Nell’azione pastorale del vescovo Giuseppe Marciante, che il prossimo 14 aprile inizierà il suo Ministero episcopale nella Diocesi di Cefalù, i poveri e la povertà sono sempre stati in primo piano. Un incontro ha senz’altro segnato la sua vita: quello avuto con Madre Teresa di Calcutta. Era il 1977, Marciante era ancora un seminarista e Madre Teresa arriva a Catania. Lui stesso ricorda quei momenti. «L’ho incontrata al teatro Metropolitan. Partecipava a un convegno della missione “Chiesa-Mondo”. Ero seminarista. La gente venerava già allora Madre Teresa come santa, tanto che le portava le corone del Rosario perché le toccasse. Negli spostamenti abbiamo dovuto difenderla dalla folla di persone che la volevano avvicinare. Al termine dell’incontro siamo stati a pranzo con lei. Sul cartellino che portavamo come membri dello staff scrisse un mistero del Rosario come programma di vita. A me diede quello dell’Ascensione. Lo tengo ancora conservato come ricordo più caro assieme a una foto con lei».
Il 4 settembre del 2016, quando Madre Teresa è stata dichiarata Santa, Marciante era in piazza san Pietro. Quel giorno erano presenti anche 1.500 poveri assistiti dalle Missionarie della Carità. Molti di quei poveri arrivavano da Roma e proprio il vescovo Marciante li conosceva bene. «Molti dei poveri romani li conosco – commentava allora – perché nel mio settore si trovano diverse case aperte da Madre Teresa, nei quartieri con maggiore degrado. Con Papa Francesco ormai siamo abituati a vedere piazza San Pietro piena di poveri. E non sono quelli che mendicano, ma i poveri che con lui sono diventati protagonisti. In più occasioni ha affidato loro la missione di consegnare il Vangelo o la coroncina della Misericordia. Li ha messi in primo piano perché sono quelli che stanno più a cuore a Dio e alla Chiesa. Questa scelta testimonia che i poveri sono al centro dell’attenzione della Chiesa»
Il vescovo Marciante non ha mai avuto paura di prendere posizione per i poveri. Lo ha fatto a telecamere accese, ma anche senza i riflettori della grande informazione che si concentra nella capitale romana. «Il povero visto da lontano fa paura, è uno straniero; ma se cominci a pensare che se non ci fossero state nella tua vita tante occasioni favorevoli, potresti essere tu nelle stesse condizioni, allora cadono tutte le barriere». Così parlava il vescovo Marciante incontrando gli operatori della carità del Settore Est nell’ambito dell’Avvento di Fraternità promosso dalla Caritas diocesana. Per un vescovo di frontiera come Marciante non poteva passare inosservato quanto è accaduto nella Capitale, nell’autunno del 2014, quando nel quartiere romano di Tor Sapienza scoppia la rivolta contro il centro accoglienza per stranieri che hanno chiesto diritto di asilo. Quei fatti sono arrivati in tutto il mondo. La protesta violenta ha fatto il giro dei tg prima e dei talk show poi, svelando in tutta Italia quel che già era noto a chi conosce la realtà romana: le periferie stanno scoppiando.
Lui, Marciante, a telecamere spente ha incontrato i ragazzi del centro d’accoglienza. «Ho incontrato Cristo attraverso la loro fragilità e la loro paura. Se solo si conoscesse la storia di ognuno non ci sarebbero problemi di accoglienza, è terribile quanto accaduto. Il sentimento più forte che ho provato è stato quello della tenerezza, della misericordia, ma poi è subentrata la rabbia, tanta rabbia, perché molti hanno strumentalizzato due povertà: la povertà dei ragazzi e la povertà del quartiere. Dobbiamo essere sentinelle, captare i veri problemi e affrontarli alla luce del vangelo, altrimenti vengono affrontati in altro modo: con la violenza e la strumentalizzazione politica».
Tra gli obiettivi del vescovo Marciante, a favore dei poveri, quello di portare le periferie della città al Centro. Ecco una intervista, realizzata da Tv2000, subito dopo la visita di Papa Francesco alla parrocchia di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù a Ponte di Nona. Un quartiere della periferia romana dove il 10 dicembre 2016 è stata inaugurata la grande chiesa del quartiere intitolata proprio a Madre Teresa di Calcutta.