Al fotografo polizzano Luciano Schimmenti è andato il “Premio Mignosi 2018” per avere studiato da anni il Trittico fiammingo che si trova a Polizzi Generosa ed avere pubblicato di recente il frutto dei suoi studi in due volumi dal titolo “Il trittico di Rogier de la Pasture Van der Weyden in Polizzi Generosa” Schimmenti riceverà l’importante riconoscimento internazionale nel corso di una cerimonia che si terrà il 13 dicembre alle ore 16:30 presso il Salone “Terrasi” della Camera di Commercio di Palermo.
Luciano Schimmenti ha guardato e studiato il Trittico fiammingo da ogni suo angolo. Il trittico che si conserva nella chiesa madre di Polizzi Generosa è il più bel dipinto fiammingo custodito in Sicilia. Un olio su tavola di rovere che misura 162 per 281 centimetri. Raffigura nel pannello centrale la Vergine ammantata di rosso con il Bambino sulle ginocchia, intento a scorrere un libro. La donna è seduta su trono sotto un baldacchino, affiancata da quattro angeli musicanti, due per parte. Nei due pannelli laterali sono raffigurate santa Caterina d’Alessandria e santa Barbara. Il dipinto è conservato nella chiesa Madre e da sempre è stato avvolto da un mistero per il suo arrivo a Polizzi. A studiarlo da anni ha pensato il fotografo Luciano Schimmenti che ha realizzato due volumi nei quali spiega alcuni risultati dei suoi studi che faranno notizia nel campo dell’arte.
Luciano Schimmenti è un fotografo polizzano che a diciannove anni si è trasferito da Polizzi a Norimberga per lavorarvi. Con la passione per le foto inizia a farle conoscere. Il regista Martin Scorsese si interessa alle sue fotografie di paesaggi montani delle Madonie e le vuole per un suo film, “Il mio viaggio in Italia”. Il nome di Schimmenti compare così tra i titoli di coda del film. Nel 2001 “Special Effect”, Bibbia della fotografia d’avanguardia e di tecnica fotografica pubblica alcune foto di Schimmenti. E’ una rivista letta dagli appassionati di ogni parte del mondo. Le foto di Luciano finiscono anche in Corea, in Giappone e in estremo oriente. Accanto alla foto Schimmenti coltiva la passione per gli scacchi e la matematica. Inizia uno studio particolare sul trittico fiammingo che si conserva nella Matrice di Polizzi. Arriva alla conclusione che appartiene al famoso maestro fiammingo Van der Weyden. Precise le sue argomentazioni fotografiche. Lo sguardo di Santa Barbara, quello di Santa Caterina e quello di Gesù Cristo sono esattamente sullo stesso asse. Si ricorda allora di un dipinto visto agli Uffizi di Firenze che lo aveva molto colpito: la deposizione di Van der Weyden. Nel dipinto degli Uffizi le cinque figure sono disposte su un pentagono con un effetto ottico di tridimensionalità, come se la scena fosse raffigurata su una sfera e non su una tela piatta. E’ quello stesso effetto che Luciano vede nel Trittico di Polizzi, da sempre sotto i suoi occhi. Decide di studiare meglio le sue impressioni. I due dipinti per Schimmenti contengono anche una segreta logica matematica. Un rapporto tra misure, larghezza e lunghezza del dipinto che fa 1,618. Cifra che gli antichi studiosi consideravano la proporzione divina e a cui fa riferimento anche Dan Brown nel bestseller “il codice da Vinci”.
La consacrazione definitiva della sua teoria arriva con Didier Bodart, uno dei più famosi critici d’arte francesi, che è d’accordo con lui per l’attribuzione a Van der Weyden e che gli fa i suoi complimenti.