«Al momento non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio». Lo ha affermato in una nota dell’Agenzia spaziale italiana. Le regioni potenzialmente interessate, prosegue, potrebbero essere: «Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna». L’Asi precisa inoltre che «la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano (terre emerse) corrisponde a una probabilità stimabile intorno allo 0,2%» e che «le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare». L’Asi rende infine noto che «il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in base agli aggiornamenti forniti dal tavolo tecnico riunito in seduta permanente, valuterà nelle prossime ore la convocazione del Comitato Operativo nazionale, sia per analizzare gli scenari che per prendere le dovute decisioni in tempo reale».
L’Agenzia Spaziale Italiana rileva infine che «sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione”: poiché è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, è più sicuro stare in luoghi chiusi e nei piani bassi, lontano da finestre e porte vetrate, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti o vicino alle colonne; poiché alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina, si consiglia di non toccarli, di tenersi alla distanza di almeno 20 metri e di segnalarne immediatamente la presenza alle autorità competenti.