Le trattative per evitare la procedura d’infrazione hanno indotto il governo a fare un ricalcolo delle risorse da destinare alla Manovra. Su quota 100, per esempio, sono previsti due miliardi in meno rispetto all’inizio. Lo afferma il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che spiega che il taglio è stato motivato anche dal fatto che secondo i tecnici “dei 500mila italiani che potranno anticipare la pensione in molti andranno avanti”.
Se da una parte però, cala la dotazione per le pensioni della “quota 100”, dall’altra sale quella per le “pensioni di cittadinanza”. A indicarlo è il M5s che, in un post su Facebook, spiega: “Prendiamo un miliardo dai pensionati d’oro e lo mettiamo sulle pensioni di cittadinanza. Colpiamo la casta e aiutiamo i pensionati minimi. Uno Stato che permette privilegi assurdi e abbandona chi ha bisogno non è credibile. Difficile? No, semplicissimo. La politica è questo. Basta volerlo”.
Il taglio delle pensioni d’oro dovrebbe partire dai 100mila euro lordi anziché da 90mila euro. Il taglio opererebbe sulla quota contributiva e sarebbe a tempo (ancora si starebbe ragionando su 3 o 5 anni) e sarebbe strutturato su diversi scaglioni fino ad arrivare al 40% per le pensioni “altissime”, sopra i 500mila euro.
Per riuscire a risparmiare un altro miliardo e mezzo circa in tre anni, il governo dovrebbe poi prorogare il blocco dell’adeguamento delle pensioni. L’indicizzazione resterebbe piena (100%) per gli assegni fino a 3 volte il minimo (circa 1.500 euro), per passare all’85% su quelli tra 3 e 4 volte il minimo, all’80% su quelli tra 4 e 5 volte, al 60% tra 5 e 6 volte e al 50% per gli assegni superiori a 6 volte il minimo.