzione del futuro della famiglia. Cresce in un contesto che, pur non essendo ricco, è profondamente radicato nei valori della comunità e della solidarietà. La sua infanzia e giovinezza si intrecciano con i sacrifici quotidiani della famiglia, impegnata a far fronte alle difficoltà economiche, ma anche con l’importanza della famiglia come nucleo di resistenza e speranza.

La Sicilia, e in particolare Cefalù, è una terra che all’inizio del Novecento è segnata da povertà e miseria, ma anche da un forte spirito di comunità. Nonostante la modesta condizione economica della sua famiglia, Giuseppe riesce ad ottenere una certa istruzione, grazie all’impegno dei suoi genitori che considerano l’educazione un valore fondamentale. Nonostante le difficoltà, la comunità di Cefalù è unita, e Giuseppe cresce con l’insegnamento di un lavoro duro ma rispettabile, dove la famiglia e la fede sono i cardini della vita.

A soli sedici anni, la sua vita subisce una svolta decisiva. La guerra scoppia, e Giuseppe, come tanti altri giovani della sua età, viene chiamato alle armi. Il suo destino lo porta lontano da casa, in Palestina, dove viene arruolato in un gruppo militare che deve scortare una delegazione di pacificazione inviata da Papa Benedetto XV. Questa esperienza segna profondamente Giuseppe, che si trova a vivere in un ambiente molto diverso da quello siciliano. Non solo apprende nuove esperienze di vita e di guerra, ma entra anche in contatto con la religiosità e la spiritualità in un contesto internazionale, lontano dalle consuetudini che conosceva.

La guerra e l’incontro che segnerà la sua vita

Durante il suo soggiorno in Palestina, Giuseppe è ospitato nelle case dei Frati Minori, un luogo che gli permetterà di entrare in contatto con il mondo religioso in un modo che non avrebbe mai immaginato. È in questi ambienti che incontra un frate francescano, con cui stringe una profonda amicizia. Quest’uomo diventa per Giuseppe non solo una figura di riferimento spirituale, ma anche un vero e proprio maestro di vita, che lo influenzerà nelle sue scelte future. La religiosità diventa una componente fondamentale della sua esistenza e, al termine della guerra, quando ritorna a Cefalù, Giuseppe si dedica con maggiore intensità alla spiritualità, tanto che diventerà uno degli interpreti più singolari e locali del Vangelo.

In modo inedito per l’epoca, Giuseppe decide di tradurre il Vangelo in dialetto cefalutano, un gesto che lo avvicina ancora di più alla sua comunità e che lo rende un testimone del messaggio cristiano. Le sue traduzioni non sono solo linguistiche, ma anche culturali. Racconta le parabole evangeliche con un linguaggio semplice, diretto, che risuona nel cuore di chi lo ascolta. Le sue storie, tra cui quella di Erode e della sua relazione con la cognata, diventano aneddoti comuni, raccontati con il dialetto tipico di Cefalù, che diventa un mezzo attraverso cui esprimere la propria fede e il proprio credo.

L’amore e la creazione di una famiglia numerosa

Terminata la guerra, la vita di Giuseppe si arricchisce di un nuovo capitolo. Incontra Lorenza, una ragazza di Cefalù, e si innamora di lei. Il matrimonio, celebrato nel 1925, sancisce un legame che diventerà uno dei pilastri su cui si fonda la sua vita. Lorenza, che in paese è conosciuta con il soprannome di Nzina, diventa non solo la sua compagna di vita, ma anche una spalla fondamentale nella gestione della famiglia e dell’attività commerciale che Giuseppe avvierà. Insieme, avranno dieci figli, una numerosa discendenza che rappresenta un segno di continuità e speranza per il futuro.

Nonostante le difficoltà economiche del tempo, la famiglia Serio è ben presto conosciuta per la sua intraprendenza e determinazione. Giuseppe, infatti, avvia un’attività commerciale che diventerà il fulcro della vita economica della famiglia: il commercio del pesce. Inizialmente portando il pesce salato da Messina a Cefalù, la sua attività si sviluppa velocemente, spingendolo ad aprire una bottega di frutta, verdura e pesce fresco in via Candeloro. Questo è solo l’inizio di un lungo percorso imprenditoriale, che lo vedrà, negli anni successivi, espandere la sua attività in altre zone di Cefalù, creando un vero e proprio impero familiare.

La guerra, le difficoltà e la ricostruzione

La Seconda Guerra Mondiale porta con sé nuove difficoltà, ma anche opportunità. Giuseppe, come molti altri giovani, viene richiamato al servizio militare, lasciando nuovamente la famiglia a gestire le attività. Durante questi anni, la sua assenza viene colmata da Lorenza, che, con il supporto dei figli più grandi, mantiene in piedi l’attività commerciale, permettendo alla famiglia di sopravvivere alla difficile congiuntura bellica. Nonostante i sacrifici, la famiglia Serio riesce a superare questi anni di difficoltà, continuando a mantenere una solida base economica.

Alla fine della guerra, Giuseppe ritorna a Cefalù, deciso a ricostruire non solo la propria vita, ma anche quella della sua famiglia e della sua comunità. Insieme ad altri cefalutani, fonda la “Pescheria Il Delfino”, la prima pescheria di Cefalù, che segna un passo importante nella modernizzazione dell’economia cittadina. La pescheria diventa un punto di riferimento per i cittadini, non solo come luogo dove acquistare pesce, ma come centro di socializzazione e incontro.

Il successo imprenditoriale e la trasformazione della città

Nel corso degli anni, Giuseppe e la sua famiglia continuano a espandere la loro attività. Negli anni ’60, la pescheria “Il Delfino” viene dismessa, e insieme ai figli e al genero, Giuseppe avvia una nuova impresa, la “Pescheria Italia”, che diventa un nuovo punto di riferimento per il commercio ittico di Cefalù. Grazie al suo spirito imprenditoriale, Giuseppe riesce a gestire una rete di attività commerciali che contribuisce significativamente allo sviluppo economico della città, specialmente nel settore della pesca.

Le generazioni future della famiglia Serio continuano a portare avanti l’eredità di Giuseppe, fondando nuove attività e ampliando quelle esistenti. Il figlio Francesco, ad esempio, apre la “Pescheria Venezia”, che si afferma come una delle realtà più importanti nel panorama commerciale cefalutano. Anche Ciccio, uno dei suoi figli, diventa un imprenditore di successo, acquistando la società “Frigosud” e fondando la “Pesce Azzurro Cefalù”, un’azienda che si afferma nel settore delle conserve ittiche e diventa leader in Italia.

L’eredità che rimane

La figura di Giuseppe Serio, “u zu Peppi u fanu”, rappresenta un simbolo di dedizione, impegno e fede. La sua vita è stata un esempio di come, anche in tempi difficili, l’amore per la propria famiglia e la propria comunità possa portare a successi duraturi. La sua storia, fatta di sacrifici e determinazione, è un insegnamento per le generazioni future, che possono trarre dalla sua vita un forte esempio di resilienza e speranza.

Peppe Serio muore il 23 ottobre 1986. Oggi, la sua memoria vive ancora a Cefalù, dove il suo spirito imprenditoriale e il suo legame con la famiglia e la comunità continuano a essere parte integrante della vita cittadina. La sua eredità non è solo commerciale, ma anche spirituale e culturale, un’eredità che continua a ispirare coloro che, come lui, vogliono fare la differenza nelle proprie comunità.

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