Prima Guerra Mondiale: secondo forzamento della Baia di Durazzo

La notte del 26 giugno 1916 i Motoscafi Armati Siluranti (M.A.S.) della Regia Marina si resero protagonisti, forzando nuovamente la baia di Durazzo in Albania. Infatti, dopo l’esiguo bottino messo a segno diciannove giorni prima (1) i Tenenti di Vascello Gennaro Pagano di Melito e Alfredo Berardinelli, vollero ripetersi nell’ardua impresa, sperando, questa seconda volta, in un efficace risultato. I due ufficiali, giunti con i rispettivi M.A.S. 5 e 7 in prossimità della baia e appurato che vi erano ancorati nel porto due piroscafi, intrapresero le manovre di avvicinamento per dare inizio all’attacco simultaneo. Tuttavia, sulle prime, dovettero rinunciarvi, poiché da uno scafo semiaffondato e apparentemente inerme, furono sparati due razzi luminosi che illuminarono a giorno il porto. In realtà per precauzione, erano stati spenti tutti i fanali e i fari, rendendo buia la costa. Il bagliore scaturito dai razzi bengala, facilitarono le batterie costiere austriache, a individuare e a fare fuoco sui motoscafi italiani che zizzagando schivarono i colpi di artiglieria. Il “Michael”, così si chiamava il piroscafo semiaffondato che fungeva da vedetta, era stato utilizzato intenzionalmente dagli austro-ungarici per evitare l’effetto sorpresa a favore del nemico. Ciò nonostante I M.A.S. non rinunciarono alla loro missione, ritornarono all’attacco separatamente e lanciando i loro siluri colpirono un piroscafo carico di munizioni che saltò in aria, centrarono il Piroscafo misto “Sarajevo”, danneggiandolo, mentre un altro piroscafo, il “Galizia”, rimase integro grazie alla protezione delle reti anti-siluro. Abbiamo chiesto allo storico navale Virginio Trucco (2) di parlarci della seconda incursione effettuata dai Motoscafi Armati Siluranti, cento anni fa, nella baia di Durazzo.  

«Dopo il forzamento della rada di Durazzo, i TV Pagano di Melito e Berardinelli, non rimasero inoperosi, con i loro MAS 5 e 7 la notte del 15 giugno penetrarono nella rada di S. Giovanni di Medua, dopo una veloce ricognizione, non trovandovi naviglio nemico rientrarono alla base di Brindisi. Il giorno 25 la ricognizione aerea italiana del porto di Durazzo segnalò la presenza di due piroscafi intenti a scaricare rifornimenti per l’esercito austriaco, a Brindisi ci si mise all’opera per preparare un’incursione, i MAS 5 e 7 lasciarono il porto nel pomeriggio del 25 al rimorchio delle torpediniere 34PN e 36PN, scortati dai cacciatorpediniere “Abba”, “Pilo” e “Mosto”, mentre a Nord si schieravano a protezione l’esploratore “Marsala”, con i caccia “Impavido”, “Insidioso”, “Irrequieto” e “Audace”. Alle 0.15 del 26 i due M.A.S. furono sganciati ad una distanza di circa 2 miglia e mezzo dal porto, in prossimità di questo i due comandanti si accorgono che gli austriaci hanno preso le loro precauzioni, i fanali sono spenti ed il porto e la costa sono oscurati, ridotta la velocità, si approssimano al relitto semiaffondato del piroscafo Michael, nell’incerto chiarore lunare scorgono due piroscafi ormeggiati e si dirigono verso di loro, quando sono già nel porto improvvisamente dallo scafo semiaffondato, si alzano due razzi bianchi che illuminano a giorno la scena, gli austriaci, avevano approntato un posto di vedetta sul “Michael”, immediatamente si accendono i proiettori che sciabolano le acque del porto ed un fitto fuoco di fucileria assieme ai colpi delle batterie costiere si abbatte sui MAS, i due comandanti ben lungi dal desistere nell’attacco iniziano a zizzagare a tutta velocità nel porto, sperano che eventuali torpediniere presenti nel porto appaino sulla scena, dopo alcuni minuti non vedendo apparire navi militari vanno all’attacco dei due mercantili, verso il più grande vengono lanciati tre siluri, ma solo uno colpisce il bersaglio, gli altri rimangono impigliati nelle reti parasiluri, il piroscafo “Sarajevo” da 1111tsl, viene gravemente danneggiato, l’ultimo siluro viene lanciato verso il mercantile più piccolo, che affonda con una tremenda esplosione causata dalle munizioni trasportate. È l’1.45 i due MAS escono a tutta forza dal porto con lo scafo crivellato di colpi ma nessun uomo colpito, dopo un’ora si ricongiungono con la scorta ed iniziano la navigazione di rientro alla base».

(1) G. Longo 2016 “Prima Guerra Mondiale: il primo forzamento della Baia di Durazzo” cefalunews.net

(2) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).

Testi consultati da Virginio Trucco: Le audaci imprese dei MAS di Ettore Bravetta casa editrice Giacomo Agnelli 1930. La grande Guerra in Adriatico di Lucio Martino, Il Cerchio iniziative editoriali. Genesi e sviluppo dei MAS attività operativa in Adriatico. F. Prosperi, bollettino d’archivio settembre 2008 USMM.

Foto a corredo dell’articolo, M.A.S. 95, tratta dal sito: navyworld.narod.ru

Giuseppe Longo
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@longoredazione

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