“Chi ha bocciato le stime di crescita dovrà riformularle”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte parlando con i giornalisti davanti a Palazzo Chigi. “Abbiamo organizzato la prima riunione della cabina di regia – ha spiegato Conte – e abbiamo invitato le principali aziende di Stato. Abbiamo illustrato la nostra manovra, volevamo un primo riscontro che ci stiamo muovendo bene. E abbiamo avuto la sensazione che l’Italia può fare sistema”.
Di Maio: “Per ogni pensionato ci sarà più di un’assunzione” – “Dall’incontro con le partecipate viene fuori che con la riforma quota 100 ci sarà più di un’assunzione per ogni pensionato e molte aziende stabilizzeranno poi i dipendenti grazie al dl dignità”. Questo il parere di Luigi Di Maio. Ma anche il collega Matteo Salvini rincara: “Gli imprenditori, quindi chi fa impresa non qualche burocrate, ci ha detto che superando la legge Fornero si creeranno decine di migliaia di posti di lavoro”. “Questa – ha aggiunto Salvini – è la promozione che mi interessa, che coloro che fanno impresa garantiscano nei prossimi mesi migliaia di assunzioni”. “Le riforme che abbiamo approvato e la legge di Bilancio vanno nella direzione di aiutare le persone – ha proseguito Di Maio – noi vogliamo essere promossi dai cittadini”.
“Fitch boccia? Noi vogliamo la promozione dagli italiani” – “Tutti quelli che hanno promosso i governi precedenti, è buona cosa che boccino quelli attuali”, ha poi afermato il ministro del Lavoro commentando l’agenzia Fitch secondo cui la manovra del governo presenta “rischi considerevoli per i target”.
“Tagli ai costi della politica e all’editoria” – Nel corso del vertice con i ministri M5s Luigi Di Maio ha chiesto con forza di inserire nella manovra il progressivo azzeramento dei finanziamenti pubblici ai giornali e il taglio dei costi alla politica eliminando il più possibile gli sprechi esistenti: auto blu e voli di Stato in primis. “Sono le nostre battaglie ed è ciò che abbiamo promesso agli italiani”, ha sottolineato il vicepremier Di Maio.
Conte: “Una manovra diversa avrebbe portato a recessione” – “Siamo soddisfatti e orgogliosi. Abbiamo convenuto con le imprese che una diversa manovra avrebbe portato, in una prospettiva di crescita debole, a una fase di recessione: il nostro Paese non se lo merita”, ha ribadito il presidente del Consiglio. “Non prendiamo assolutamente in considerazione la possibilità” di uno spread fuori controllo e di un eventuale e conseguenze cambio della manovra, “conosciamo i fondamentali della nostra economia. Quando gli investitori conosceranno la manovra siamo fiduciosi che lo spread potrà scendere e tornerà tutto sotto controllo”.
L’analisi penalizzante di Fitch – Il governo non arretra e non cambia l’impostazione della prossima manovra, che sfiora i 40 miliardi, nonostante la pioggia di critiche sulla scommessa gialloverde su crescita e deficit, coronata martedì dalla bocciatura dell’Upb. E seguita ora dal primo avvertimento da parte di Fitch, che vede “rischi considerevoli” sui target dell’esecutivo e avverte che saranno proprio i dettagli della manovra a incidere sulla revisione del rating del Paese, che però dall’agenzia è messa in programma per la prossima primavera.”Vediamo rischi considerevoli per i target (della manovra, ndr), specie dopo il 2019″, hanno affermato i tecnici Fitch. “Gli obiettivi della nota di aggiornamento al Def puntano a una moderata riduzione del deficit nel 2020 al 2,1% del Pil. Noi ci aspettiamo un risultato vicino al 2,6%”.
Si sgonfia lo scontro di cifre per la Flax tax – In giornata era nata una polemica tra il ministro dell’Interno e il ministro dell’Economia in merito alle cifre per la Flat tax. Polemica che si è poi sgonfiata: solo il frutto di un’interpretazione, hanno chiosato Salvini e Tria a fine giornata. Nel fare il punto sulla manovra e nello snocciolare i numeri Tria aveva indicato numeri diversi per la Flat tax rispetto a quelli indicati da Matteo Salvini riguardo il 2019: 600 milioni di euro contro 1,7 miliardi annunciati dal vicepremier. L’incidente è stato chiuso con una nota congiunta in cui si parla di un miliardo e sette di media a regime.