Archeologa cefaludese, nata a Palermo nel 1976, Maria Teresa Rondinella è una figura molto conosciuta nel suo ambito professionale per via dei numerosi cantieri in cui ha lavorato e delle tante pubblicazioni. Oltre alla professione, che la vede protagonista della valorizzazione del patrimonio archeologico siciliano, è anche testimone di un amore profondo per la sua città, Cefalù. La sua carriera, caratterizzata da un costante impegno per la conoscenza del territorio e per la tutela dei beni culturali, ha trovato nel 2022 un ulteriore riconoscimento con la nomina a vicepresidente della Fondazione Mandralisca. Inoltre, è una donna dai molti interessi: si occupa di editing e grafica, è giurato per la narrativa al concorso internazionale “La perla del Tirreno – Cefalù”, impagina fiabe per bambini e suona il corno.
I primi passi nell’archeologia
Maria Teresa Rondinella inizia il percorso universitario iscrivendosi in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Palermo, con l’intento di diventare giornalista. Subito, però, scopre le materie archeologiche, appassionandosene. Si laurea, quindi, con lode, discutendo una tesi di numismatica, e si specializza in Archeologia Classica con lode presso l’Università della Basilicata, con una tesi su una particolare classe ceramica rinvenuta a Pantelleria, relatore Massimo Osanna, attuale Direttore Generale dei Musei Nazionali. È stata, poi, ricercatrice con borsa di studio all’Institut für Klassische Archäologie di Tübingen (DE) ed è risultata vincitrice di concorso pubblico per un posto di ricercatore-archeologo con borsa di studio presso l’Università di Palermo. In particolare, l’esperienza tedesca la arricchisce enormemente, permettendole di confrontarsi con realtà universitarie e lavorative molto diverse da quelle italiane. Nel corso dei suoi primi anni di carriera, è coinvolta in numerosi lavori e progetti di ricerca, soprattutto in Sicilia e tra i primi scavi che ha diretto, e che l’hanno resa nota nel mondo accademico, c’è quello di una necropoli punica a Pantelleria. In qualità di relatrice, partecipa a convegni scientifici, nei quali le sue ricerche vengono presentate e discusse, consolidando, già in giovane età, il personale profilo di archeologa. La Sicilia rimane, però, sempre il cuore pulsante della sua attività, e Cefalù ne rappresenta il legame indissolubile.
Il contesto storico e culturale
Il percorso lavorativo di Maria Teresa Rondinella si inserisce in un periodo storico e culturale che ha visto l’archeologia attraversare una fase di profonda trasformazione, con la presenza della figura dell’archeologo nei cantieri delle grandi opere pubbliche quali il potenziamento della fibra ottica e delle linee elettriche o il passaggio di nuove tratte ferroviarie. Appassionata della storia della sua terra, Maria Teresa ha scelto di impegnarsi nella divulgazione dei beni archeologici della Sicilia, che ha sempre dovuto fare i conti con difficoltà legate alla scarsa conservazione e valorizzazione dei propri tesori. Cefalù in particolare non è solo la sua città, ma anche l’elemento centrale delle sue ricerche e attività professionali. Nell’ultimo quindicennio, infatti, è stata una delle principali protagoniste nella tutela e nella promozione del patrimonio archeologico della cittadina. Tra gli altri scavi, ha infatti lavorato alla ristrutturazione delle chiese del Purgatorio, di Santa Maria del Porto Salvo e della Badiola; ha inoltre seguito gli scavi per la ripavimentazione di piazza Duomo, per la sistemazione del cortile interno di palazzo Maria e per il rifacimento dell’ex Mercato del pesce di via Amendola, portando in luce numerose sepolture e parte dell’antico abitato di Cefalù. Queste attività di scavo e la conseguente ricerca sono confluite in un articolo scientifico recentemente pubblicato (Kephaloìdion/Cefalù: le ultime indagini nel centro storico, in G.Sofia (a cura di), Diari di un archeologo, II, 2023, pp. 119-141). Contribuisce, inoltre, a far conoscere il nome di Cefalù anche al di fuori della Sicilia, pubblicando i suoi lavori su riviste scientifiche di rilevanza internazionale.
Gli scavi più importanti
Molti degli scavi archeologici ai quali ha partecipato Maria Teresa hanno portato a rileggere alcuni periodi della storia antica di Sicilia. Tra i progetti più interessanti: lo scavo nella parte medievale della villa del Casale di Piazza Armerina; la missione italo-tedesca sulla cosiddetta Acropoli di Pantelleria, che ha portato alla scoperta dei famosi “ritratti imperiali” di Cesare, Tito e Agrippina; lo scavo, più recente, al Castello di Mistretta, in cui la Rondinella ha messo in luce nuovi ambienti non ancora conosciuti; la scoperta dei sepolcri monumentali di età romana a Termini Imerese nonché, nello stesso sito, di una chiesa di periodo alto-medievale, della quale non si ha traccia nella storiografia termitana. Le pubblicazioni riguardanti i suoi scavi sono diventati punti di riferimento per la ricerca sull’archeologia classica e la storia antica della Sicilia, accolti con grande interesse dalla comunità scientifica per l’approccio innovativo e rigoroso che le contraddistinguono. Promuove anche attività educative e culturali che coinvolgono i giovani studenti, realizzando laboratori per far conoscere i musei del territorio e il mestiere dell’archeologo.
Premi e riconoscimenti
Maria Teresa Rondinella è ormai una figura di riferimento nel suo settore professionale. Tra i numerosi premi e riconoscimenti, ricordiamo almeno: quello conferitole dalla redazione di Cefalunews come “Personaggio dell’anno 2016”, dopo la pubblicazione del volume La guida non guida. Proposte di itinerari archeologici e storico-artistici nei paesi delle Madonie (Aracne Editore); il premio “Eccellenza siciliana” nel 2021, assegnatole dal Cenacolo Letterario di Cefalù e il “Solunto International Award” nel 2022. Sempre nel 2022, è stata inserita da Esperonews tra le quindici donne del comprensorio che si sono distinte per il loro impegno e la loro professionalità. Da quando è vicepresidente della Fondazione Mandralisca, ha tenuto conferenze sul materiale delle collezioni conservate al museo. Suo il volume Presenze femminili nelle collezioni archeologiche del Museo Mandralisca (Sciascia Editore, 2024) che, con un taglio tematico molto moderno, documenta le principali tappe della vita di una donna greca nell’antichità classica, quali il matrimonio, la maternità o il legame con la religione.